-Capitolo 54

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HARPER

Seduta al tavolo in mensa ascoltavo cosa le mie amiche avessero da dire mentre giocherellavo con i capelli. Ero distratta e non seguii metà delle loro veloci parole.
«Beh Harper?»
Talíta mi sveglió dalla trance, ma notando la mia faccia sconvolta, lasció perdere la domanda e inizió a rimproverarmi. «Harper, sei sempre più assente. Si puó sapere che ti succede?»
Scossi la testa, e cercai le parole adatte per spiegarle che... Che aveva ragione.

Ultimamente era successo davvero questo, ero sempre così distratta e assente che spesso mi ritrovavo a dover farmi ripetere spezzoni di conversazioni intere. Sembrava che mi stessi dimenticando della ragazza che più e più volte mi aveva asciugato il mascara colato per il pianto e che mai si è arresa a farmi spuntare un sorriso ma non era così, solo che non ero molto brava a dimostrarlo.
Optai per una deludente scrollata di spalle, sorrisi all'immagine delle facce buffe che faceva quando ero sovrappensiero e, alzandomi dalla sedia, le stampai un bacio in fronte, girandomi per andarmene senza dire niente.

Sentii sulle mie spalle il peso degli sguardi di Tali ed Angel, e seppi con sicurezza che si stavano già chiedendo in quale ospedale psichiatrico sarebbe stato più opportuno ricoverarmi. Momentaneamente non m'importava.

Una sola cosa mi perseguitava al momento, e appena svoltai l'angolo mi venne addosso troppo indaffarata a trafficare nelle tasche.
«Har» Thomas alzó gli occhi sorpreso dal vedermi, e lo vidi agitarsi in cerca del cosa dire. Prese a trafficare con le chiavi della moto e con la spallina della tracolla mentre iniziava a parlare agitato.
«Stavo giusto raggiungendo la mensa, perchè pensavo fossi lì, avrei pranzato con te e..»
Non lo lasciai finire che premetti subito le labbra sulle sue.
Lo sentii rilassarsi all'interno del bacio sorridendo sulla mia bocca.
«Non preoccuparti, ho mangiato con Tali e Angel, avevamo del tempo insieme da recuperare.»
Strizzai l'occhio e tolsi l'immagine della mia migliore amica dalla testa per concentrarmi sul ragazzo difronte a me.
Vidi i suoi lineamenti alleggerirsi, e non seppi come interpretare quella sua reazione.
Era contento che non ci fossi rimasta male oppure era sollevato che non avesse dovuto pranzare con me? "perchè magari ti nasconde qualcosa" aggiunse la mia mente.

Decisi di rimandare il pensiero, lo avrei scoperto al più presto possibile, così gli chiesi. «Ehy, oggi ti va di venire da me? Dopo il mio turno da Wordy's»

Il muscolo accanto all'occhio ebbe uno spasmo quasi impercettibile, ma poi un ampio sorriso si stampó sul suo viso. «Certo piccola. Non riesco a venirti a prendere perchè ho delle cose da sbrigare, ma appena finisco arrivo»

Non chiesi quali fossero quelle cose che doveva fare per non sembrare invasiva e nemmeno esagerata nei confronti delle mie paranoie, cosí lo salutai con un abbraccio e raggiunsi i miei successivi corsi.

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I minuti passarono veloci mentre la mia penna blu prendeva appunti sulla lezione che la professoressa cercava di spiegare, ma il risultato non fu che un enorme confusione di idee e scarabocchi sul foglio torturato che riposi in borsa alla fine dell'ora.

La folla di ragazzi che si riversó nei corridoi non mi permise di arrivare in tempo per prendere l'autobus, così aspettai alla fermata e arrivai in ritardo al lavoro.

«Principessa, era ora» Cameron mi prese in giro appena entrai all'interno del locale con il naso rosso e il giubbotto stretto attorno al corpo.

Come al solito andai nello sgabuzzino a prepararmi e poi tornai, promettendomi di dedicarmi interamente a cioccolate e caffè e non a ragazzi con gli occhi dello stesso colore di quelle due bevande.

Stavo servendo una signora quando il campanello d'entrata trilló e un ragazzo dai capelli infilati sotto un capellino di lana varcó la soglia. Era alto e magro, il giubbotto verde salvia aumentava il volume del suo corpo e gli scarponcini lo aiutarono ad arrivare ad un tavolo senza far cadere tutti i fascioli che aveva tra le braccia.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora