16.Baci fuggitivi.

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«A cosa?» chiesi istintivamente.
«Basta con sti baci» pronunciò la frase che dissi poco prima imitando la mia voce ed io sorrisi senza parole.
«Che c'è?» domandai dopo che i suoi occhi continuavano a fissare i miei.
«Perché hai detto quella frase?»
«Perché mi andava» dissi strafottente e questa volta fu lei a non rispondere.
Potevo vedere, grazie alla poca luce della luna, il suo sguardo basso.
«Perché stai pensando a quella frase?» chiesi.
«Per il bacio con Gabriele» disse e il mio cuore si fermò. Rimasi in silenzio per qualche secondo e fu lei a interromperlo.
«Pensavo.. Insomma a..» si bloccò di nuovo.
«Cosa Elo?» dissi guardandola, io ero ancora coricato mentre le mie braccia mi tenevano la testa.
«Pensavo a come fosse stato se al posto di Gabriele ci fosse stata un'altra persona» abbassò la voce e si risdraiò accanto a me messa su un fianco mentre un braccio le teneva la testa.
«Chi?» chiesi con un po' di nervosismo.
«Tu» disse con un tono bassissimo ed io voltai la testa di scatto verso di lei.
Mi avvicinai pian piano tenendomi con le mani sul materasso.
Chiusi gli occhi avvicinandomi sempre di più a lei, le lasciai un bacio a stampo e spostai la mia testa di qualche centimetro per vedere la sua reazione. Mi guardava con quegli occhioni da cerbiatto che sembravano dirmi di baciarla di nuovo e, spinto dall'istinto, lo feci.
Riposai le mie labbra sulle sue, ricambiò il bacio rendendolo più sincero e profondo.
Mi lasciai andare anche io, cercai di sistemarmi il meglio possibile accanto a lei senza staccare le mie labbra dalle sue e poggiai una mano sulla sua guancia accarezzandola dolcemente.
Anche lei si spostò mettendosi meglio, con le mani dietro al mio collo e il suo petto contro il mio, ero in paradiso.
«La sai una cosa?» sussurrai sui suoi capelli mentre la sua testa si poggiava sul mio petto.
«Cosa?» disse con il fiato corto.
«Aspettavo questo momento da quando sono entrato qui dentro» confessai.

Ci addormentammo così, lei sul mio petto ed io con un sorriso da ebete. Passai la notte meravigliosamente, consapevole del fatto di averla tra la mie braccia.

Elodie.
Mi risvegliai sul letto di Lele ma di lui non c'era traccia sul letto.
Rimasi ancora a riposare qualche minuto e mi riaddormentai inconsapevolmente.
Riaprii gli occhi solo quando sentii la porta aprirsi e successivamente chiudersi.
«Buongiorno fragolina» disse sorridendo ed un flashback del suo sorriso nel buio riaffiorò nella mia mente.
«Buongiorno spocchioso» sorrisi. Mise il vassoio che aveva in mano sul comodino e lui si sporse nel letto lasciandomi un bacio all'angolo della bocca, come se un bacio sulla guancia fosse troppo poco ed un bacio sulla bocca fosse troppo azzardato.
«Ti ho portato la colazione» disse porgendomi il vassoio pieno.
«Tu non mangi?» chiesi prendendo un cornetto.
«Si» addentò l'altro mentre sorseggiava un cappuccino.
«Bei baffi» dissi riferendomi alla schiuma del cappuccino poco sopra delle sue labbra.
Mi avvicinai di scatto e lo baciai.
«Pulito» dissi tornando a mangiare il mio cornetto mentre lui sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi con tanto di fossetta.
«Dovrei sporcarmi più spesso il muso» rise.
«Mo' non esageriamo» dissi ridacchiando.
Mentre stavamo finendo di fare colazione bussarono alla porta.
«Buongiorno» disse Gabriele spumeggiante seguito da Gessica.
Abbracciai Gab dandole un bacio sulla guancia e salutai Gess per tornare poi sul letto a bere un po' di succo all'Ace.
«Anche io ho fame» si lamentò Gab.
«È rimasto un cornetto» disse Lele porgendoglielo.
«Però a me la colazione non la porti mai» si lamentò Gab facendo il muso.
«Scusa tesò io sò più importante» ridacchiai e lui mi guardò male.
La mattinata passò così tra chiacchere e risate, a noi si era aggiunta anche Chiara ed oggi era domenica, la giornata noiosa della settimana.
Cioè mi spiego, era noiosa per un motivo.
I genitori di Lele sarebbero arrivati per l'ora di pranzo ed io sarei rimasta sola in albergo.
«Io vado» disse prendendo la giacca e dirigendosi verso la porta.
«Vado a prendere una cosa in camera» dissi a Gessica per non far crescere nessun sospetto.
Seguii Lele fuori dalla porta e mi misi in punta di piedi lasciandole un bacio veloce mentre mi diressi veloce alla porta della mia stanza.
Mi raggiunse velocemente e tenendomi il collo con una mano mi girò verso di sé baciandomi dolcemente.
«A stasera» mi lasciò un ultimo bacio ed io tornai nella sua stanza da Gessica, Gabriele e Chiara. Era palese che la scusa del 'devo prendere una cosa in camera' fosse stata capita immediatamente da Lele.
Erano le 3 di pomeriggio quando rimasi da sola in albergo così decisi di chiamare mio papà.
'Passa a casa a salutarmi' mi aveva detto prima di chiudere. Lui continuava a vivere qui a Roma anche se io mi ero trasferita a Lecce, diciamo che l'avevo fatto soprattutto per Andrea anche se non viviamo insieme ci potevamo incontrare ogni giorno.
Poi Lecce mi piaceva come posto, mi trovavo a mio agio e ormai avevo tutte le mie amicizie lì.
Passai la serata a casa di mio padre, ci voleva una serata insieme a lui dato che era da tanto che non la passavamo.
Tornai in albergo dopo cena sperando che Lele e gli altri fossero già rientrati.
«Dov'eri?» mi chiese Gessica appena entrai nella stanza.
«Da mio padre» sorrisi.
«Ma che hai oggi?» chiese Chiara ridendo.
«Perché?»
«Sei troppo felice»
«L'Esposito!» esclamò Gessica.
«Io e Lele siamo solo amici» dissi.
«Amici si» mi guardò Chiara con un sorriso malizioso.
«Si care, io vado dagli Esposito» comunicai uscendo dalla nostra stanza.

«Non è ancora rientrato» disse Gabriele sdraiandosi sul letto.
«Non ti ha avvisato?» chiesi.
«No è con i suoi genitori» rise come se tutto fosse normale o forse lo era davvero e io mi stavo solo facendo film mentali.
«Da quando ti preoccupi così tanto per lui?» mi chiese.
«Da quando mi sono affezionata»
«Che belli che siete» si alzò per abbracciarmi ed io sorrisi.

«Buonasera» la sua voce risuonò in tutta la stanza.
«Ciao» rispondemmo insieme io e Gab che stavamo giocando con il telefono.
«Come mai qui?» chiese rivolgendosi a me.
«Ti aspettava idiota» urlò Gabriele ed io scoppiai a ridere.
«Guarda che puoi darle un bacio, so tutto» disse Gab con nonchalance.
E lui senza farselo ripetere due volte si fiondò su di me lasciandomi un bacio sulle labbra.
«Vado a farmi una doccia» mi lasciò un'altro bacio e sparì in bagno.
Ringraziai Gabri per tutto quello che aveva fatto per me, per noi in questo mese. Era grazie a lui se ora tutto andava per il meglio o quasi, ripensando a quello che è successo nelle ultime 24h mi accorsi di aver fatto una gran cazzata, io ero fidanzata anzi dovrei esserlo ancora.
Scoppiai a piangere tra le braccia di Gabriele mentre cercai di trovare una soluzione al casino che avevo combinato, si era un gran casino e avevo fatto la cazzata più grande della mia vita anzi, la cazzata migliore della mia vita.

Ed ecco il capitolo tanto atteso! Che ne pensate?😍❤

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora