58. Il papà e nuovi amori.

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«Sta venendo qui» continuai a sussurrare parecchio preoccupato.
Si girò anche lei, alzando un braccio al cielo e sventolando la mano in segno di saluto.
«Cosa stai facendo?» mormorai sempre più in panico mentre lei sorrideva all'uomo che era sempre più vicino a noi.
«Didì» disse l'uomo abbracciando forte la mia ragazza che si era appena alzata per andargli incontro.
«Papà, come mai qui?» chiese staccandosi.
«Volevo passare a salutarti, era da un po' che non ti vedevo» spiegò l'uomo.
Lei si sedette di nuovo accanto a me e solo allora l'uomo si accorse della mia presenza.
«Tu devi essere Lele..» disse porgendomi la mano.
La afferrai subito e mi attirò verso di lui, stringendomi in un semi abbraccio.
«Sono io» dissi staccandomi e risedendomi affianco a Elodie.
«È un piacere conoscerti» sorrise per la prima volta da quando era qui.
«Il piacere è mio, signor Roberto» dissi.
«Puoi chiamarmi Roberto»
«Va bene, Roberto» accennai un sorriso e sentii Elodie scoppiare a ridere.
«Siete comici» si giustificò non appena i nostri sguardi si piombarono su lei.
La cosa peggiore fu lo sguardo che suo padre gli rivolse, non portava a niente di buono, almeno per me.
Si sedette accanto a me e posò una mano sulla mia spalla «Quindi hai rubato il cuore della mia bambina..» pensò a voce alta riferendosi a me, annuì imbarazzato «Non farla soffrire» chiarì poi.
«No, può stare tranquillo» mi limitai a dire.
«Spero usiate il preservativo» disse, la risata di Elodie fu la cosa che udì subito dopo.
Potevo sentire le guance in fiamme, se avessi potuto sarei scappato in Congo in un nanosecondo.
Girai lo sguardo verso Elodie che continuava a ridere mentre io disperato non riuscivo a dire una parola.
Rise ancora più forte quando incrociò il suo sguardo con il mio, probabilmente la mia faccia parlava chiaramente.
«Lele, sta scherzando» disse poi tra una risata e l'altra mentre suo padre mi dava un leggero colpo sulla testa.
«Si vede che sei un bravo ragazzo Lele» mi sorrise Roberto cercando di trattenere le risate per la mia precedente reazione. Mi limitai a sorridere.
«Ora vado via ragazzi» continuò alzandosi «Lele vacci piano» mi disse ridendo.
Questa volta risi anche io cogliendo il suo sarcasmo.

«Amò mi sono cagato sotto» risi stringendola tra le mie braccia. Suo padre era andato via da qualche minuto e lì fuori faceva un po' freschetto, così l'unico  modo per scaldarci erano gli abbracci.
«Mi sono detto 'Mo' se alza e m'ammazza'» continuai con il cuore che batteva forte, non so ancora per quale motivo.
«Scherza sempre» sorrise riferendosi a suo padre «Ma la tua faccia era qualcosa di inspiegabile» continuò scoppiando a ridere.
«Vaffanculo» risposi ridacchiando.
«Amo entriamo? Fa freddo» mi chiese alzandosi leggermente, si poteva sentire il rumore dei suoi denti che sbattevano ripetutamente.
«Stai tremando» constatai alzandomi, si era fatto tardi ormai e domani ci aspettava un'altra giornata piena di lavoro.
«Vai in palestra domani mattina?» mi domandò stringendomi il fianco con un braccio mentre il mio l'avvolgeva completamente attirandola a me.
«Si con Dani» risposi «Vuoi venire?» chiesi.
«Credo proprio di si» rispose, ci fermammo alla hall quando, entrambi, notammo una strana situazione.
«Ma è Alessio?» sussurrò.
«Si» constatai.
«Chi è la ragazza?» chiese ancora.
«Non lo so, non riesco a vederla» dissi spostandomi leggermente per riuscire a vedere ma il pilastro non mi permetteva di vedere altro.
«Passa da qui» mi consigliò stringendomi la mano.
Andammo dietro il pilastro e senza farci scoprire spiammo leggermente.
«È Elena!» esclamò poi, senza urlare troppo.
«Sapevo che sarebbe successo qualcosa tra quei due!» esultai.
Per ora, non avevamo visto niente che portava ad una conclusione. Stavano semplicemente parlando, uno di fronte all'altra in un modo piuttosto complice.
Senza farci notare ci sedemmo su una poltroncina della hall ed aspettammo qualche minuto, sino a quando la bella Elena non si staccò dal pilastro e si voltò verso la porta accompagnata da Alessio.
Si fermò a qualche metro di distanza da noi e posando le mani sul viso di lui, gli lasció un dolce bacio sulle labbra che Alessio approfondì stringendola a sé dai fianchi. Si abbracciarono un'ultima volta e lei, lasciandogli un bacio volante, andò via a passo svelto.
Solo in quel momento io e Elodie uscimmo allo scoperto posizionandoci davanti al ragazzo in questione.
«Non dovrai per caso raccontarci qualcosa?» ridacchiò la mia ragazza avvolgendo le spalle di Alessio con un braccio.
«Avete visto?» domandò subito leggermente scosso ed un'espressione in viso allarmante.
«Si, ma puoi stare tranquillo» lo rassicurai.
«Non diremo niente a nessuno» continuò Elodie.
«Solo voi lo sapete, oltre ad Andreas» ci informò.
«Però vogliamo sapere di più» rise la testa rosa.
«Che volete sapere?» domandò lui sorridendo timidamente, gesto non proprio da Alessio.
«Da quanto siete insieme?» urlacchiò Elo.
«Sssh» dissi insieme ad Alessio portando un dito sulla bocca.
«Non siamo insieme» rispose amareggiato.
«Come no?»
«No, diciamo che ci siamo baciati avantieri dopo le prove ed oggi» rise portandosi una mano dietro la testa «E già mi sto facendo trasportare troppo, sò già come andrà a finire» disse ritornando serio.
«Non è detto Alé» gli risposi cercando di farlo ragionare «Magari le piaci anche tu e con il tempo si accorgerà che potrebbe essere qualcosa di serio» spiegai avvolgendo la mia ragazza con un braccio.
«Magari» ripeté «Ma se non dovesse succedere starei di merda, le ragazze sono sempre state la mia ossessione e se mi innamoro è come se non vedessi altro al di fuori di lei» raccontò con un briciolo di malinconia.
«Andrà bene» dissi.
«Ci sono troppi problemi, abbiamo troppe cose che ci andrebbero contro, è impossibile» continuò lui.
«Alé ma guarda me e lui» si intromise Elo «Nemmeno cupido avrebbe scommesso un euro su di noi, eppure siamo qui, con tutti i problemi del mondo» ridacchiò gesticolando «Lui che era un puttaniere, io che ero fidanzata, sei anni di differenza e due caratteri che non hanno niente in comune per non parlare della gelosia o delle paranoie, ma siamo insieme ed è questo che conta» disse rendendomi fiero di averla al mio fianco.
«Riesci già a convincermi» rise entrando in ascensore.
«Dai tempo al tempo» consigliai «Se hai bisogno noi ci siamo» dissi.
«Grazie raga» sorrise lui abbracciandoci entrambi.

«Secondo me per lui non è solo un gioco, va a finire che si innamora» mi disse Elo quando Alessio si fermò qualche piano prima per andare nella sua stanza.
«Speriamo vada tutto bene, se lo merita» risposi sorridendogli.
«Buonanotte amore» si mise in punta di piedi lasciandomi un bacio sulle labbra.
«Buonanotte Didì» risposi prima di lasciarle un altro bacio.
La guardai andare verso la sua camera, poco distante dalla mia, e prima di entrare la richiamai.
«Didì» chiamai «Ti amo» sorrisi.
«Anche io» mi mandò un bacio volante e ridendo entrò in camera sua.

Volevo dirvi che ho scritto questo capitolo senza parti inerenti alla scuola perché sono in vacanza e non ho internet! Il poco che avevo l'ho usato per pubblicare questo capitolo, vedo cosa posso fare i prossimi giorni, spero apprezzerete il mio piccolo sforzo😘

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora