63. Grazie a lei.

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Era ovvio che mancava qualcosa ed io lo sapevo bene. Probabilmente la mia mente contorta cercava di non pensarci, di non farmi pesare questa mancanza ma solo un secondo di felicità poteva essere rovinato dai pensieri opposti che si intrufolavano nella mia vita. Non era una mancanza vera e propria alla fin fine, sapevo che mia madre c'era e sempre ci sarà nella mia vita ma in quel momento non era con me fisicamente.
Era sempre stata la parte altalenante tra i miei genitori, il mio carattere era proprio come il suo quindi solo ora mi potevo accorgere che i suoi comportamenti non erano fatti con del male.
Il fatto che lei non fosse presente nella mia infanzia e adolescenza ci aveva fatto distaccare molto, ma ultimamente il nostro rapporto, anche se a distanza, funzionava. Lei era in Francia ed io ero qui, era tantissimo che non la vedevo e ogni tanto la sentivo per telefono. Lele mi aveva detto che voleva conoscerla perché 'Avere un'altra me poteva essere figo'.

«Ragazzi questa sarà la vostra ultima settimana di libertà» sorrise Marcello dopo averci fatto riunire in sala relax per un importante comunicazione.
«Venerdì si registreranno due puntate a distanza di un'ora l'una dall'altra e sabato pomeriggio verrete portati nelle casette, questo naturalmente vale per chi riuscirà ad entrare in una delle due squadre» finì il discorso Stefano.
Guardai Lele che mi rassicurò con uno sguardo, io ce l'avrei fatta. Sorrisi dopo aver sentito la mano di Gabriele che mi teneva il fianco, come avrei fatto senza loro due?
«L'ultima settimana di pomeridiano può iniziare» sorrisero ed andarono via.

Lele.
«Ragazzi della squadra bianca dovete radunarvi perché Emma ed Elisa vogliono parlare con voi» ci disse un ragazzo della produzione.
Insieme ad Alessio e Gabriele ci dirigemmo in sala musica, iniziai un concerto di galli spennati con i due ballerini. Loro cantavano ed io suonavo.
In realtà più che cantare era urlare senza azzeccare una parola però mi stavo divertendo come non mai.
Dopo che cantarono circa dieci canzoni pensai di non aver mai avuto così mal di orecchie in tutta la mia vita, accompagnato dal mal di pancia per le troppe risate. L'arrivo delle coach non fermò le risate ma le alimentò ancora di più, eravamo già una squadra molto unita. Arrivò anche la parte seria dove le nostre coach ci dissero che erano molto fiere della squadra che stavano costruendo.
«Possiamo iniziare subito Lele?» mi chiese Elisa mentre Emma usciva con i due ballerini.
«Certo!» accettai entusiasta, mi sedetti dietro il piano e lei accanto a me.
«Allora, Emma ti ha dato 'Gravity'» comunicò.
«Mamma mia! Mi piace un sacco!» esclamai.
«Io ti ho dato 'My girl'» disse poi.
«Grazie» risposi, pensando a quanto fossero sincere le parole di quella canzone.
Parlammo poi della puntata, Elisa si mostrò molto interessata alla mia vita musicale ed io mi trovai benissimo a parlare con lei. Parlai della musica con lei come se fossimo due grandi esperti, gli scambi delle idee furono tante ed entrambi ci siamo compresi fino in fondo. Fui completamente rapito da come riuscimmo ad ambientarci insieme.
L'inizio della settimana non era per niente male, tornai in albergo già stanco ma in fase di soddisfazione.
«Ciao amore» dissi quando varcai la soglia della hall, trovando la mia ragazza su una delle poltrone.
Stava ascoltando musica con le cuffiette che tolse subito non appena mi vide.
Si alzò velocemente, mise le mani dietro la mia testa e mi lasciò un bacio dolce.
«Ti stavo aspettando» sorrise staccandosi.
«Grazie» sussurrai piegandomi verso di lei per lasciarle un altro bacio.
«Come è andata con le coach?» chiese affiancandomi.
«Benissimo, Elisa va oltre le mie aspettative» sorrisi mentre stringevo la sua mano con la mia.
«Che bello vederti felice» disse entrando in ascensore, la guardai dallo specchio all'interno di esso e la strinsi di più a me.
«Ancora non è felicità piena» dissi sinceramente «Solo quando sarai al serale con me, sarò felice al cento per cento» ammisi sorridendo di nuovo.
«Oggi ho incontrato Nek, oltre ad avermi fatto tantissimi complimenti artistici mi ha anche detto che sono bella» rise leggermente.
«Bella e anche mia» precisai, uscendo dall'ascensore.
«Solo tua» sussurrò baciandomi la spalla coperta dal maglioncino che indossavo.
«Hai già ricevuto pagelle?» chiesi curioso dato che oggi molti dei ragazzi che non avevano ancora avuto accesso al serale si erano ritrovati ad affrontare un professore per volta che gli avrebbe assegnato una sorta di pagella, come un 'si' più motivato per l'accesso al serale oppure come un 'no' anch'esso motivato.
«Per ora no» disse lei «Se non dovessi farcela?» chiese subito dopo.
«Sei la novità più bella di quest'anno e non parlo solo del tuo carattere, ma di tutto» sorrisi «Se non accedi tu al serale non lo fanno nemmeno iniziare, sei unica Elodie, dal primo momento che ti ho vista ho pensato tu fossi l'unica in grado di sopportare tutto il percorso, la testa più dura che ci fosse, poi ovviamente hai incontrato me» dissi facendola ridere.
Quanto bella era la sua risata, soprattutto quando a provocarla era il sottoscritto.

Elodie.
«Buongiorno Elodie» disse Braga vedendomi entrare in sala musica. Stava seduto sul pianoforte, le braccia appoggiate alle cosce e un sorriso sul volto.
«Buongiorno» risposi semplicemente e mi posizionai al centro della stanza nell'attesa che prendesse la parola.
«Siamo arrivati a un momento fondamentale del nostro percorso e quindi è giusto finire questa nostra strada, questo nostro tratto di strada che abbiamo fatto insieme con una valutazione complessiva» spiegò velocemente.
Era arrivato il momento della prima pagella finale, aspettavo questo momento da troppo tempo.
Il giudizio del professor Braga è sempre stato fondamentale per me. Mi ha buttato giù, poi mi ha rialzato per poi rifarmi cadere e riprendermi, ancora e ancora. Mentre parla vedo che anche lui è felice del nostro percorso, vedo uno strano luccichio nei suoi occhi, vedo una luce che mi ha accompagnata sino a qui.
«Iniziamo con una canzone» sorrise ed io presi il microfono e cantai 'Dedicato' di Loredana Bertè.
Cantai, liberandomi di tutto e pensando a quanta strada avessi fatto dal primo momento che avevo messo piede in questa scuola. Lui sorrise, strano, un sorriso sincero e orgoglioso.
«Vieni con me» disse poi saltando giù dal pianoforte e dirigendosi alla piccola lavagna affiancata dalla maglia del serale.
'SENSO' Era il primo punto che aveva scritto.
Io avevo trovato un senso di vita in questo percorso, avevo dato un vero e proprio senso a ciò che volevo e voglio fare.
'UNICITÀ' Era il secondo punto.
Io ero unica. Me l'aveva detto Lele la sera prima, io ero unica anzi io ero l'unica.
'TECNICA' Era l'ultimo punto.
Forse non avevo tutta la tecnica del mondo, ma ce l'avevo messa tutta.
Guardai quella tabella e poi guardai lui.
Un fiume di emozioni mi sovrastarono, un fiume di pensieri che mi fecero scoppiare la testa per quei pochi secondi.
Una lacrima mi rigò il volto, poi un'altra ed un'altra ancora.
«Stai piangendo» constatò con tono dolce, io in risposta alzai le spalle «Perché?» domandò.
«Sono contenta e mi dispiace» dissi in tono contraddittorio.
«Di cosa?» chiese.
«Ci sono dei professori che sono poi alla fine, cioè» provai a spiegare «Li tengo particolarmente nel mio cuore, ed ecco sono contenta» dissi, evitando di far scendere altre lacrime.
Provai a sorridere e lui mi abbracciò.
Un abbraccio sentito, forte e carico di emozioni.
Ripresi a piangere, senza riuscire a fermarmi.
Mi sarebbe mancato, mi ero davvero affezionata a lui, al nostro rapporto caratterizzato da alti e bassi.
Mi tranquillizzai poco dopo, grazie alle sue parole di conforto.
«Tu hai fatto un grande viaggio qui dentro, vorrei che tu esprimessi un voto su di te» disse.
«Tecnica è quello meno di tutti» ammisi «Mh, quattro» dissi scrivendolo.
Scrissi, poi un otto per il senso ed un sette per l'unicità passando il pennarello ad Alex.
«Voglio darti anche un voto diverso» disse dividendo la sua parte di voto in due.
«Su come eri all'iniziò» spiegò scrivendo 'Ieri' nel primo riquadro «E su come sei diventata» disse scrivendo 'Oggi' nel riquadro affianco.
«Partendo dalla tecnica, tu sei arrivata qui ed eri un macello» scrisse uno nel riquadro di 'Ieri' «Ma sei stata molto brava, hai lavorato tantissimo ed il risultato si vede, perché adesso cominci a capire che la macchina Elodie è molto complessa ma è bella nella sua complessità, se impari a guidare Elodie hai una macchina che funziona in modo molto sofisticato e tu hai fatto un salto incredibile» finì scrivendo un nove nel riquadro 'Oggi'.
«Grazie» sorrisi sinceramente, non me l'aspettavo.
«Quando tu sei entrata qui dentro con i capelli viola e questo tuo carattere, avevi comunque un ottimo grado di unicità» scrisse un sei «Ed è difficile espandere la propria unicità ma tu l'hai fatto al tuo meglio, brava» sorrise.
«Grazie» risposi sorridendo, era un continuo susseguirsi di emozioni che nemmeno io saprei spiegare.
Scrisse un dieci.
«Sono molto contento di te» disse.
Le lacrime tentarono di uscire di nuovo, pensai di non riuscire a sopportare tutte queste emozioni, per me questa era una grande felicità.
«Sul senso siamo molto disaccordo, perché quando sei arrivata mi è sembrato di vedere una persona che passava di lì per caso e poi le hanno detto 'Scusa puoi provare a cantare?' ed appena hai iniziato a cantare è successa della magia ma poi quando hai smesso di cantare hai ripreso a camminare andando per la sua strada senza sapere quale fosse» scrisse un tre in 'Ieri' «Ma hai avuto lo straordinario talento di metterti in gioco completamente, di far luce sulla tua vita e tu sei cambiata tanto qui dentro» disse infine scrivendo un altro dieci sulla mia pagella.
Sorrisi e lui sorrise a sua volta.
«Per me è stata una grande occasione averti visto sbocciare, puoi fare davvero grandi cose» disse strappando la pagella per porgermela.
Lo abbracciai di nuovo e lui mi strinse forte, dentro quell'abbraccio si nascondeva Elodie, la vera Elodie.
Dentro quell'abbraccio tutte le mie debolezze uscirono e non tornarono più, grazie ad una persona fantastica, grazie a lei professor Braga.
Grazie per non essersi mai arreso e per aver combattuto contro la vecchia me per farmi diventare ciò che sono ora.
Non la ringrazierò mai abbastanza, per questo, in un abbraccio le offrirò tutti i miei ringraziamenti.

Eccocii, scusate il ritardo! Spero vi piaccia questo capitolo molto emotivo e riflessivo, fatemi sapere un bacione❤

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora