La macchina si ferma davanti la porta della struttura. Una macchina della polizia è parcheggiata a una decina di metri da quella del signor Hudson il quale mi apre lo sportello. All'inizio avevo pensato di scappare, la corsa è uno dei fattori più importanti per essere un assassino. Poi però ho fatto due più due e ho capito che mi sarei messa ancora di più nei guai. Quello non era il momento giusto per scappare, ma prima o poi sarei scappata.
Non riuscirai a scappare.
I tuoi incubi ti tormenteranno sempre e noi non ti lasceremo mai sola.
Esco dall'auto circondata da un paio di poliziotti.
Sembrano ragazzi e ragazze normali, vero Ali?
Anche tu lo sembri, piccolo angelo.
Ma le apparenze ingannano.
Puoi anche sembrare un angelo, ma dentro di te vive il male.
Regna la pazzia.
Cresce l'invidia.
Domina la vendetta.
Un poliziotto afferra il mio braccio e lo strattona verso di sé, mentre un altro poliziotto mi prende per l'altro braccio. Abbasso la testa. La gente mi sta fissando e odio essere al centro dell'attenzione.
Ti stavano aspettando Alison.
Alzo lo sguardo velocemente e mi accorgo che una decina di persone vestite di bianco mi stanno fissando. Devono essere medici, psicologi e infermieri. Stavano aspettando me. Stavano aspettando l'arrivo di una pazza criminale. Sento un senso di vomito salire e tento in tutti i modi di resisterlo. Non posso crollare qui, davanti a loro.
Riesco a vedere i loro occhi pieni di odio. Riesco a sentire i loro pensieri su di me. Riesco a toccare le loro paure. Riesco a sentire due occhi che mi trapassano l'anima. Due occhi che stanno alla mia destra. Alzo lo sguardo di nuovo per vedere se quello che sto pensando sia giusto. Ed infatti eccolo lì a fissarmi, il ragazzo che mi aveva colpita pochi minuti fa.
È alto e indossa dei jeans scuri e strappati sulle ginocchia, ai piedi porta un paio di vans nere. Sopra indossa una canottiera nera e le braccia muscolose sono incrociate all'altezza del suo petto. I capelli marroni chiaro gli ricadono sulla fronte nonostante porti una bandana anch'essa nera. Lo sto fissando e luo sta fissando me. Ma non mi interessa. I suoi lineamenti sono rigidi. La leggera barba sul mento dimostra che non ha più di 22 anni. I suoi occhi sono qualcosa di indescrivibile. Sono grandi occhi marroni pagliuzzati di verde. Pianto i piedi a terra, non voglio essere portata in quel posto. La mia resistenza non funziona, perché sento le mie vans nere sfregarsi sul terreno. Mi stanno letteralmente trascinando in quel posto. Sento i bisbigli degli altri pazienti del CDCP.
- Marcirà chiusa dentro la sala 6, ne sono sicuro.-
- Scappate, scappate! Ci ucciderà!-
Una ragazza bassina si avvicina a me, indossa un vestito verde, è truccata e indossa anche gioielli. Quando siamo a pochi centimetri di distanza inizia a parlare.
- Forse conosci Meredith, puoi averla vista al parco, oppure sarete state compagne di banco all'università. Meredith è molto brava, vi conoscete sicuramente. Devo chiederle come sta, non ho sue notizie da 1 anno, 6 mesi, 23 g-giorni, 12 ore, 39 minuti e qualche secondo. Era andata a comprare la cena. Avevo preso una pizza, se non si muove a tornare si fredderà. Ma allora hai visto Meredith? L'hai vista?! Rispondimi! Dimmi se l'hai vista! Dimmi come sta! Dov'è Meredith!-
La ragazza ha iniziato ad urlare in preda ad una crisi e un'infermiera che continua a guardarmi come se fossi figlia del diavolo, la prende per un braccio e la porta dentro. La ragazza continua ad urlare quel nome: Meredith.