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- Dammi la mappa e ti dirò come uscire.-

Fa un passo in avanti allungando la sua mano pallida verso di me.
Stringo di più la mappa tra le mani.

- Non ti credo più Louis, non più oramai.-

Mi alzo da terra facendo un passo indietro.

- Dovresti, anzi tu e i tuoi amichetti dovreste credermi.-

Sorride apertamente passando una mano nei neri capelli.

- Vai via.-

Stringo i denti cercando di non avvicinarmi a lui e prenderlo a pugni.

- Io vi servo Alison e voi servite a me. Collaboriamo e usciamo di qua, semplice. -

Scrolla le spalle avvicinandosi di più.
Resto ferma tenendo gli occhi fissi su Louis. Potrebbe avvicinarsi troppo e potermi rubare la mappa.

- Tu stai mentendo.-

Louis sorride e i suoi occhi si spostano verso i miei rivelando lo sguardo di una persona che aveva provato per la milionesima volta a mentirti nonostante avesse promesso di non farlo. Un atto folle mentire, ma mai folle quanto dire la verità. Siamo corpi mossi da anime nutrite dal peccato. L'uomo non dirà mai la verità perché c'è sempre qualcosa che gli si ritorcerà contro, sempre un'antitesi, sempre una macchia di peccato in ciò che è giusto. L'inferno in terra lo nutriamo noi, anime demoniache troppo abbagliate dal piacere. Mentire nasconde il peccato e ti fa sembrare l'anima più bianca mentre non sei altro che un'anima peccatrice. Privilegio riservato solo alle anime nere però. O forse è così che un'anima bianca diventa nera? Inizi e non riesci più a smettere. Menti, menti, menti fino a non sapere nemmeno più tu quale sia la verità. Menti senza ritegno solo per nascondere tutte le altre volte che hai mentito e inizia così il circolo vizioso dei bugiardi che vivono cento storie mai vissute. Non riesci più a controllarti, riesci a far mentire pure il tuo cuore. Diventa un'arte e tu la coltivi fino a trasformarti nella più grande bugia, o almeno è quello che fai credere a te stesso. Frutto della follia certo, ma riuscire a dire la vera verità, quella è roba da pazzi.

- È la verità, Alison. Devi credermi.-

Il sorriso scompare dal suo volto e fa un altro paio di passi in avanti. Io resto anche questa volta immobile.

- Ho bisogno che tu adesso mi creda o non usciremo mai da qui.-

Fa profondi respiri prima e dopo aver parlato cercando di mantenere la calma.

- Tu non uscirai mai di qui, fino a quando non morirai se prima non ti uccido io.-

Questa volta sono io a fare passi avanti arrivando a pochi centimetri da lui. Lo sguardo fisso nei suoi occhi, sento la tensione crescere e lo guardo con tutto l'odio che posso provare. Altro privilegio delle anime nere. L'odio scorre nelle nostre vene, odio puro. Ed è lì che si concentra la nostra forza perché l'odio lo senti scorrere dentro, lo senti far battere il cuore, lo senti quando arriva nel cervello portandoti a fare pensieri che solo un'anima nera può avere.
Louis afferra la mappa che stringo ben salda nelle mani per cui la mappa si trova tra di noi tirata da entrambi.
La sua mano libera afferra il mio polso stringendolo e costringendomi ad allentare la presa quanto basta affinché lui riesca a prenderla del tutto. Cerco di sferrargli un pugno, ma lo schiva afferrando il mio avambraccio e portandolo dietro la mia schiena bloccandomi e facendomi sbattere contro il suo petto. Con l'altra mano cerco di afferrare la mappa, ma Louis la tira verso l'altra parte della recinzione. Urlo girandomi di scatto e tirando un pugno a Louis facendolo cadere a terra e corro verso la recinzione per provare a riprendere la mappa, ma è troppo lontana anche se cercassi di prenderla con un legnetto. Mi butto a terra sulle ginocchia continuando ad urlare e buttando pugni in terra.
Che cosa ha fatto.
Era la nostra unica via d'uscita. Due mani mi afferrano dalle braccia e mi alzano di forza trovandomi a pochi centimetri dal volto di Louis.
L'odio scorre nelle nostre vene, pulsa nei nostri cuori e porta pensieri di odio nelle nostri menti.

- Che cosa hai fatto!-

Gli urlo in faccia cercando di colpirlo di nuovo, ma lui stringe ancora di più le mie braccia.
Del sangue scorre sulle sue labbra cadendo in piccole goccioline sulla mia maglia. Il suo viso è accecato dalla rabbia più del mio.

- Ti ho detto che devi fidarti!-

Urla di rimando spingendomi verso dietro, ma senza allentare la presa.

- Come posso fidarmi di te, Louis? Come?! Non posso!-

Dico cercando di liberarmi.

- Per questo ho dovuto buttare via la mappa.-

Dice iniziando a tranquillizzarsi e ad allentare la presa su di me. Il mio volto lascia trasparire confusione, non riuscendo a capire perché ha lanciato via la mappa.
Lascia le mie braccia e poggia le mani sul mio viso mentre cerco di regolarizzare il respiro.

- Alison, la mappa siamo noi. Solo noi sappiamo uscire da qui. Io, tu e Michael.-

I suoi occhi sono spalancati e puntati nei miei pieni di terrore e confusione.
Non c'è uomo più pazzo di colui che non mente.

RUNAWAY
Ciaoooo, come va? Piaciuto il capitolo? Lo so non aggiorno da una vita, ma finalmente ce l'ho fatta. Grazie notti insonni che servite a qualcosa. Lo so che è corto, ma avevo bisogno che finisse qui. Coooomunque non mi ricordo che altro dirvi, ma vabbe.
Ciao xx



Insane || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora