Ho pubblicato questa 'iniettiva contro me stessa' in un capitolo di Criminal che purtroppo avevo lasciato incompleta. Adesso ho ripreso ad aggiornarla e ho pensato che fosse il caso di pubblicarla anche qui poiché Criminal effettivamente è il sequel di Insane e per chiunque voglia leggere cosa è accaduto dopo la fuga, beh la vada a leggerla. Sono stati pubblicati i primi sette capitoli in cui accadono ancora poche cose, ma PICCOLO SPOILER, dal prossimo capitolo le cose iniziano a delineare la vera trama della storia. Vi lascio alla mia iniettiva con la speranza di rivederci in Criminal, buona lettura:
L'unica costante della mia vita è l'incostanza per questo chiedo umilmente perdono per questi mesi di silenzio, però dato che il mondo è in bianco e nero forse dovrei chiedere umilmente perdono anche a chi ha gioito della mia assenza e che adesso disturberò con una notifica sul proprio cellulare, un numero rosso che anche se cerchi di ignorare, ti ci cade l'occhio ogni volta che sblocchi lo schermo.
Quindi chiedo venia in modo generale a chiunque.
Il problema risiede non nel fatto che io non sappia come progredire con la storia, perché è già tutto pronto nella mia mente e sulle note del mio telefono per preparami ad eventuali dimenticanze, ma risiede nel fatto che non trovavo più dentro di me quella voglia folle di scrivere e scrivere e scrivere fino a quando i pollici non dolevano o gli occhi bruciavano di stanchezza. Oggi, mentre leggevo un libro, ho sentito qualcosa. In realtà più cose concatenate tra loro e che ricoprono più sfere sensoriali. Ho sentito risuonare il cadere della pioggia fitta e leggera nei pomeriggi afosi d'estate. Ho sentito il pungente odore dell'asfalto bagnato che ha invaso le narici e stretto le membra in un dolce abbraccio. Ho sentito quel sacro silenzio che si posa tra quattro e le cinque del mattino. Ho sentito il vento autunnale di metà Ottobre sfiorarmi il viso e danzare con qualche foglia che caduta in terra si rialza per qualche breve istante dimostrando che la sua vita non era legata ad un albero. Tutte queste cose mi hanno fatta sprofondare in una profonda angoscia e non sapevo se alzarmi dal letto e parlare con qualcuno, camminare per ore, fumarmi una sigaretta, piangere, mangiare o prendere a testate la porta. Alla fine ho deciso di scrivere.
Non lo faccio da molto tempo, non leggo da molto tempo.
Ho centinaia di libri iniziati a metà, storie da scrivere scritte a metà, lascio ogni cosa a metà.
Oggi ho deciso di completare ogni metà lasciata incompiuta.
Oh, poi forse era meglio se mi facevo i cazzi miei.