-Capitolo 8

188 22 2
                                    

CALUM

Corsi per il campus. Non vedevo l'ora di uscire dall'università: quella giornata parve non voler finire mai. Mi guardai intorno mentre attraversavo il giardino, una mano a tenere la tracolla, l'altra giocava con la cerniera del giubbotto scuro che scaldava il mio corpo in quel freddo primo pomeriggio.

Una folata di vento mi accarezzò il viso mentre oltrepassavo gli imponenti cancelli dell'istituto. Sospirai e continuai il mio cammino. Non avevo una meta, semplicemente camminavo per rilassarmi e cercare di pensare un po' alla mia situazione e alle continue bugie che ero costretto a dire ormai da troppo tempo.

Mi persi a guardare le mie scarpe che proseguivano sull'asfalto scuro, qualche goccia cominció a rigarmi il viso, ma non era fastidiosa.

Non seppi in che vicolo mi fossi imbucato, sperai solo di non essermi perso; le case sembrarono prive di manutenzione e i muri avrebbero ceduto al primo temporale violento. Voltai il capo al cielo, dove i nuvoloni grigi sembrarono prendere in giro ogni colore sgargiante che la città presentava.

Una mano fece pressione sulla mia spalla, sussultai per la sorpresa, ma mi voltai di scatto.

Un ragazzo dai capelli rossi e gli occhi chiari mi fissava con un sorriso sghembo, a pochi centimentri da me. Non era vestito pesantemente: una semplice canottiera e dei jeans; qui sembravano tutti avere caldo nonostante il termometro non arrivasse alla prima tacca sopra lo zero.

«Michael»
«Hood. Ho qualcosa per te» amplió il suo sorriso estraendo una grande busta dalla tracolla, che solo in quel momento mi accorsi possedesse.

Respirai profondamente fissando la polvere opaca contenuta tra le sue pallide mani.
«Cos'è?» chiesi, notando la droga diversa dal solito.
«La chiamano Bianco Paradiso. Dicono che sia la polvere più potente in circolazione. Questa è per te, dovrai venderla questo week-end.» mi porse la busta che mi affrettai a nascondere nello zaino, sperando che nessuno ci avesse prestato attenzione.

«Durante il pomeriggio» aggiunse, infilandosi entrambe le mani nel tessuto leggero dei pantaloni.

Trasalii. Nel pomeriggio avrei sicuramente dovuto incontrare la ragazza, la fotografa, per quello stupido concorso al quale doveva partecipare.
Avevo bisogno dei suoi soldi, non potevo permettermi di continuara a vivere con il misero salario offertomi dall'illegalità.

«Non posso, non nel pomeriggio» scossi il capo, senza interrompere il contatto visivo con lui.

«Non te l'ho chiesto. Il mio è un ordine.» indurì la mascella assumendo un'espressione tutt'altro che amichevole.

«Ho detto che sono impegnato» presi tra le mani la busta e gliela allungai, sbattendogliela contro il petto.

«Ah Calum. Mi piaci, sai? La paga sarà più alta con questa sostanza, circa duecento dollari in più che sono convinto potrebbero farti comodo.» tornó ad assumere uno sguardo malvagio ed una scintilla gli incupì gli occhi chiari.

Cazzo, sapeva esattamente quali parole usare, il bastardo.

«Posso venderla, sai che ci so fare. Solo, non di pomeriggio, sarebbe troppo rischioso» sembrai convincerlo. Abbassó il capo in un ghigno per poi rispondermi «D'accordo Hood. Non farmi pentire della fiducia che ho in te» si giró e se ne andó.

---

Tornato per le vie cupe della cittá mi soffermai a guardare il cielo.
Poteii intravvedere il sole timido dietro ai nuvoloni. Eravamo simili io e lui. Entrambi in guerra dietro a un qualcosa che offuscava la nostra luminositá. Che siano nuvole o che sia un giro di spaccio, poco contava.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora