-Capitolo 47

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CALUM

La mattina seguente mi svegliai con il braccio intrappolato sotto un peso e appena aprii l'occhio per vedere cosa fosse mi ricordai di essermi addormentato a casa di Harper quella sera.
Più precisamente con lei abbracciata.
Dopo aver studiato tutto il pomeriggio, come non avevo mai fatto in vita mia, ero riuscita a convincerla a rilassarsi un po' e, pur non essendo andati oltre a casti baci e innocenti carezze, avevamo finito per dormire abbracciati sul suo divano.

La luce filtrava timida dallo spiraglio dell'obló sulle travi e la ragazza accoccolata al mio fianco dormiva serena, quasi sorridente.
Le spostai delicatamente una ciocca ribelle dagli occhi e la posai dietro all'orecchio che in quel momento era poggiato sul mio petto, dove il cuore batteva regolarmente sotto il suo tocco.

Vidi le palpebre muoversi e trattenni il respiro sperando di non averla svegliata; si giró mugolando qualcosa e la ringraziai mentalmente per aver lasciato il mio braccio addormentato libero.

Prima di alzarmi dal divano mi sporsi ancora oltre il suo volto, come un bambino curioso, per essere sicuro che stesse dormendo serena come un angelo e dopo essermene assicurato stiracchiai la schiena indolenzita e mi alzai piano.

Camminai in punta di piedi, cercando di evitare tutti gli spigoli dei mobili del salotto di Harper e specialmente gli innumerevoli libri che non ci eravamo preoccupati di raccogliere la sera precedente, troppo occupati da impegni maggiori.

Sorrisi al ricordo di come ero riuscito a convincerla a lasciarsi trasportare dalle mie mani, e i suoi baci prima così morbidi e delicati trasformati poi in bisognosi morsi alle labbra.
Impercettibilmente mi toccai la pelle delle labbra, e sentendole secche senza il contatto con quelle di Harper, decisi di prendere un bicchiere d'acqua.
Sicuramente avrebbe rimediato un poco al bisogno della pelle di Harper.

Aprii i mobiletti e imprecai quando questi ultimi cigolarono, riuscii a prendere un bicchiere e lo riempì di acqua svuotandolo subito dopo.

Tornato in salotto non servì neanche che mi vestissi così decisi solamente di prendere il pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto e scivolai fuori dalla porta d'ingresso, dando un'ultima occhiatta al disordine che regnava nella stanza, dove al centro la ragazza che mi aveva rubato il cuore stava ancora sognando.

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Dopo aver lasciato Harper nell'aula dove avrebbe tenuto il suo primo esame scritto mi avviai verso la biblioteca, promettendomi di studiare ció che ieri avevo tralasciato.

La mora infatti pensava che mi fossi concentrato su tutte le formule presenti nel libro, ma mi era stato fottutamente impossibile, mentre lei si arriciava i capelli alle dita, oppure si mordeva il labbro in modo dannatamente sexy, per non parlare di quando a gambe incrociate si sporgeva e .. Basta Calum.

Continuando a farmi largo tra la folla di studenti finalmente arrivai in biblioteca e mi cimentai sui libri sbuffando sonoramente, tantochè alcuni alunni si girarono infastiditi.
Non me ne fregava niente, come al solito, ma per lo meno decisi di non dar loro retta e di impegnarmi per "non dover recuperare nulla durante l'estate" come aveva detto Harper.
E a questo riguardo, pensai a come sarebbe stato bello passare l'estate con lei, in moto verso il mare o una meta indistinta, i suoi capelli al vento e le mani a reggersi forte ai miei fianchi, ma anche semplicemente passeggiare al parco insieme sarebbe stato un sogno.
Presi un sospiro rassegnato e cominciai invece a studiare, mettendo i miei sogni nei cassetti, la dove erano destinati a prendere polvere.

Dopo neanche trenta minuti di concentrazione tornai a chiudere il libro e a masticare la mia matita con foga.

«Thomas, sapevo che cercandoti ti avrei trovato»
Dannazione, questa era la ciliegina sulla torta.
«Levy, sto studiando. Sparisci, grazie»
Spostai la sedia prima che potesse sedersi, ma sfortunatamente il moro non cadde.
«Veramente hai il libro chiuso e ad ogni modo volevo darti solo una notizia che penso possa interessarti, considerando che si tratta indirettamente della tua ragazza. Ma se vuoi me ne vado» disse lui alzando il mento in segno di superiorità e girando i tacchi per andarsene.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora