«Per problemi tecnici all'interno della scuola avrete due giorni in più oltre al weekend per riposarvi, tornerete quindi mercoledì 3 febbraio» comunicò per uscire dopo poco.
Un esulto uscì dalle bocche di tutti noi e tornammo in albergo, quella notte avremo festeggiato.
Io e Chiara ci lavammo e preparammo in camera degli Esposito e quando tutti e quattro fummo pronti scendemmo nella hall.
Tutti insieme ci dirigemmo alla solita pizzera ed infine alla solita discoteca. Fu una bella serata, ormai tutti noi eravamo molto uniti e ci trovavamo bene l'uno con l'altro.
La mattina dopo andai con Chiara a fare colazione trovando già Lele e Gab in un tavolo insieme ad Ale Gaudino, Andreas e Alessio La Padula.
«Buongiorno» dissimo io e Chiara contemporaneamente ricevendo la stessa risposta dagli altri ragazzi.
«Che fate in questi giorni?» chiese Alessio «Io torno da mamma» disse sognante. Un giorno ci raccontò che teneva molto a sua mamma, lo aveva cresciuto da sola ed era stata la sua unica salvezza.
«Io pure torno a casa» rispose Andreas.
Ale era ancora disorientato e non sapeva bene cosa fare, sicuramente anche lui sarebbe tornato a casa.
Tutti in realtà sarebbero tornati a casa, tranne me e a quanto pare anche Lele era nella mia stessa situazione. Io avevo visto mio padre da poco e potevo vederlo ogni volta che volevo dato che stava a Roma e lui, beh lui non so il perché della sua indecisione.
«Pronto?» disse Gab rispondendo al cellulare.
«Non lo so mamma, dovrei chiederglielo, va bene, ti faccio sapere, ciao ma» chiuse il telefono e guardò me e poi Lele, senza dire una parola.«Si può sapere perché ci hai portato via di corsa?» si lamentò Lele mangiando un pezzo del suo croissant in ascensore.
Anche io non avevo finito di mangiare e colpa di Gabriele mi stavo ingozzando in ascensore.
«Perché vi devo chiedere una cosa» disse lui come se prendere due persone per il braccio e trascinarle via fosse una cosa normale.
«Non potevi farlo dopo?» continuò a lamentarsi Lele.
«No, perché mamma vuole subito la risposta»
«Eh mo che c'entra mammt?» chiese.
«Lele statt zitt» disse uscendo dall'ascensore ridacchiando.
«Mamma mi ha semplicemente chiesto se volete venire con me a Torre Annunziata questi giorni» disse aprendo la porta della sua stanza «Giorgia vuole che tu dorma con lei» rise Gabriele guardandomi.
«Ma che amore è quella bambina!» esclamai.
«Quindi?» chiese.
«Per me va bene» rispose Lele con un sorriso ed io diedi la sua stessa risposta, ci aspettavano dei bei giorni insieme.
Ormai noi tre eravamo diventati inseparabili, io e Lele, Lele e Gab, Gab e me.
Girava tutto attorno a loro due.
Lele era il mio ragazzo, colui che mi faceva stare bene, colui che mi faceva sfogare e soprattutto colui che mi ha fatto scoprire me stessa, Lele è il mio piccolo Eroe. Lui mi ha salvata. Mi ha salvata dalla monotonia della mia vita, mi ha salvata dalla persona che stavo diventando e mi ha trasformato, in meglio.
Poi c'è Gab.
Lui è come un fratello minore per me, nemmeno Dio sa quanto bene gli voglio. C'è sempre quando ne ho bisogno, mi consola, mi aiuta e mi supporta in tutto. Se ora il mio rapporto con Lele ha preso questa piega è solo grazie a lui.«Iniziamo a scendere le valige il taxi è arrivato!» dice Lele impugnando il manico della sua valigia. Ne avevamo preso solo una a testa, in fondo erano pochi giorni.
«Mi vesto e arrivo!» urla Gab da dentro al bagno.
Eravamo un po' in ritardo, per questo avevamo chiamato un taxi che ci avrebbe portato sino a metà strada e da lì veniva a prenderci il papà di Gab. Ormai il treno era già partito e non mi piaceva per niente viaggiare in pullman.
«Buongiorno» dissimo io e Lele insieme salutando l'autista. Caricammo velocemente le valige nel cofano, compresa quella di Gabri e aspettammo il suo arrivo.
«Sono così felice» sorrise appoggiandosi al taxi con la schiena.
«Anche io» mi avvicinai a lui e si sporse per lasciarmi un bacio sulla fronte. Appoggiai la mia guancia sul suo petto tenendolo per i fianchi.
«Piccioncini!» urlò Gabriele correndo verso di noi «Sappiate che» si avvicinò per farsi sentire meglio «Non mi farete fare la candelina per tutto il viaggio» ci puntò un dito contro e noi scoppiammo a ridere.
«Quindi» disse serio «Io sto al centro» indicò la macchina, spingendoci Lele dentro.
Poi entrò lui ed infine io.
Presi il telefono e scrissi un messaggio a Lele progettando un piccolo scherzo.
'Tre' mi sporsi verso il finestrino per farmi notare da Lele.
'Due' fece lo stesso lui.
'Uno' mimai, poggiai una mano sulla spalla di Gab e lo stesso fece Lele. Entrambi ci avvicinammo per poi baciarci davanti alla faccia di Gabri che ci guardava divertito.
«Stronzi» disse ridendo «Vi faccio dormire con il cane» ci minacciò.
Noi due scoppiammo a ridere lanciandoci uno sguardo di approvazione.
Presi il telefono e li richiamai entrambi.
«Selfie?» chiesi e loro due si misero in posa.
Scattai e la pubblicai su instagram.
'In ottima compagnia.' scrissi come didascalia, la mia compagnia era più che ottima.«Elo!» urlò la piccola dopo aver assalito Gab con le sue piccole braccia. Mi inchinai e la abbracciai, al nostro abbraccio si aggiunse anche Manu, infine abbracciarono Lele.
Li prese entrambi in braccio con un po' di fatica ed entrammo in casa.
«Elodie, Lele!» sorrise Tiziana abbracciandoci entrambi. Adoravo la famiglia di Gab, era così calorosa.
Dopo i vari saluti sistemammo la roba fuori dalle valige e uscimmo.
Tra cazzate, risate, gelati e chiacchierate tornammo a casa per cena.
«Dai ragazzi mettetevi sul divano che vi faccio una foto ricordo» sorrise calorosamente Tiziana.
Il divano era pieno così mi sedetti sulle gambe di Gab, sentii Lele ridacchiare.
«Fatto!» esclamò lei.
Mi sedetti accanto a Lele poco dopo.
«Perché ridevi?» chiesi.
«Potevi sederti sulle mie gambe» disse semplicemente.
«Poteva risultare troppo..» non trovai le parole giuste.
«Ho capito, tranquilla» sorrise leggermente.
Sapeva come la pensavo e non mi piaceva assolutamente far vedere alle persone i nostri attimi di dolcezza. Avevo paura, pensavo che potevo mancare di rispetto a delle persone più grandi di noi quindi avevo preferito non far insospettire nessuno.
Lui mi capiva, sapevo che non era un problema per lui, sapeva benissimo come ero fatta e come doveva prendermi.
I giorni seguenti passarono benissimo, io e Lele a volte uscivamo in giardino con la scusa della sigaretta per stare un po' da soli e andava bene così. Lele ci aveva abbandonato per un giorno, per andare dalla sua famiglia così io e Gab decidemmo di andare a divertirci in discoteca. La mattina dopo per fortuna, al nostro risveglio era tornato Lele e passammo i giorni in completo relax. Questi pochi giorni erano stati perfetti, quasi meglio di quelli natalizi. Ora era diverso, tutto era diverso con loro al mio fianco. Era come se stessimo vivendo un'altra vita, totalmente cambiata, un'altra vita solamente per noi.
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A love disaster./Lelodie.
RomantikDue caratteri opposti che incontrano l'amore, ma niente è così facile come sembra.