CALUM
Mi svegliai sudato. Avevo fatto un sogno di cui non ricordavo niente, ma ebbi il presentimento che fosse stato qualcosa di angosciante.
Caddi dalla brandina sbattendo il gomito per terra e imprecai. La giornata iniziava bene.
Raggiunsi la doccia poco distante e litigai con il getto d'acqua fredda che mi fece accaponare la pelle.
Quando finalmente le gocce calde picchiettarono sulle mie spalle, riuscii a distendere i muscoli e a godermi quella sensazione rilassante.
Mi dissi cosa avrei dovuto fare quella mattina: una sola cosa, per essere precisi, ma mi sarebbe costato molto, e forse non l'avrei portata a buon fine. Dovevo chiedere scusa a Harper e convincerla che potevo farle da modello, seriamente sta volta.
Sarei andato da Wordy's con la scusa di fare una ricerca sul computer per l'universitá, non era una bugia, solo che non l'avrei fatta quel giorno, semplicemente avrei monitorizzato il locale fin quando Harper non sarebbe arrivata; semplice direi.
La parte complessa arrivava dopo: avevo letto nel suo sguardo la determinazione che metteva in tutto ció che doveva fare. E io forse l'avevo delusa. Magari si era convinta di dover cercare qualcun'altro: forse l'aveva anche giá trovato. Cazzo. Non avevo pensato a questa possibilitá. Avrei fatto anche la figura dello sfigato se cosí fosse.
Non mi restava che rischiare.
Da come erano iniziati i primi minuti del mattino, una vocina interiore mi suggerii di lasciar perdere, ma seguire ció che dicevano gli altri non era mai stato il mio forte.Fecii velocemente colazione con il latte avanzato in frigo e quello che doveva essere stato un muffin, nel suo periodo migliore.
Mi vestii leggero quella mattina: sembrava ci fosse il sole fuori, quindi nemmeno mi preoccupai di procurarmi un ombrello per uscire.
Presi la tracolla, ci infilai il computer, le chiavi dell'appartamento e uscii sospirando.Non mi sbagliavo: fuori il sole mostrava i suoi raggi, anche se in lontananza alcune nuvole si avvicinavano minacciose, ma non ci diedi peso.
Camminai con le mani in tasca, la tracolla che mi sbatteva sulla coscia ogni volta che dovevo schivare qualche stronzo che non si spostava dalla mia parte del marciapiede.Pensai a come avrei potuto iniziare il mio discorso di scuse. Qualcosa tipo «Harper, mi dispiace per ieri, era la prima volta che facevo un servizio fotografico e il mio carattere impulsivo non mi ha permesso di controllarmi. Potremmo ricominciare? Prometto di impegnarmi di piú.»
Sembravo un fottuto bambino che giurava alla mamma di non fare piú il monello.
Optai per qualcosa di piú diretto come "Come vedi sono qui per chiederti scusa. Potresti dimenticarti di ieri e dirmi a che ora ci vediamo domani per le foto?"
Non so se me la sarei cavata cosí facilmente , ma valeva la pena provarci.Attraversai la trafficata strada di Chicago e raggiunsi la porta del locale, che aprendosi fece tintinnare il suo campanello.
Mi sedetti al solito posto, e il moro dell'altra volta tornó a chiedermi cosa volessi.
«Una spremuta» risposi, e prima che si voltasse chiesi «Sai dirmi a che ora inizia il turno Harper?»
Lui parve scosso, ma rispose ugualmente «Tra venti minuti dovrebbe arrivare. É sempre in anticipo»
Ringraziai e accesi il pc.Riuscii a perdere a solitario ben tre volte prima che la mora facesse il suo ingresso al bar. Alzai lo sguardo oltre il computer e la vidi sorridere al barista, che ricambió agitando la mano in segno di saluto.
Bene, almeno era di buon umore.Come al solito andó a cambiarsi e tornó in sala con il suo grembiule da allacciare.
Mi dava fastidio come il moretto, che sentii chiamarsi Cameron, le cingesse i fianchi per prendere i lacci del grembiulino, e poi impiegasse piú del dovuto a fare il nodo.
Il tutto mentre lei sorrideva alle sue battute.
Scossi la testa e aspettai che si accorgesse di me.
Non ci volle molto: appena piegó il capo all'indietro per farsi la coda mi vide, e il suo luminoso volto prese un'altra sfumatura.
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Imagine [C.H] #Wattys2016
أدب الهواةSfogliando le ultime foto scattate, Harper notò il ricorrente volto del ragazzo con il mistero impresso nello sguardo. «Stai lontana da Calum» «Chi è Calum?» -In fase di REVISIONE-