-Capitolo 13

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HARPER

Mi ritrovai come al solito a bussare al dormitorio di Talìta.

Bussai una, due, tre volte ma niente. Cominciai a preoccuparmi, quando d'un tratto la porta si spalancó rivelando la sua bionda compagna di stanza.

«Oh, Harper, ciao. Io vado a lezione.» mi oltrepassò e proseguì verso il corridoio.
«Sempre piú socievole..» sussurrai entrando nella camera.

Un ammasso di coperte rosa sopra il letto di Tali mi fece intuire che qualcosa, o qualcuno ci si fosse nascosto o, per meglio dire, risucchiato.

«Sveglia dormigliona!» le levai rapidamente il piumone dal corpo e la vidi contorcersi e mugugnare, girandosi dall'altra parte del letto.

«Forza signorina, è tardi» mi sedetti sulla poltrona accanto all'armadio e la vidi alzare la schiena, i gomiti per reggersi sul materasso.

«Harper non mi sento per niente bene, credo di avere l'influenza» si lasció cadere a peso morto all'indietro, mentre io mi affiancai a lei tastandole la fronte.
«In effetti scotti. Riposati dai, verró da te appena finisco le lezioni» le baciai la chioma scura e spettinata uscendo dal dormitorio.

Ero davvero di buon umore quella mattina, non saprei spiegarne il motivo; forse la leggera pioggia che inumidiva le strade, o i rami oscillanti degli alberi che sembravano danzare grazie al forte vento che soffiava ormai da parecchie ore.

Tenni come sempre alcuni libri in mano per lasciar spazio alla macchina fotografica nella tracolla e uscii dalla struttura dei dormitori. Mi girai per chiudere la porta scura quando vidi una chioma bionda camminare nervosamente verso di me.

Gli occhi azzurri di Luke emanavano preoccupazione ad ogni sguardo: probabilmente non si era accorto di me, tutta la sua concentrazione era posta sul telefono che teneva saldo contro l'orecchio.

Mi accorsi di essere impalata solo quando la porta mi sbattè sulla fronte facendomi quasi perdere l'equilibrio.

«Oddio Harper scusa!» staccò il cellulare dal viso e mi prese per le spalle facendomi tornare stabile.

«Oh fa niente tranquillo, ero distratta» massaggiai la parte di testa dolorante e lo vidi sorridermi.

«Luke? Luke sei lì?» la voce elettronica che proveniva dal dispositivo ancora acceso in mano al biondino mi sembrò tremendamente familiare, ma non riuscii ad associare quel suono a nessuno.

«Si papà, scusa. Dicevi?» si allontanò assumendo la stessa espressione di prima.

Io continuai il mio percorso fino all'aula di Letteratura dove presi posto accanto ad un'adorabile ragazza dai capelli rossi. Le lunghe ciocche le arrivavano fino a metà schiena, non mi pareva di averla già vista a questo corso prima.

«Sono Angel» sorrise allungandomi una mano. Arrossii pensando che probabilmente la stessi fissando e mi ricomposi stringendogliela, per poi presentarmi. «Mi chiamo Harper, sei nuova qui?»

«Già, mi sono trasferita qui da poco in effetti.» alzò le spalle e ampliò il precedente sorriso contagiandomi con la sua solarità.

«Silenzio per favore!» tuonò il professore, facendoci sussultare entrambe e costringendoci ad interessarci alla vita di qualche noioso vecchio autore.

Durante tutta l'ora io e Angel ci scambiammo occhiate eloquenti e di tanto in tanto qualche bigliettino.
"Pranziamo assieme?"
Diceva l'ultimo. Io la guardai sorridendo e lei annuì.

Alla fine della lezione uscimmo insieme e chicchierammo durante il cambio d'ora.
Scoprii che lei veniva dalla California, e si era trasferita qua per studiare, oltre che a causa della sensibilitá della pelle chiara sotto il sole Californiano.
Mi soffermai ad osservarla mentre incurvava le labbra in un sorriso. Era davvero una bella ragazza, due occhi vispi ma timidi posti sopra il piccolo naso, e una spruzzata di lentiggini sulle guance.
Da come parlava, sembró essere anche una donna ambiziosa e questó mi colpí molto, ma dal tono di voce con cui esponeva i suoi desideri si capiva che aveva un animo dolce e allo stesso tempo ribelle. A testimoniarlo qualche tatuaggio.
«Posso?» dissi estraendo la Canon dalla sua custodia e puntandogliela addosso.
Mentre annuiva sorridendo, scattai.
Nella foto aveva davvero un viso angelico e spensierato, che mi sembró giusto ritrarre nella foto.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora