Capitolo 32

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- Ora tocca a me!-
Dice Calum prendendo i dadi che giacciono sul tavolino di legno.
Li chiude nel suo pugno e dopo aver scosso leggermente la mano li lancia sul cartellone. Siamo tutti seduti intorno al tavolino. Luke stringe la mano di Angel, Ashton continua irripetutamente ad aggiustarsi la sua bandana rossa che tiene fermi i suoi ricci, Michael fissa il cartellone e io invece mi rigiro tra le mani il ciondolo della collana. Calum osserva i piccoli cerchietti neri e inizia a contarli aiutandosi con le mani, poi alza la testa trionfante.
- Cinque passi!-
Inizia a spostare la pedina di tre caselle avanti e due a destra.
- Ora tocca ad Ashton!-
Dice sempre Calum.
Ashton sbuffa e prende i dadi per poi lanciarli svogliatamente sul tavolo, dopodiché sposta la sua pedina di otto caselle.
Sono tre ore che giochiamo a questo gioco nel tentativo di capire come usare la mappa. Ho portato anche quel bigliettino che avevo trovato nella bambola, l'ultima volta che ero stata in isolamento, ma nemmeno loro sono riusciti a comprendere il significato di quella frase.
'Non bastano due occhi per guardare la mappa.'

Non riusciamo ad arrivare a nessuna conclusione. Forse quella che noi pensiamo sia una mappa non è altro che uno stupido scherzetto di qualche psicopatico. Giusto per rimanere in tema al luogo in cui ci troviamo.
A risvegliarmi dai miei pensieri è Michael.
- Basta! Basta giocare a questa merda di gioco. Non riesco a capire il senso di questo stupido percorso. Non porta da nessuna parte, è solo uno stupido disegno fatto senza nessun senso logico.-
Dice alzandosi dalla sedia mentre tutti noi lo fissiamo.
- Che cosa succede qua?-
Dice la voce di Samantha alle mie spalle. Mi giro verso di lei e la vedo sorridere. Nessuno di noi le risponde, noto tutti abbassare il capo verso il gioco tranne Calum che saluta Samantha affettuosamente.
- Che bel gioco, un pochino difficile, no?-
Continua a parlare Samantha.
Ashton annuisce passando una mano sul mento.
- Era il gioco preferito di una paziente che stava qui, adorava giocarci. Giocavamo insieme a volte.-
Ci informa continuando a sorridere e avvicinandosi di più a noi.
- Chi era? E perché 'stava'? Non è più qui?-
Domanda Luke cercando più informazioni possibili sulla loro vecchia amica.
- Si chiamava Sophia, è morta qualche tempo fa cercando di fuggire da qui. Quella ragazza era davvero dolce, non meritava nemmeno di stare qui.-
Dice malinconica Samantha.
Vedo l'espressione di Michael cambiare.
- Lo meritava più di ogni altro bastardo rinchiuso qui dentro.-
Dice a denti stretti.
Il sorriso di Samantha scompare per qualche secondo, ma poi riprende a sorridere. Un sorriso tirato cerca di non rendere il suo viso furioso.
- Non dire così Michael, era davvero una brava ragazza.-
Poi si avvicina ancora di più al tavolo e sposta con un braccio tutte le pedine dal cartellone facendole cadere a terra e guadagnandosi dei lamenti da parte di Calum. Chiuse il cartellone e lo prese con entrambe le mani.
- Questo gioco lo tengo io, come suo ricordo.-
Dice per poi andarsene.
- Non ci posso credere.-
Sussurra Angel.
- Ci ha fottuto la mappa utile o inutile che sia.-
Continua a dire Ashton scioccato.
- Io la ammazzo.-
Sussurro.
- Io volevo ancora giocare.-
Dice Calum quasi piangendo.
- Dobbiamo riprendercela.-
Dice rabbioso Michael.
- Quella stronza ci ha tolto l'unica possibilità di uscire da qui.-
Continua digrignando i denti.
Sento dei passi dietro di me, dei passi che conosco bene, vorrei voltarmi e iniziare ad insultarlo, ma inizia a parlare lui per primo.
- Ma come siete bravi, un gruppo di imbecilli. Vi fate rubare la mappa sotto gli occhi, complimenti.-
Dice schernendoci iniziando ad applaudire.
- Alison,- continua chiamandomi in modo compassionevole - hai fatto la scelta sbagliata mettendoti contro di me.-
Conclude la frase con disprezzo.
La sua mano si poggia sulla mia spalla e in un attimo mi alzo girandomi verso di lui e spostando violentemente la sua mano da me.
- Louis, stai lontano da me o potresti farti male.-
Dico con rabbia fissandolo dritto negli occhi. Sento Michael alzarsi e mettersi al mio fianco.
- Ti conviene portare il tuo culo fuori da questa stanza. Non vorrei prenderti a pugni e rovinarti quella faccia di cazzo che ti ritrovi.-
Louis ride nuovamente.
- Che paura!- ci schernisce - Michael non ti conviene metterti nei guai, so come farti sprofondare all'inferno.-
C'è un attimo di silenzio, poi gira la testa verso di me.
Nei suoi occhi blu si vede la rabbia smuoversi nel suo animo.
- La pagherai cara, Dama Rossa.-
Sussurra per poi andarsene.
- Io lo ammazzo.-
Sento Michael dire con un tono di voce bassissimo.
- Michael calmati, lascialo stare.-
Gli dico mettendomi difronte a lui e poggiando le mie mani sul suo viso. Abbassa lo sguardo su di me e vedo nei suoi occhi quella scintilla di rabbia che arde di odio. Pian piano il suo sguardo si addolcisce fino a far sparire quella rabbia. Anche il suo respiro prima irregolare, ora si è calmato permettendogli di respirare normalmente. Lascio un bacio leggero sulle sue labbra, ricordandomi della presenza degli altri alle sue spalle. Mi avvicino al tavolo poggiando le mani su di esso.
- Qualcuno di voi ha un piano?-
Chiedo guardandoli.
Angel si sistema meglio sulla sedia e dopo un sospiro impercettibile parla.
- Io avrei un'idea.-
---
Sento aprire la porta e mi giro dall'altro lato per vedere chi è.
- Hey Alison, ti ho portato la cena.-
Samantha entra nella cella portando in mano un vassoio con del cibo e un piattino dove sono adagiate le pillole.
- Grazie Samantha, ma non ho molta fame.-
Sussurro tirando le labbra in un sorriso. Samantha mi guarda poco convinta.
- È successo qualcosa? Non ti vedo molto bene.-
Dice poggiando il vassoio sulla scrivania e incrociando le braccia al petto.
Abbasso la testa e continuo a raccogliere alcune magliette che avevo lasciato a terra giorni fa.
- Puoi parlarne con me se vuoi.-
Continua Samantha.
Mi giro verso di lei sorpresa e torturandomi le mani.
- Sul serio saresti disposta ad ascoltarmi?-
Chiedo in un sussurro.
- Certo!-
Risponde Samantha sorridendomi comprensiva.
Mi siedo ai piedi del letto e lei mi imita sedendosi al mio fianco.
Prendo un profondo respiro e inizio a parlare.
- Ho paura che Michael possa far del male a Louis.-
Dico falsamente preoccupata.
Samantha poggia una mano sulla mia spalla rassicurandomi.
- Stai tranquilla, non potrà fargli del male o sarà punito, e sono sicura che non vorrà trovarsi in isolamento.-
Sorride leggermente.
- E poi lo vedo molto distante, come se pensasse sempre a qualcosa o a qualcuno. Tu sei qui da molto tempo, sai se Michael teneva specialmente a qualcuno in questo luogo?-
Chiedo mentendole, ma anche interessata a scoprire qualcosa in più su di lui. Il suo sguardo si incupisce. Luke aveva ragione.
- Michael passava molto tempo insieme a Sophia, quando lei morì, Michael cambiò molto. Ebbe vari problemi e dovemmo aumentare le dosi delle medicine. Mi dispiace molto che non riesca ancora a togliersi quella ragazza dalla testa, ma ora ha te e...-
Non riesce a concludere la frase che un fazzoletto bianco le viene premuto sulla bocca. Samantha spalanca gli occhi per la paura e porta le mani sul braccio dell'aggressore cercando di allentare la presa. Durante il tutto resto ferma continuando a fissare il muro davanti a me.
Dopo qualche secondo il corpo di Samantha è inerme sul letto. Sento il materasso piegarsi e poi sento la sua spalla sfiorare la mia mentre cerca di sedersi al mio fianco, spostando i piedi di Samantha.
- Odio il bianco, dovrei pitturare la cella se mai dovessi restare qui per sempre.-
Dico continuando a fissare il muro.
Lo sento sospirare e poi parlare.
- Potresti dipingerlo di blu come i miei capelli.-
Mi suggerisce Michael fissando anche lui il muro.
Mi giro verso di lui confusa e mi soffermo a guardare i suoi capelli ora tinti di blu.
- Perché ti sei tinto i capelli i blu?!-
Gli urlo contro fissandolo.
Gira velocemente la testa verso di me con un'espressione di uno che sa il fatto suo.
- Perché ero nervoso.-
Si giustifica con fare ovvio.
Porto una mano tra i capelli e sospiro leggermente.
- Spero che tu questa volta non abbia esagerato con il perossido.-
Michael si alza dal letto porgendomi una mano per aiutarmi ad alzare. Afferro la sua mano e mi tira su con forza facendomi sbattere contro il suo petto, l'altro braccio si chiude intorno al mio bacino.
- Ne ho usato giusto quanto basta per farla dormire qualche ora.-
Dice con fare innocente. È una situazione davvero esilarante. Più che assassini sembriamo una banda di ragazzini esilaranti.
Sbuffo per la centesima volta in quel giorno e mi allontano da lui.
- Allora muoviamoci, gli altri ci aspettano giù, davanti la camera di Samantha.-
Concludo spingendo Michael fuori dalla mia cella dopo aver preso il mazzo di chiavi di tutte le celle dalla tasca di Samantha e dirigendoci dagli altri al piano di sotto dove ci aspettava una lunga notte di ricerche.
EMILIA ROMAGNA
L'ha appena detto la signora che si trova a casa mia senza un motivo preciso. Comunque ve gusta? Volevo chiedervi un piacere, una sorta di 'raccontami la tua storia e ti do un dollaro' , solo che al posto del dollaro rispondo ad una vostra domanda, che sia sul personale o che riguardi la storia. Mi piace conoscere la storia della gente, che sia noiosa o eccitante, ma anche un piccolo pensiero o qualsiasi altra cosa. Quindi se volete contattatemi nei messaggi personali o chat private o come le volete chiamare. Datemi pure della pazza, basta che mi chiudete nel manicomio con Ashton.
Lasciate tanti voti e tanti commenti hihihi.
Bene, non ricordo cos'altro dovevo dire lol.
Ciao xx

Insane || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora