-Capitolo 38

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HARPER

Scesi le scale stropicciandomi gli occhi e allacciandomi la vestaglia alla vita.
«Buongiorno a tutti» dissi con gli occhi mezzi chiusi e la voce impastata dal sonno.

«Buongiorno piccola mia» disse mia madre dai fornelli e Alan fece lo stesso alzando verso di me la sua tazza di caffè, tornando poi a leggere tranquillamente il giornale accanto alla finestra.

Mi sedetti sulla prima sedia e sentii l'odore di frittelle stuzzicarmi il naso. «Si si si si si» esultai sbattendo la forchetta sul tavolo.

Ero mezza addormentata, la giornata precedente era stata piena di sorprese e notizie che mi avevano distrutta completamente.

Mia madre sorrise, porgendomi un piatto pieno zeppo di frittelle e brioches appena sfornate, accompagnate da una tazza di the caldo.

«Buongiorno!» fece la sua entrata Luke dalla porta. Come me, si sfregava gli occhi e dava tutta l'aria di aver dormito poco niente.

«I pantaloni, figliolo» disse Alan indicandogli l'elastico dei boxer che sporgeva dai pantaloni calanti.

Mugugnó qualcosa e arrivó a sedersi accanto a me. Prese la forchetta e infilzó una frittella portandosela nel tovagliolo, e poi alla bocca.

«Wow, Amanda. Sei davvero un ottima cuoca» si congratuló il biondo con la bocca piena. Mia madre alzó le spalle e lo ringrazió per poi cominciare a riporre tutte le pentole nella lavastoviglie.

Stetti zitta e cominciai a gustarmi la brioches imponendomi di tenere gli occhi aperti.

«Oh, Harper, oggi io e Alan staremo fuori fino al tardo pomeriggio, spero che a voi ragazzi non dispiaccia» parló mia madre allontandandosi dai fornelli.

Arrivó dietro alla mia schiena e cominció a massaggiarmi le spalle, lo faceva sempre quando passavo una notte insonne o quando avevo ansia per un test: mi rilassava.
Annuii lasciandomi trasportare dalle sue mani.

«Beh, d'altronde Luke ha la macchina. Potresti portarlo in qualche locale o fargli conoscere i tuoi amici» sorrise entusiasta.

Luke diede un colpo di tosse e a me quase andó di traverso la crema. Annuii e cercai di fingere un sorriso verso mia madre ed il suo compagno. Entrambi sparirono dalla cucina e sentii le scale scricchiolare sotto di loro.

«Oh, piccola Harper, mi porterai in giro per la contea a conoscere gli amichetti? Ma che brava sorellina!» ironizzó raccogliendo le sue cose e sistemandole nel lavabo.

«Chiudi il becco. E non chiamarmi sorellina, non siamo fratelli, Luke» sputai. Il the non potrà mai sciogliere il nervosismo come il mio solito caffè mattutino.

Alzó le spalle ed arrivó in corridoio. Strinsi gli occhi più forte, lasciando volare la speranza di svegliarmi e realizzare che tutto questo sia stato solo uno strano sogno. Magari una fata del Natale passato o futuro mi ha rapita. "Si, rapita e catapultata nel presente". Grazie coscienza.

Sbuffai e mi alzai correndo su per le scale e prendendo le mie cose per dirigermi al bagno.

Lasciai che l'acqua scorresse in modo da scaldarla, mentre mi spogliai e slegai i capelli dal nido che mi si era formato in testa; accesi la musica nel mio cellulare e lo impostai sulla mia playlist preferita.

Sotto il getto d'acqua mi trovai a pensare a Thomas, e a cosa stesse pensando lui in questo momento di me, voglio dire, cosa siamo? Due amici, che si sono baciati, hanno avuto un appuntamento e che..
No, no, no. Grattai lo shampoo sui capelli in modo da scacciare tutti i dubbi e i cattivi pensieri dalla mia mente. Io e Thomas eravamo quello che eravamo, non avevamo bisogno di avere un titolo perchè noi eravamo qualcosa e quel qualcosa mi rendeva felice.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora