-Capitolo 42

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HARPER

Le lezioni ripresero man mano a ricominciare sommergendo noi studenti di ricerche e capitoli da studiare, gli esami del trimestre erano più vicini che mai e la mia testa vedeva solo biografie d'autori e definizioni scientifiche.

Mi alzai dal letto infilandomi dei jeans neri e una camicia bianca, corsi in cucina per prendere del caffè, guardare un po' le ultime notizie al telegiornale e sistemare la borsa per la lunga giornata che mi attendeva.
Fischiettai dirigendomi in bagno dove finii di sistemarmi i capelli e il trucco prima di uscire dall'appartamento.

Ero in anticipo, come al solito. Thomas sarebbe passato a prendermi, come aveva promesso, e avrei trovato una scusa per trascinarlo da qualche parte con me dopo le lezioni.
Girai i pollici e sbuffai aspettando che lui arrivasse. Presi tra le mani la Canon che avevo incastrato tra i libri e raccolsi in qualche immagine ció che mi circondava: la poca neve ancora non sciolta, i rami spogli e la strada umida, il sole che brillava e illuminava la brina dei ciuffi d'erba del giardino accanto al condominio e le mie stesse gambe stese giù dal marciapiede, sulla strada che luccicava a causa del sole riflesso sulla neve sciolta.

Riguradai l'ultima foto con attenzione, prima che la macchina fotografica mi venisse rubata. Guardai in alto pronta per urlare a chiunque avesse osato toccare le mie cose, ma poi vidi Thomas dietro l'obiettivo con il dito pronto a scattarmi una foto. Ruotai gli occhi al cielo e portai le mani ai fianchi prima di venir illuminata dal flash.
Immaginavo già l'originalità e la spontaneità di quell'orribile foto quando lui affermó «Sei bellissima anche così»
Quasi gli credetti quando invece poi mi indicó lo scatto e scoppió a ridere avvicinandosi. Mi cinse i fianchi e affondó il viso nell'incavo del mio collo, coperto da una folta sciarpa.
«Buongiorno» fece sfiorare i nostri nasi, staccatosi dal rifugio caldo. «Buongiorno» mi morsi il labbro, sporgendomi per baciarlo. Si spostó indietro e riprese a ridere.
Sporsi il labbro inferiore e incrociai le mani al petto, mi voltai dandogli le spalle per venir poi travolta dal calore del suo corpo contro la mia schiena mentre mi lasciava rapidi baci sulla guancia e finalmente riuscii a rubargliene uno sulle labbra.
Ero ancora poco abituata a quei gesti, ma fui sicura che non ci sarebbe voluto molto affinchè diventassero abituali e normali.

Dopo aver finito di coccolarci ancora un po' con baci e carezze salimmo in moto e Thomas si assicuró che le mie mani fossero saldamente strette alla sua vita prima di sfrecciare sull'asfalto scuro. Poggiai la testa sulla sua spalla e pregai che tutti i semafori diventassero rossi, così da allungare il tragitto verso l'università.
Stare lí, a contatto con la sua schiena, con un sorriso ebete in viso e gli occhi chiusi a causa dell'aria era forse una delle migliori sensazioni che si potessero provare, e sicuramente non volevo che finisse cosí in fretta.

CALUM

Arrivati a destinazione dopo il corto tragitto, così mi sembró, scendemmo dal veicolo e le slacciai il casco e per poi riporlo con il mio nel bauletto, scambiandolo con la tracolla. Misi i libri in spalla e circondai le spalle di Harper con il braccio, camminando fiero oltre il parcheggio verso l'entrata.
«Devo andare, mi aspetti all'uscita?» mi chiese guardandomi dritto negli occhi, con i suoi cosí grandi e luminosi. «Certo che si, a dopo amore» quando mi accorsi di averla chiamata così volli quasi coprirmi la bocca. Era stato talmente istintivo che lei mi fissó per un momento con occhi sbarrati, per poi sostituire l'espressione stupita con un sorriso enorme e baciarmi con la sua solita dolcezza. Riaprii gli occhi solo dopo che si fu staccata già da tanto e la vidi correre tra i corridoi.
"Ah, Calum, dove sei andato a imbucarti".
Cercai di non dare ascolto alla mia coscienza che parlava per niente come il suo solito.
"Ma guarda te se una piccola e minuta ragazza dagli occhi blu doveva cambiarti in questa maniera, quasi in modo repentino." Continuó imperterrita cercando la mia attenzione. Ma non volevo farmi distrarre e assolutamente non avevo intenzione di cambiare idea, perchè quello che stavo facendo sembrava così dannatamente giusto. E per una volta volli concedermi il Paradiso e non solo una porzione di Purgatorio, una continua attesa. Harper era lì ed ora, e io non me la sarei lasciata scivolare tra le dita come sabbia sulla spiaggia.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora