-Capitolo 34

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CALUM

Non riuscii a chiudere occhio quella
notte.
Dopo averla riportata a casa ripensai a tutta la serata: ad ogni sguardo, ogni tocco e ogni parola che ci eravamo detti.

Era semplicemente stato fantastico. Pensai che il Paradiso esistesse anche per me, un condannato all'Inferno.

Nel letto mi rigirai e fissai i miei occhi al soffitto, quel soffitto dove i suoi pozzi azzurri mi osservavano. Sapevo di essere nella merda per averla fatta penetrare nelle mie mura, costruite così difficilmente nel corso degli anni.
Ma non m'importó più di nulla quando vidi il suo sorriso quella sera, nè di me, nè di Micheal e dello spaccio e tantomeno del fottuto Luke.
Gli rosicava il culo a vedermi con lei, ne ero certo.
Solo, non sapevo chi fosse veramente quel biondino nascosto sempre sotto il cappello grigio. Una volta aveva detto di sapere chi io fossi, ma come cazzo faceva? Menzogne mi dissi, ma sapevo che era solo una scusa per nascondermi il più possibile.

Decisi di tornare ai pensieri che mi facevano bene, quelli che mi curavano, a Harper.
Chiusi finalmente gli occhi e nella testa percepii la sua voce che mi disse «Dormi bene». E così feci.

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«Ehy amico, concentrati» mi strattonó Levy al mio fianco.
Ero a casa sua, un piccolo monolocale, a prendere ripetizioni di letteratura.
Mai avrei detto di arrivare così in basso.
Il piccolo nerd si stava davvero impegnando a farmi tradurre quei sonetti e a interpretarli come avrebbe fatto Shakespeare. Peccato che io non fossi un fottuto giullare della corte di Vittoria I, e non avessi per la testa solo stupide frasi in rima.
Non capivo proprio a cosa servisse la letteratura.

«Si si, hai un bicchiere d'acqua?» sbuffai, lanciando il libro più lontano possibile da me.
Lui si precipitó in cucina boffonchiando qualcosa come «Non ti concentri abbastanza».
Non riuscivo a concentrarmi perchè naturalmente pensavo a cosa stesse facendo Harper, con chi fosse, se stesse bene.
Tutte domande da stupidi adolescenti innamorati, ma come al solito il mio lato menefreghista disse che non importava, che contava solo lei.
Sapevo che Calum mi avrebbe tirato un pugno sul naso in quel momento, ma come tutti sappiamo, durante il giorno ero Thomas. E Thomas si permetteva di essere, come potrei dire, dolce?
«Sdolcinato e mieloso» disse la fastidiosa voce nella mia testa.
Alzai gli occhi al cielo e in quel momento Levy mi sbattè il bicchiere di acqua davanti.
«Grazie» dissi sarcastico, e lui tornó a sedersi sul divano e prese il libro di letteratura  tornando dov'eravamo arrivati.

«Senti amico, sai la mora? È abbastanza figa no, avevo intenzione di invitarla fuori. Come mi consigli di fare?» chiese lui dopo una decina di minuti, posando il libro, e guardandomi con occhi maliziosi.
Sapevo a chi si riferisse, ma come aveva fatto a sapere di lei?
È fottutamente bella okay, ma lui doveva starle alla larga.
«Semplicemente non lo fai» ringhiai.
«A questo volevo arrivare. So che le sbavi dietro, si vede. Quindi facciamo un patto. Tu ti concentri e io non invito la tua pollastra fuori» disse porgendomi il libro, il mezzo per fare il patto.
«Fanculo» presi il volume e iniziai a recitare Shakespeare come meglio potevo.

HARPER

Mancavano pochi giorni al mio ritorno a casa per Natale e io non avevo nè preparato le valigie, nè comprato alcun regalo per mia madre e Alan, e questo mi preoccupava un po' considerando il poco tempo che mi rimaneva.

Per i corridoi della scuola camminavo svelta finché raggiunsi Talìta.

«Ciao Tali» l'abbracciai e lei ricambió.
«Angel ha detto che non ci sarai alla festa di Natale, è vero?» disse lei mettendo il broncio.
Annuii. «Vado a casa da mamma. È un po' che non la vedo e inoltre devo conoscere il suo compagno.» dissi prendendola a braccetto per dirigerci alla prossima lezione che, fortunatamente avevamo assieme.
«Beh, allora sei obbligata a venire a quella di Capodanno. Sarà fantastica, non puoi mancare. E sicuramente Amanda capirà che hai diccianove anni e te li devi godere come tale» si passó una mano tra i capelli mentre alcuni ragazzi ci guardavano passare.
«Ci saró»
E cosí dicendo entrammo in classe.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora