Capitolo 30

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- Per favore ragazzi, sedetevi ai vostri posti.-

Esclama la direttrice di questo posto maledetto.

- Johnson smettila di muoverti.-

Urla isterica verso un ragazzo in prima fila che continua a muoversi sulla sedia come se ci fosse un terremoto e aiutando l'enorme trambusto che alloggia con noi nella sala grande. Ci hanno riuniti tutti qui per uno stupido spettacolo di intrattenimento. Louis ha detto che ne fanno uno ogni tanto, quando qualche paziente decide di fare l'intrattenitore, per così dire, per una sera. Mi ha anche raccontato che un paio di spettacoli prima, un paziente si trafisse lo stomaco con una forchetta rubata a mensa.

Per il resto di solito vengono fatti giochetti da quattro soldi.

Louis è seduto al mio fianco, vicino a noi Julia.

Sono passati oramai mesi da quando non ho più visto o parlato con Michael e i ragazzi. Hanno cercato di evitarmi, lui ha cercato di evitarmi. E io ho fatto altrettanto. Non posso però negare che la sua mancanza mi fa stare male. La rabbia mista a gelosia di non poter avere i suoi occhi su di me. Di non poter più sentire la sua voce.

- Silenzio, per piacere.-

Sarà un'allucinazione. La sua assenza mi fa impazzire.

- Questa sera vorrei fare un gioco con tutti voi.-

Alzo gli occhi da terra e indirizzo il mio sguardo sul palco alla sua ricerca.

Ed eccolo lì, a una manciata di metri da me. I suoi occhi si muovono alla ricerca di qualcuno nella massa urlante di psicopatici in cui mi ritrovo.

Poi i nostri sguardi si incontrano.

I suoi occhi fissi nei miei.

Oh, quanto mi è mancato.

Le mie labbra si schiudono per prendere più ossigeno possibile.

L'aria in questo luogo è davvero pesante e insopportabile. Quasi una soffocante assenza di ossigeno.

- Bene signore e signori, che il gioco abbia inizio.-

Dice Michael sorridendo in modo poco sano.

Si dirige al centro dell'immaginario palco e inizia a fare dei semplici giochi di magia. I pazienti lo osservano incantati, quasi a tal punto che la sala è quasi avvolta nel silenzio.

Anch'io mi perdo nell'osservare i suoi movimenti sciolti e decisi.

- Ora voglio fare un gioco. Ho bisogno di qualcuno. Uno di voi.-

Alcuni ragazzi iniziarono ad urlare e ad avvicinarsi a Michael, altri iniziarono a litigare tra loro, a picchiarsi.

- Fermi! Deciderò io, non voi. Idioti.-

Sbotta Michael spingendo via una ragazza che gli si era lanciata contro.

Cammina tra le sedie osservando le file di ragazzi che lo continuano ad osservare sornioni. Abbasso lo sguardo lasciando che una piccola risata nervosa esca dalle mie labbra.

Riesce ad attirare a sé tutti nella stanza. Tutti gli occhi puntati su di lui. I suoi passi si fanno più vicini fino a quando, al posto del lurido pavimento, ritrovo davanti ai miei occhi due vans nere.

- Alison Evans.-

Proclama scandendo bene le due parole.

Il sangue mi si gela nelle vene.

Alzo lo sguardo trovando Michael davanti a me.

Porge la mano verso di me sorridendo.

- Voglio fare un gioco con te.-

Insane || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora