Si siede sul letto pesantemente.
Faccio un altro passo verso di lui mentre porta entrambe le mani sul volto sospirando pesantemente e lo sento fare un passo indietro dal mio cuore.
Mi avvicino di più a lui trattenendo le lacrime e poi mi siedo al suo fianco.
Titubante porto una mano sulla sua spalla e come le altre volte si irrigidisce al mio tocco e non riesco più a trattenere una lacrima. Ormai credevo di essermi abituata a questo suo nuovo comportamento, o almeno mi imponevo ad abituarmici, ma ogni volta che lo sfioro e lui reagisce in questo modo fa sempre lo stesso l'effetto che mi ha fatto la prima volta: insicurezza, risentimento, paura di aver sbagliato ogni cosa fatta finora, paura di non essere amati.
Vorrei parlare, chiedergli cosa gli sta succedendo, ma non voglio senti la mia voce rotta dal pianto.
Alzo gli occhi in alto e cerco di calmare le lacrime che hanno iniziato a scendere copiose e silenziose sul mio viso.
Ho ucciso tanta gente in questa piccola parte della mia vita e credevo di aver imparato tutto e invece mi ritrovo qua a capire che il modo più crudele per uccidere la gente non è farle male fisicamente. Il modo più crudele e semplice è amare una persona e poi lasciarla andare via. E lo è ancora di più se tutto ciò accade sotto i tuoi occhi.
Michael sospira e alza il viso dalle sue mani che lascia cadere sulle sue ginocchia.
Prendo un respiro profondo e cerco di prendere quell'ultima briciola di speranza che alloggia nel mio animo.- Che cosa sta succedendo?-
Domando togliendo la mano dalla sua spalla e fissando un punto impreciso davanti a me proprio come sta facendo lui.Michael ha suscitato fin da subito grande interesse in me. All'inizio le cose sono state complicate tra di noi, quasi un amore malsano travestito da odio oserei dire. È sempre stata una competizione a chi dimostrava debolezza per primo, un gioco da pazzi direste, bisogno di sentirsi protetti direi. Non c'è stato nessun contratto, nessuna regola stipulata eppure il gioco c'era e non ce ne accorgevamo nemmeno noi se non rare volte. Battaglie a chi riusciva a non abbassare lo sguardo, indica debolezza; a chi riusciva a non farsi sopraffare, è da deboli; a chi non scappava, perché essere vigliacchi è sinonimo di debolezza; a chi riusciva a sopravvivere, perché il mondo va così, solo i più forti vanno avanti e i deboli muoiono; a chi fosse riuscito prima ad uscire da qui, perché saremo diventati deboli fino ad impazzire. Ed è questo ciò che fa impazzire l'uomo? La debolezza che si posa come un soffio di aria calda opprimente sulle membra degli uomini fino a privarli di ogni forza e rendendoli incapaci di vivere quieti. Un caldo e opprimente velo che scombussola la mente dell'uomo non semplicemente facendogli credere che non può farcela, ma lo costringe a non farcela. E l'uomo così si lascia avvolgere da questa calda debolezza non riuscendo a passare il gelido freddo della speranza.
E se la speranza è l'ultima a morire, cosa succede dopo?
Cosa succede all'uomo dopo che è stato spogliato dalle sue forze, reso debole dall'insicurezza creata dalla sicurezza egoistica di altri uomini, divenuto parassita che si ciba dei suoi stessi ricordi divorandone ogni emozione, ogni movimento, ogni attimo, l'anima intera e poi lasciandoli senza più vita come cenere rimasta sul fondo dopo la morte di una fiamma viva?
Cenere. È tutto ciò che resta dopo che un uomo è sopraffatto dalla debolezza.
L'uomo perde tutto ciò per cui ardeva e si spegne lentamente, avvolgendosi su se stesso e posandosi al suolo spento, freddo, morto.
La speranza muore e l'uomo sprofonda nelle viscere dal nulla.
Il senno lo abbandona.
E l'uomo diventa pazzo.
Non si torna indietro, non si può provare a riportare a fiamma viva la cenere. La si può solo lasciare lì spenta, fredda, morta in attesa che un vento caldo e opprimente la smuova, dandogli l'illusione di vita.
Ecco, io e Michael non avevamo e non abbiamo intenzione di diventare deboli e ce lo dimostravamo così.
Poi però abbiamo capito che la debolezza non la si può sfuggire e senza chiedercelo ci siamo incontrati, ci siamo guardati e ci siamo salvati quando barricati dentro le nostre corazze è penetrato un soffio di debolezza rendendoci tali.
E così ho imparato che dalle ceneri spente, fredde, morte puoi rinascere solo se c'è qualcuno a darti speranza.
E così mi sono ritrovata a salvare Michael e lui si è ritrovato a salvare me.
Da una competizione siamo passati ad una alleanza, più che altro ad una complicità.
Ci siamo aiutati, ci siamo stretti l'uno all'altro per proteggerci e ci siamo amati così come ci veniva. Perché così come morire, come perdere, anche l'amore è un'arte che s'impara col tempo e con l'esperienza. Un'arte strana e delicata, piena di passione e di desiderio. Ognuno la impara a modo suo e in modi diversi. C'è chi la impara vedendo sbocciare una rosa, chi sentendo un bambino piangere, chi vedendo il proprio amato sorridere, chi fuggendo, chi vedendo una persona cara morire, chi restando da solo, chi perdendo, a chi basta un tocco, chi scrive stupidate dell'amore e poi ci crede, chi ha già talento, chi la cerca e non la trova mai, chi semplicemente la impara amando.
Noi la stiamo imparando accertandoci ogni giorno che l'altro sia vivo e dandoci speranza.
