È difficile lasciarsi andare. È come essere finalmente in pace, ma ci si sente male. Il corpo cede, la mente combatte, il cuore batte forte nel petto. Mille sagome danzano sul mio petto, non importa se dormo, è un ballo che non si ferma mai, mi perseguitano. Perché quando gridano, combattono, si dimenano, io respiro ad alta voce. L'oscurità diventa me. E non c'è nulla che io possa dire e fare. Ma quando è finita, io sono ancora viva. Una morte sentita sulla mia pelle, ma non reale.
Non voglio tornare nel passato, ma è difficile da dire.
Lentamente mi alzo.
Le mie mani e i miei piedi sono più deboli di prima.
I medici continuano a darmi pastiglie, nonostante siano passati giorni da quando sono uscita dalla cella d'isolamento. Faccio dei passi verso la porta, poggiandomi al muro. Appena apro la porta una sagoma femminile esile si presenta ai miei occhi.
Corrugo la fronte. Quegli occhi dolci e spenti, quei capelli lunghi e color miele li ho già visti. Ma non ricordo. Di nuovo.
La testa mi inizia a far male. Ogni parte del mio corpo sembra scollegata dagli impulsi del mio cervello, per cui perdo l'equilibrio. Due piccole mani afferrano il mio braccio destro sorreggendomi. Le mie gambe sembrano come paralizzate e senza sensibilità. Porto il busto in avanti piegandomi su me stessa. Tocco le gambe come ad assicurarmi di averle.
Urlo per il forte dolore alla testa.
- Alison, tranquilla. Ti aiuto io.-
La forza sul mio braccio aumenta e mi trasporta, per quanto possibile, vicino il mio letto.
Le mie gambe iniziano di nuovo a muoversi e riesco a stendermi nel letto.
- Alison, guardami. Ricordi chi sono?-
Dice la ragazza sorridendomi leggermente.
- Io non... ricordo... ti ho già vista... ma non so chi tu sia...-
Dico alzando la testa dal cuscino e scotendola.
La ragazza poggia una mano sulla mia fronte accarezzandomi.
- Che cosa ti hanno fatto?-
Sussurra più a se stessa che a me.
- Sono Angel, ti ricordi ora?-
Dice poi rivolgendosi a me.
Giro la testa in varie direzioni come a cercare una risposta alla sua domanda.
Mi ricordo di lei?
Ovviamente no.
Forse la ragazza comprende la mia espressione confusa e scuote la testa.
- Non importa. Almeno ti ricordi di Luke?-
La vaga immagine di un ragazzo con occhi azzurro mare passa per la mia testa.
- Per caso ha dei capelli biondi e degli occhi azzurri?-
Dico gesticolando.
- Sì, è lui. Ha un anellino nero al labbro inferiore ed è alto.-
Dice la ragazza rendendomi la vista immaginaria del biondo più chiara.
Oramai la sua immagine e forte e pura nella mia mente, ma riesco anche a ricordare piccoli momenti passati insieme. Luke, Luke Hemmings. Dr. Fluke.
- Mi ricordo. Lo ricordo.-
Dico sussurrando come ad accettarmi di ciò che ho immaginato.
Nella mia mente compare anche la ragazza che ora è al mio fianco.