Vittima 51 e 52
-Dai Alison, andiamo! Ti farò conoscere anche i miei amici! Solo un paio di ore e poi puoi anche andartene, ma ti prego, vieni.-
Tory stava supplicando Alison da mezz'ora per accompagnarla all' acqua park. Le diceva che le avrebbe fatto conoscere i suoi compagni, grandi di due anni rispetto ad Alison, ma lei non voleva. Si vergognava del suo corpo e poi era ancora scossa dal suo ultimo omicidio, avvenuto il giorno prima. Si sentiva ancora macchiata da quel sangue. Sentiva ancora tra le mani la scheggia del vetro con cui aveva squartato la vittima. Sentiva ancora le parole supplicanti, le ultime parole che la supplicavano di avere pietà di lui. Ciò non l'aveva fermata, le voci erano più forti, riuscivano a farle fare di tutto.
- Non se ne parla. Sai che odio i posti affollati e poi è pieno di bambini rompi palle che schizzano acqua dappertutto.-
Alison aveva incontrato le braccia al petto e non intendeva muoversi dal divano.
- Alison Sarah Evans. Alza quel bel culo dal divano e vai ad indossare un fottuto costume perché, che tu lo voglia o no, vieni con me all'acqua park. Ora!-
Alison dopo aver sbruffato, era andata a mettersi il suo costume. Era a due pezzi, nero. Aveva delle belle forme, ma lei si sentiva inadeguata e orrenda. Andarono all'acqua park e durante il tragitto, Tory non fece altro che parlare dei suoi amici e del fatto che si sarebbe trovata bene con loro. Alison però sapeva come sarebbe finita. L'avrebbero scartata, presa in giro, usata e ridicolizzata. Appena arrivati, Tory aveva presentato Alison alla sua compagnia di amici. Erano circa una decina, quasi tutti maschi.
Dopodiché cominciarono a divertirsi. O almeno per quanto riguarda Tory e la sua banda di amici. Alison restava seduta sul bordo della piscina e faceva penzolare i piedi nell'acqua. Non le piaceva l'acqua. Dopo la morte della vittima 22, l'acqua la terrorizzava. I ricordi l'assalivano e le si bloccava il respiro in gola. Non si accorse che in quel momento Tory e il suo ragazzo Joseph si erano avvicinati a lei. La presero per i piedi e la tirarono in acqua. Alison urlò e non riuscì nemmeno a prendere tanto ossigeno. Tory e Joseph la tennero sott'acqua, impedendole di risalire a galla. I ricordi tornarono vividi nella sua mente. Si muoveva convulsivamente e tremava. Voleva urlare, ma l'acqua le impediva di sentire la sua voce. L'ira crebbe in lei. Joseph la tirò su e Alison sentì le risate del gruppo e di Tory. Corse via. Ma non poteva non fare nulla. Gli occhi le si incupirono.
Non hanno ancora capito di chi devono aver paura, dolce Alison.
Dagli una lezione, Alison. Fagli vedere che con te non si scherza.
Alison si avvicinò alla borsa di Tory dove c'erano la sua bottiglia d'acqua e quella di Joseph. Fuori dalle mura del grande parco c'erano delle more che aveva raccolto prima, senza farsi notare da Tory. Erano delle bacche velenose. Anche solo contatto con le labbra, ti facevano morire.
Ne spruzzò due in ogni bottiglia e poi andò via. Dopo una mezz'ora Tory e Joseph andarono a bere. Avevano deciso che dopo avrebbero avuto la loro prima volta ed erano così felici, ma appena quell'acqua avvelenata sfiorò le loro labbra, caddero a terra morti.
È così che morirono le vittime 51 e 52.
Vittima 22
Alison quella notte non riusciva a dormire. Il suo sonno era tormento da incubi. Vedeva le pareti della sua stanza piene di sangue da dove sbucavano braccia e ne provenivano grida assordanti. Decise di uscire e di prendere una boccata d'aria. Londra ormai la soffocava così salì sulla sua moto e viaggiò per quasi tutta la notte. Il vento le pungeva la faccia e i capelli si muovevano disordinati dietro le sue spalle. Le mano erano strette ai manubri della moto. Sfrecciava nella corsia opposta, in quelle strade sconosciute che l'avrebbero portata alla momentanea libertà. Viaggiò fino a quando non arrivò ai confini dell'Inghilterra. Le acque dello stretto che separavano l'Inghilterra dal resto del continente europeo, erano agitate e in tempesta.