-Capitolo 16

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HARPER

Quel giovedì mi sedetti insieme a Talìta e Angel nell'angolo della mensa, dove poca gente si riuniva e chiacchierava. Le due ragazze erano molto simili sotto alcuni punti di vista mentre da altri erano al completo opposto.

«Harper, alla fine hai chiarito con Thomas?» chiese d'un tratto la rossa facendomi cadere la forchetta dalle mani che finì con un tonfo acuto sulla ceramica del piatto.

«No, non esattamente» continuai a mangiare, ma una morsa allo stomaco mi fece andar via la fame.

«Thomas? Che è successo con lui? Cosa mi sono persa?» intervenne la riccia con gli occhi spalancati e le braccia incrociate al petto.
«Niente» cercai di minimizzare il tutto, ma i suoi occhi feroci mi fecero intendere che non l'avrei passata liscia.
Sospirai rassegnata e riassunsi quel che era accaduto «Eravamo da Wordy's e sul giradischi suonava una canzone davvero bella quindi gli ho chiesto di ballare e lui ha accettato ma poi..»
«Tu cosa?!» esclamó bloccando il mio discorso a metà, attirando l'attenzione di due ragazzi del tavolo affianco.

«Lasciami finire! Stavo dicendo: stavamo ballando ma poi lui si è sporto verso di me e io pensavo che volesse baciarmi..»
«E cos'ha fatto quando ti sei tirata indietro?»
«Beh, non l'ho fatto» arrossii
«Tu cosa?!»
Sembrava che quell'esclamazione calzasse a pennello ad ogni mia affermazione.
«Talìta!»  la ripresi cercando di finire al più presto il filo del discorso.
«Comunque, alla fine non è successo niente, lui è scappato» finii ed allontanai il mio pranzo, ne ero piena.

La mia migliore amica mi guardò, come se aspettasse che dicessi altro. Oh adesso stava zitta eh?
«E quindi..?» inzió facendo dei piccoli cerchi con la mano, mentre i bracciali tintinnavano fastidiosamente sul suo polso.

«Tutto qui» strinsi le spalle e alternai lo sguardo tra le due ragazze.
«Qual è il problema? Sei stata tu ed illuderti che ti baciasse; il poverino non ha fatto nulla, oltre a scappare, ovvio» tornó a pasticciare sul suo piatto e divorò l'ultima forchettata di pasta al sugo.

Angel intervenne: «No, io non la penso così. Lui è stato un codardo e dovrebbe scusarsi con lei per averla lasciata lì, dato che si era piegato verso le sue labbra»

Le loro considerazioni opposte mi fecero girare la testa e per un momento temetti addirittura di svenire.

«Credete che dovrei parlargli?» chiesi passandoni una mano tra i capelli e guardandole timidamente. Entrambe annuirono. Sbuffai e mi guardai intorno cercando un paio di adorabili occhi nocciola , sperando che fosse venuto a scuola quel giorno.

Lo intravidi nel mezzo della sala: felpa grigia e jeans neri, immancabile beanie sulla testa e sguardo perso, vuoto. Sembrava pervaso dalle convulsioni mentre si guardava in giro in cerca di qualcosa. Ebbi l'intuizione che stesse cercando me.

Mi alzai dalla scomoda sedia del tavolo e mi feci spazio tra i ragazzi, posai dietro le orecchie una ciocca ribelle e finalmente anche lui mi notò. Gli si illuminarono gli occhi e mi corse incontro.

«Possiamo parlare?» dicemmo allo stesso momento, sorridendo poi entrambi.
«Certo, sediamoci»
Prendemmo posto ad un piccolo tavolo, la superficie bianca era fredda e questo non fece altro se non arrossarmi ulteriormente le mani.

«Sono stato un idiota, un'altra volta» congiunse le dita davanti a sè sorridendo nervosamente.
«No.. Voglio dire si, ma no.» cominciai e lo vidi alzare un sopracciglio.
«Insomma alla fine ho frainteso io l'intera situazione» gesticolai cercando di spiegare il mio punto di vista.
«Si ma sono scappato» abbassò il tono di voce.

Sospirai, avevamo entrambi torto marcio e stavamo rimuginando troppo su questa storia che non aveva poi tutto questo peso.

«Chiudiamola qui. Voglio dire, è una stupidaggine» cercai i suoi occhi, nei quali apparve un lampo di eccitazione.
«Davvero? Vuoi ancora lavorare con me?» si esaltò alzandosi di poco dalla sedia.
«Non ho mai avuto intenzione di smettere» mi alzai completamente in piedi e, dopo averli rivolto un ultimo sorriso vispo, corsi dalle ragazze che si gustavano la scena come fosse una soap opera spagnola.

Imagine [C.H] #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora