-Capitolo 28

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HARPER

Persi il primo autobus della mattina, era da tempo che non mi succedeva. La sera precedente avevo scordato di mettere sotto carica il cellulare, di conseguenza la sveglia non era suonata.

Avevo fatto tutto di fretta la mattina, dalla doccia, alla colazione e al vestirmi, quindi sembravo un piccolo mostriciattolo imbottito di vestiti scelti a caso.

Per tutta la notte la neve era scesa imperterrita imbiancando completamente Chicago quindi poca gente prese il mio stesso autobus e cosí trovai un po' di tranquillità nei sedili più lontani.
Misi le cuffiette nelle orecchie e guardai lo spettacolo delle strade imbiancate che scorrevano sotto di me.

Quando finalmente riuscii a varcare i cancelli dell'universitá, fui contenta nel vedere che nessuno si muoveva con frenesía, segno che la campanella ancora doveva suonare.

Raggiunsi con molta calma la mia classe con i libri in mano dato che nel pomeriggio mi sarei dovuta incontrare con Thomas per una rapida seduta di fotografie. Le copertine plastificate erano fredde contro le mie mani ruvide per il gelo.

Mi sedetti su una sedia qualunque, non badando troppo a chi mi trovai a fianco. Aprii il quaderno degli appunti, accesi il computer e mi affrettai a ripassare la lezione precedente.

«Harper, ehi» Angel prese posto vicino a me, lanciando a terra la sua borsa.
«Angel! Tutto bene?» mordicchiai il tappo della penna
«Molto bene grazie»  incroció le braccia sul tavolo e attese l'arrivo del professore, che non tardó ad entrare nell'aula.

Iniziammo a guardare un power point sull'evoluzione delle risorse energetiche che sembró durare più dello shopping di Tali, e mi stupii di me stessa per non essermi addormentata, anche senza il mio caffè mattutino.

«Cos'hai ora?» mi chiese la rossa, uscendo dall'aula insieme a me
«Mh, Letteratura Inglese. Tu?» cominciai a camminare verso la mia classe successiva.
«Mh, un'ora buca. Credo che andró in biblioteca» strinse le spalle e sistemó la borsa.
«Uh, Harper?»
«Si?» mi voltai
«Domani sera c'è una festa a casa di un mio amico, in centro cittá. Ti va di venire? Più tardi chiederó anche a Talìta!» mi sorrise, poggiandosi alla porta.
«Certo, perchè no. Comunque per Tali, non sprecare energie, è con i genitori di Bradly questa settimana, non è nemmeno a scuola» le sorrisi e lei fece lo stesso.

Continuammo a camminare e mi ritrovai a letteratura.
«Ah, Angel, stasera hai da fare?» le chiesi prima di entrare in classe.
«No, non che ricordi. Perchè? Ti va di fare qualcosa?»  incorció le sopracciglia e si avvicinó a me.
«Già. Non mi va di stare a casa da sola. Uhm, Stavo pensando.. Cinema?» sorrise e poi annuì contenta.
«Certo, a stasera allora!» e poi la vidi allontanarsi verso i dormitori mentre io attesi la strega che si faceva chiamare professoressa.

CALUM

Non capiró mai come una persona decida di fare un lavoro come il professore, è davvero stressante tenere a bada dei ragazzi tali, quali quelli presenti nelle mie classi. Certo, non ero sul punto di poter giudicare le professioni altrui, ma ancora non me ne capacitavo.
Tanta fatica sprecata su teste di cazzo come quelle dei dicianovenni che ai loro posti facevano tutt'altro che prestare attenzione, o almeno fare finta di farlo.

Finii la mia ultima ora di lezione con questi pensieri che mi vorticavano che in testa. Nel pomeriggio avrei incontrato Harper, ma mancavano ancora un paio d'ore, così raccolsi le mie cose e andai nella sala computer per finire una delle mie noiose ricerche per l'università.

Avevo una media alta, non avevo intenzione di trovarmi sul filo del rasoio per essere promosso.

La stessa mattina presto imbucai la mia solita busta diretta alla mia famiglia. La settimana successiva sarebbe stato il compleanno di Mali-Koa quindi aggiunsi qualche dollaro per lei, come un 'regalo'. Come a rimpiazzare la mia assenza con il denaro. Con il denaro sporco.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora