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- Partiamo dal presupposto che era ferito.-

Inizio a parlare prendendo una pedina dal gioco preso da Calum sulla mensola.
Raffigura un piccolo soldatino con un fucile in spalla in posizione di riposo.
La posiziono dritta sul tavolo dove Angel ha disegnato una piccola pianta del piano in cui è morto Ashton e ha disegnato un numero su ogni stanza. Ogni stanza col suo proprio numero.
La pedina la sposto con un dito fino ad essere sulla stanza numero 6.

- Quasi morto direi.-
Puntualizza Luke dando uno strattone alla pedina fino a farla cadere e facendola sembrare un soldatino caduto in battaglia.

- Quindi non ha mai potuto alzarsi da lì e farsi una passeggiata per i corridoi pieni di guardie.-

Dice Brittany aggiustandosi il vestito rosa con una gonna gonfia piena di veli uno su l'altro.

- Esatto.-
Concorda Michael.
- E allora come ha fatto?-
Continua a parlare.

- Semplice, qualcuno lo ha aiutato.-
Esclama Calum alzando un dito in aria contento della sua risposta.
Brittany gli sorride annuendo come se fosse già a conoscenza di quella ipotesi che potremmo dichiarare unica e possibile ipotesi.

Prendo un'altra pedina di un soldatino e la affianco a quella caduta sul tavolino.

- Potrebbe essere stata una guardia? -
Propone Angel storcendo il naso.

- Poco probabile, non lo avrebbero mai fatto.-
Dissente subito Michael scuotendo il capo.
- O forse sì.-
Dico di getto lanciando un'occhiata a Luke.
- Non gli sarebbe servito. È un soggetto debole, non lo avrebbero mai arruolato in una possibile società.-
Smentisce di nuovo Michael.

- Che cosa?-
Chiede Angel confusa.
- È un'ipotesi.- inizia a parlare Luke abbasando il capo e facendo piccoli gesti con le mani. - Essendo pericolosi per lo stato, le autorità hanno rassicurato la popolazione richiudendoci qui, ma non per questo potremmo essere assegnati ad una delle varie società segrete dello stato per operazioni pericolose, così come in passato.-

C'è un attimo di silenzio. Angel annuisce poco convinta e Luke scuote il capo.

- Ma adesso abbiamo altro a cui pensare. La nostra priorità è Ashton. Prima lo troviamo, prima riusciamo ad uscire.-

- Chi lo ha aiutato allora?-
Domanda Calum sbuffando sonoramente.

- Dov'è ora?-
Domanda ancora Angel abbassando il capo quasi in lacrime.

Chiudo gli occhi cercando di poter pensare ad un'ipotesi plausibile.
Ipotesi, ipotesi, ipotesi, solo ipotesi.
Né un indizio, né una certezza, né un messaggio. Niente di niente.

-E se fosse già fuori di qui?-
Propongo con tono arrabbiato riaprendo gli occhi e sbattendo una mano sul tavolo.

- È impossibile.-
Risponde una voce divertita.

- Che cosa?- Sussurro passando lo sguardo su coloro che siedono al mio stesso tavolo, ma nessuno ha parlato infatti anche loro hanno facce confuse tanto quanto la mia.

- Ho detto che è impossibile.-
Ripete la voce più forte.
Contemporaneamente abbassiamo lo sguardo tutti verso il basso.
Poggio le mani sul bordo del tavolo e facendo pressione su di esso lascio scivolare la mia sedia indietro provocando uno stridio fastidioso che interrompe il silenzio che c'è nella sala, come uno squarcio su una tela bianca, un urlo di una creatura nel silenzio della notte, un coltello che lacera la carne e sembra tutto fermarsi fino a quando il coltello viene risfilato portandosi dietro la vita di un uomo.
La sensazione più bella per uno come me.
Non è la stessa cosa che interrompere la vita di un uomo con un colpo di pistola o altre torture.
Non è la stessa emozione.
È tutta questione di tempi.
Il colpo di pistola è un attimo.
La tortura è straziante anche per l'assassino.
Ma la soddisfazione di una lotta a mani nude, toccare, sfiorare la pelle calda e poi d'improvviso fredda.
Il sangue macchiarti le mani.
Il corpo irrigidirsi, il viso della vittima assumere un'espressione più sorpresa che addolorata, poter osservare la vittima da vicino proprio in quel momento in cui la vita cessa di esistere rendendola semplicemente un corpo inanimato.
Chissà cosa si prova ad essere pugnalati. Se davvero rivivi la tua vita tutta in quel momento in cui la lama entra dentro il tuo petto fino all'impugnatura e poi, dopo qualche secondo, il coltello viene sfilato e la vittima emana gli ultimi respiri contabili sulle dita di una mano.
Di certo pugnalare una vittima è una delle scene più soddisfacenti per un assassino.
La nascita di un essere umano è una delle più belle cose, ma la morte invece, ancor di più se per mano tua, è qualcosa di appagante, non ha prezzo e rivali.
Nonostante abbia deciso di lasciarmi alle spalle il passato non riesco a dimenticare ciò che ho fatto e ciò che ho provato facendolo.
Mi abbasso fino a poter vedere la figura di un ragazzo rannicchiato sotto il tavolo guardarmi con aria divertita. Stringe entrambe le braccia intorno alle sue gambe scoperte per via del camice bianco, troppo corto per lui, raccogliendole vicino al petto.
Vedo gli altri imitarmi e sento i loro bisbigli, ma non riesco a togliere lo sguardo da quella figura avvolta su se stessa. Le sue labbra si aprono in un mezzo sorriso, un sorriso insano. Lascia che le sue dita scivolino sulla pelle scoperta delle sue gambe per poi alzare la mano lentamente all'altezza del viso e muovendo le dita, sempre con quella calma, dice:
- Ciao Dama Rossa.-.

Insane || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora