CALUM
*flashback*
«Metto io la punta all'albero» gridó Mali-koa alzando le gracili manine in segno di protesta.
Io la presi in braccio e l' aiutai a poggiare l'ultimo prezioso addobbo sulla punta del nostro Albero di Natale.
Mamma e papà si stringevano in un afettuoso abbraccio guardando orgogliosi come noi bambini seguivamo le tradizioni.«Bene ragazzi, date un bacio a papà che poi vado a chiamare Babbo Natale per portarvi i regali» mi fece l'occhiolino mio padre mentre mia sorella si gettava tra le sue braccia.
Io e mamma sapevamo che sarebbe andato al lavoro, lei sapeva anche quale lavoro, ma io ancora no.
Cercavamo di proteggere Mali-Koa in ogni modo.
«Ciao papi, torna presto» disse la piccola bambina, guardando il padre uscire dalla porta.Ma a me, il piccolo già adulto Calum Hood, nessuno aveva mai pensato.
Ed ora eccomi qua, sotto la neve natalizia, a fumare anche il filtro della mia terza sigaretta e a pensare agli errori che avevo fatto.Niente andava come avrei voluto.
Avevo grandi ambizioni da piccolo, magari fare il dottore o adirittura l'astronauta, per portare a Mali-Koa un pezzo di luna, e invece ora l'unica cosa che potevo portare era un pezzo del suo cuore, dopo averglielo strappato andandomene senza preavviso.Mi ritrovai ad odiare quel giorno che avevo sempre amato, quel giorno in cui le famiglie si ritrovavano assieme per festeggiare il Natale, si scambiavano i doni, ridevano e gioivano attorno a una tavola imbandita, ammiravano la neve e accendevano le lucette quando arrivava la sera.
Io invece, me ne stavo seduto sui gradini del mio condominio, a fare compagnia ai cani randagi, che di tanto in tanto si fermavano a guardarmi, quasi chiedendomi come mai non fossi come gli altri, felice.
Dalla rabbia che provavo, li mandai via ogni volta con un calcio, restando così nuovamente immerso nella solitudine.
Guardavo le stelle e cercavo quella a cui da piccoli io e mia sorella avevamo dato il suo nome, e appena la trovai, con un gesto della mano la salutai sorridendo lievemente.
«Mi manchi tanto Mali. Vorrei non aver deluso anche te» e così facendo mi alzai, lasciando che le nuvole coprissero quel barlume luminoso nel cielo, e che gli ultimi fiocchi di neve scendessero in quella notte di dicembre.---
Steso sulla mia brandina decisi che per me il Natale era finito. Potevo ora dormire e aspettare che arrivasse un nuovo giorno che avrei trascorso come tutti gli altri: fumando e maledicendo tutto ciò che mi circondava.
Avevo passato il pomeriggio a crogiolarmi nella mia miseria, guardando programmi televisi carichi di assurde aspettative sul Natale, e mangiando gli avanzi che avevo nel frigo.
Mi ero poi fatto una doccia, lasciando che portasse via la sporcizia interiore che sentivo, e infine avevo deciso di continuare ad accumularne fumando e fumando ancora, per cercare di annebbiare la mia mente in subbuglio.
«È troppo anche per te Hood» mi dissi e risi malinconicamente. Ero arrivato a parlarmi da solo, perchè nessuno era veramente lì con me per aiutarmi, o meglio dire, sopportarmi per come ero. La gente avrebbe preferito perdere che trovare uno come me e io, fossi in loro, la penserei allo stesso modo.
Il display sul cellulare al mio fianco si accese avvisandomi che il credito si era rinnovato, e con uno strattone veloce lo presi lasciando che la luce del cellulare mi accecasse.
Appena inizió ad affievolirsi riaprii gli occhi e l'immagine di Harper mi costrinse a riaccendere il display.
Abbassai la luminosità per non rischiare di diventare veramente cieco, e ammirai quell'angelo sceso dal paradiso per perdonare i miei peccati, che sorrideva ingenuo su uno schermo.
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Imagine [C.H] #Wattys2016
أدب الهواةSfogliando le ultime foto scattate, Harper notò il ricorrente volto del ragazzo con il mistero impresso nello sguardo. «Stai lontana da Calum» «Chi è Calum?» -In fase di REVISIONE-