-Capitolo 39

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HARPER

Stavo preparando le valigie perchè durante il pomeriggio io e Luke avremmo fatto ritorno a casa.
Alla rinfusa, riposi i pochi paia di pantaloni e le magliette che mi ero portata, assicurandomi poi di aver preso il caricabatterie e gingilli vari. Spogliai la mia camera di tutto ciò che avevo importato per quella breve vacanza e, questa volta, mi ricordai di porre in valigia anche alcune foto di me e Talì che avrei poi riposto in cornici a casa.

Mamma in salotto stava sistemando il pranzo mentre Alan in giardino toglieva la neve dal vialetto.
Un quadretto davvero perfetto, per una domenica mattina.

Era stato un bel week end, passato in famiglia, con i suoi alti e bassi.
Mi era mancata mamma e rivederla mi aveva colmato il cuore, Alan era il genere adatto di uomo che tutte avrebbero voluto al loro fianco e Luke, beh Luke era Luke.

Dovevo ammettere che alla fin fine non mi dispiaceva averlo come fratellastro. Si comportava bene, e faceva il possibile per essere un bravo fratello, anche se a modo suo.
Tutti gli interrogativi che erano sorti durante la scuola si sciolsero e scivolarono via con la neve, quando accettai il fatto che il problema ero io e non lui.
Aveva da sempre tentato solo di avvicinarsi lentamente e non spiattellarmi in faccia il fatto che fosse il figlio del compagno di mia madre.
In effetti sarebbe stato un duro colpo, quindi dovevo solo ringraziarlo.

Presa dalla maglietta che stavo impachettando e dai pensieri che si facevano spazio nella mia mente, non mi accorsi che qualcuno era sul ciglio della mia porta.

«Ehm ehm» tentó il ragazzo biondo di attirare la mia attenzione e io mi spaventai al suono brusco che raggiunse i miei timpani.
Mi girai poggiando la maglietta in valigia e gli feci cenno di entrare.

«Ti stai preparando a tornare eh?» chiese cercando con lo sguardo qualcosa in camera mia.
«Si, tu hai già tutto pronto?» seguii con lo sguardo il suo, cercando di capire. Ma come al solito il mio tentativo fallì miseramente. Luke era indecifrabile.
«Esatto. Non ti dispiace vero tornare con me? Non era mia intenzione scombussolare i tuoi piani, ma quando lo ha saputo tua madre ha insistito e...»
Lo presi per un braccio e lui posó finalmente lo sguardo sul mio viso.
«Ti preferivo prima, sai, sarcastico e menefreghista.» sorrisi e lui fece finta di asciugarsi la fronte con la mano.

Osservai che un braccio era nascosto dietro la schiena e spostai gli occhi dal suo  braccio al suo viso alzando un soppracciglio.
«Oh, ecco.» inizió imbarazzato per poi tendere il braccio verso di me; teneva in mano un pacchetto, con un grande fiocco rosso posato sopra. Un regalo, che pensiero gentile.

Rimasi sorpresa. Io, ecco, non me l'aspettavo.
Mi ci volle un secondo per capire che era il mio regalo di Natale, e un altro secondo per connettermi al fatto che io non gli avevo preso niente.
Le guance si tinsero di un rosso acceso e pensai che la temperatura al mio interno fosse oltre il dovuto alta.

«Luke. In realtà io..» dissi impacciata mentre rigiravo il pacchetto tra le mani.
«Tranquilla. Nessuno ti aveva avvisata che ci sarei stato. Adesso aprilo» i suoi occhi luccicanti per la voglia di vedere se mi sarebbe piaciuto o meno il suo dono.
Lo accontentai.
Scartai lentamente l'involucro e appena tastai con le dita quello che riconobbi come obiettivo fotografico, iniziai a saltellare sul posto.
Era una macchinetta fotografica da collezione.
Una delle poche che non avevo.
Ecco cosa stava cercando nella mia stanza, e diamine, aveva indovinato quale mi mancava.

Non ci pensai un attimo in più ad agganciarmi alla sua vita con le braccia e ringraziarlo una decina di volte.
«Grazie, grazie, grazie» sembravo una bambina, ma era riuscito davvero ad azzeccare il mio punto debole.

In un primo momento rimase il ragazzo tra le mie braccia rimase fermo, ma poi inizió ad acarezzarmi la testa come solo un fratello maggiore puó fare e si mise a ridere.
Risi anch'io.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora