Special Chapter

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Vittima 9

Le tenebre circondavano ogni cosa, regnando indisturbata. Nessuno ha paura del buio, forse perché il buio è iniquo. Ma è di ciò che nasconde le tenebre che si dovrebbe avere paura.

Lauren passeggiava tranquilla per il viale che l'avrebbe condotta a casa. Aveva passato la serata con i suoi amici, non avrebbe mai dovuto uscire di casa. Il padre le vietava di ritornare troppo tardi la sera, per paura. Le avevano già spiegato che suo padre, essendo un famoso politico, aveva molti nemici che avrebbero potuto farle del male. Ma Lauren voleva essere libera, voleva rompere quella cupola di vetro che le era stata costruita intorno. Quella sera lo aveva fatto. Quella sera fece l'errore più grande. Alison era stata incaricata di ucciderla e come ogni volta, non avrebbe fallito.

L'aveva seguita fin da quando era uscita di nascosto dalla finestra della sua camera, l'aveva tenuta d'occhio nella discoteca dove ballava con i suoi amici, la stava seguendo ora mentre tornava a casa. Solo che Lauren non ci sarebbe mai arrivata. La ragazza dai lunghi capelli biondi tinti, si sentiva sempre più osservata e ad ogni passo che faceva l'ansia e la paura aumentavano. Il suo corto vestito bianco le sembrava si restringesse sempre di più e sentiva i tacchi sprofondare nell'asfalto. La sua testa si muoveva senza fermarsi prima a destra e poi a sinistra. Ogni suo movimento era meccanico e trasudava paura. Alison era qualche metro dietro di lei. Nascosta dalle tenebre che le facevano da mantello dell'invisibilità in quella fredda notte.

Camminava con le mani in tasca, il passo lento e sicuro, un sorriso compiaciuto sul volto, gli occhi erano ardenti e vogliosi di vedere la sua vittima morire come le voci che risuanavano nella sua mente.

Uccidila.

Guardala. Guarda come ha paura, senti come la paura si è impossessata di lei, come la sta divorando. La paura è la migliore arma di un assassino.
Riesce ad uccidere l'anima della vittima, la manda in confusione, non la fa pensare, non la fa ragionare. La paura paralizza. La blocca nella sua camicia di forza fino a stritolarla.

È così. La paura ti paralizza, ti fa diventare irrazionale.

Alison si avvicina di più alla ragazza senza provocare nessun rumore.

Prende la ragazza dal collo e le tappa la bocca con l'altra mano.

- Sai, avresti dovuto guardarti le spalle. Sarà per la prossima volta.-

Dice Alison deridendo l'innocenza della ragazza.

Prende la pistola dalla sua felpa e la punta sulla tempia della ragazza e senza esitare preme il grilletto.

Il rumore risuona per tutto la strada, ma nessuno osa vedere. Alison conserva la pistola e prende il suo cortellino dalla tasca. Lacera la faccia della ragazza disegnandole un sorriso sul volto che parte da un orecchio e finisce all'altro. Dopo ciò, sempre con il coltellino, incide la sua iniziale sulla pancia della ragazza attraverso il bianco tessuto del suo vestito che si tinge di rosso per le ferite. Si alza da sopra il cadavere e ne prende entrambe le braccia e trascinarlo fino a sotto casa della vittima. Lo sistema sull'erba del giardino, davanti la finestra della camera da letto dei genitori. Fa un piccolo inhino e poi ritorna in strada, ripercorrendo i suoi passi per poter tornare a casa fischiettando qualche dolce nota di una delle tante melodie che le cantava sua madre.

È così che morì la vittima 9.

Vittima 33

- Alison, servi nella sala B4, ala ovest. Ti vuole Smith.-

Alison annuisce con un cenno del capo e si dirige verso qulla stanza. Nell'edificio della società segreta c'è poco movimento, dato che molti di loro sono in missione. Alison indossa la sua divisa che usa solo quando è incaricata di svolgere svolgere qualche missione o qui, nel palazzo dell'Hydra. E una tuta nera aderente, tutta un pezzo e ha la cerniera sul petto che lascia leggermente aperta, con maniche a tre quarti. Ai piedi indossa un paio di stivali neri progettati apposta per non provocare rumore, comodi per arrampicarsi e correre. La tuta invece è fatta di un tessuto resistente all'acqua e al fuoco, mantiene la temperatura corporea ed è quasi impossibile da strappare. Sulla vita ha una cintura e un'altra sulla gamba, la quale regge le sua pistola.

Cammina per i corridoi vuoti fino alla sala B4. Apre la porta e vede Smith camminare per la stanza con una cartella in mano. Le urla del paziente legato al tavolo sono così acute che ha avuto l'istinto di tapparsi le orecchie appena aveva varcato la soglia della porta. I muri insonorizzati non permettono a nessun suono di propagarsi per l'edificio.

- Finalmente Evans. Non ce la facevo più a sentirlo urlare. Ci servono informazioni e non vuole collaborare. Sai cosa fare.-

Dice Smith passandosi una mano tra i capelli. Smith era un ragazza di qualche anno più grande di Alison e anche lui indossa una divisa. Pantalone nero e maglia con giubbotto attrezzato e stivali con le stesse funzioni dell'abbigliamento di Alison, la quale si avvicina al tavolo dove è legato il paziente dopo aver dato un'occhiata alla cartella.

L'uomo legato non è altro che una giovane spia di un'altra società segreta che era riuscita ad entrare nel sistema dell'Hydra per rubare informazioni su alcune pratiche segrete.

- Allora Jonathan Ross, sai che non ti conviene opporre resistenza.-

Dice Alison al ragazzo dai capelli bruni. Prende una lama dal bancone dove sono situati vari strumenti di tortura e inizia ad incidere piccole linee profonde su torace nudo del ragazzo, il quale urla per il dolore.

- Parla.-

Gli ordina Alison puntandogli la lama alla gola.

- Non dirò nemmeno una parola, resterò fedele a ciò che ho giurato quando sono entrato a far parte della società segreta della Rydew e non ho nessuna intenzione di dirvi a che piano erano necessarie quelle pratiche.-

Alison assunse un'espressione divertita e si allontanò leggermente dal ragazzo lasciando la lama lì vicino.

- Smith, era così semplice farlo parlare. È bastato poco e ha detto quasi tutto. Fa parte della Rydew e le pratiche servivano per un attacco terroristico. Serve altro?-

Disse Alison girandosi verso Smith.

- Ho bisogno di sapere il nome del piano e qualche informazione.-

Il ragazzo intanto era riuscito a prendere la lama e a tagliare la stringa riuscendo a liberare un braccio, rimise la lama dove l'aveva presa e non si mosse.

Alison si girò verso di lui e prese la lama per poi salire sul tavolo e mettersi a cavalcioni sul ragazzo.

- Di che piano si tratta?-

Chiese Alison stringendo la mascella del ragazzo con la sua mano e tagliando i tendini di un braccio del ragazzo con la lama, il quale urlò.

- Piano Slayers. Voleva riunire i più spietati assassini per poter fare vari attacchi terroristi.-

Alison voleva sapere di più, c'era qualcosa di strano.

- Chi voleva dell'Hydra il capo della Rydew? Rispondi!-

Disse Alison affondando il coltello nella pelle del ragazzo, il quale mosse il braccio libero verso Alison sferrandole un pugno. Smith si mosse verso il ragazzo, che intanto si liberò e prese un bisturi, ferendo Smith alla gamba. Il ragazzo si avvicinò correndo alla porta, ma Alison si alzò e tirò un coltello nella sua direzione trafiggendolo al polmone destro.

È così che morì la vittima 33.

SHE'S NOT AFRAID  (?)
Piaciuto il capitolo? Inoltre c'è un mega spoiler del seguito della storia. Volevo ringraziarvi con tutto il cuore per 46k visualizzazioni e per gli altrettanti voti e commenti. Vi amo. Ma tanto. Grazie di tutto. Senza di voi non ci sarebbe tutto ciò. Vorrei potervi ringraziare una ad una. Quindi vi prego di farvi sentire, anche solo per una chiacchierata, solo per scambiare qualche parola. Voglio conoscervi perché siete fantastiche. Siete la mia vita. Perché, ripeto, senza di voi non ci sarebbe stata Insane. Grazie ancora. Non mi stancherò mai e poi mai di dirvelo. Ora vado. Buonanotte xx

Insane || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora