69. Il tempo scorre.

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La cena tutti insieme andò bene quella notte ma la curiosità di vedere la casetta era tanta. Sarebbe stato curioso vederci vivere lì come una grande famiglia, la cosa brutta era che a poco a poco tutti saremo andati via, chi prima e chi dopo.
Entrammo in fila indiana, ognuno copriva gli occhi della persona che stava davanti.
«Tre» urlò Gabriele, il capofila che camminava alla cieca con gli occhi chiusi.
«Due» urlammo.
«Uno» pronunciammo prima di toglierci le mani da davanti agli occhi.
Scrutavo gli angoli del giardino per qualche secondo poi ci precipitammo all'interno della casa, era bellissima.
«Amo!» sentii la voce di Lele con in mano lo strumento delle nostre spremute.
Risi e lui lo rimise a posto, sarebbe stata un'esperienza unica.
Ogni giorno ed ogni settimana che passava era speciale. Fu brutto quando dopo la prima puntata ci abbandonò Emanuele, era un bravo ballerino e una persona speciale. Ma così era il gioco, ogni settimana sarebbe uscito qualcuno, era inevitabile e non si potevano cambiare le regole.
Onestamente avrei voluto che ogni settimana uscisse un blu, mi trovavo troppo bene con gli altri ragazzi e non li avrei cambiati per nessun altro, nonostante Michele, Sergio e Chiara mi mancassero in modo particolare rispetto a tutti gli altri.
Successivamente fu una gioia per noi dato che per ben tre puntate rimanemmo in cinque, tutti interi.
Il primo ad abbandonare la squadra blu fu Patrizio, la  settimana dopo fu eliminato Cristiano e fu un duro colpo per la squadra così come lo fu l'eliminazione di Michele la settimana successiva.
Cosi arrivammo alla quinta settimana con la consapevolezza di perdere qualcuno ma mai nessuno di noi si sarebbe aspettato che quel qualcuno fosse stato proprio Alessio.
Era migliorato veramente tantissimo e vederlo andare via, in lacrime era straziante. Quella notte piangemmo tutti da Maria alla Ferilli.
Fu brutto, bruttissimo.
Il ritorno in casetta quella notte era stato silenzioso se non fosse stato per i singhiozzi dovuti alle innumerevoli lacrime che stavamo versando.
Persino Emma ed Elisa erano distrutte dato che lo ritenevano un possibile vincitore della categoria danza, ma purtroppo il gioco era così.
Qualche giorno dopo arrivò una giornata speciale.
O almeno pensavo fosse così.
Era il 3 maggio, io mi ero svegliata senza aver ricevuto nessun augurio, nessun bacio, nessun abbraccio.
Pensai che se ne fossero dimenticati quando verso metà serata mi fu presentata una bellissima sorpresa dai miei compagni di avventura.
La torta con il fenicottero era adorabile e i tantissimi palloncini mettevano allegria nonostante fossi completamente imbarazzata.
Il regalo migliore fu quello di Lele, oltre al fantastico fenicottero che Daniele e Gab mi avevano fatto adottare. Il suo, però, era fatto con il cuore e lo avrei tenuto con me per sempre.
Come un ricordo indelebile.
Emma mi regalò la 'tenuta da fenicottero' ma la miglior sorpresa fu quando si presentò in casetta insieme ad Elisa inaspettatamente.
Stavo sulle gambe di Lele, le mie braccia avvolgevano completamente il suo collo, la mia testa era appoggiata alla sua spalla, le mie labbra al suo collo e le sue mani vagavano sulla mia schiena ripetutamente.
Naturalmente le telecamere si erano già spente anticipatamente.
«Piccioncini!» urlò Elisa vedendoci.
«Aò Lè, facce salutà la festeggiata» rise Emma abbracciandomi forte non appena mi alzai.
«Non è che te la puoi tenere tutta per te» continuò Elisa ridacchiando.
«Ma magari» rispose lui con un misto di ironia e tristezza. I momenti tra di noi erano quasi svaniti per la presenza delle telecamere ed entrambi ne risentivamo parecchio.
Solo nei momenti in cui le telecamere si spegnevano potevamo abbracciarci e darci qualche bacoo, ma nulla di che.
Lele faceva le ore piccole per il tanto lavoro che si ostinava a fare insieme ad Elisa, quindi io cercavo di aspettarlo durante la notte ma fallivo miseramente addormentandomi sul divano.
«Appena uscirete avrete tutto il tempo per stare insieme» lo ammonì Emma con un tono tranquillo.
«Anche se» sospirò «Vi capisco più di chiunque altro» accennò un sorriso.
Avevo parlato tanto con Emma in queste settimane e mi aveva raccontano della sua lunga storia con Stefano che era, purtroppo, finita male.
Avevo sempre sentito delle voci riguardanti la loro storia ma sentirlo da lei in prima persona mi aveva fatto un certo effetto. Io ed Emma eravamo molto simili ed il fatto che anche la mia storia con Lele si avvicinasse a grandi linee con quella sua e di Stefano mi metteva paura.
E se anche Lele trovasse, uscito da qui, un'altra persona meglio di me?
Scacciai velocemente quei pensieri dalla testa non appena Emma mi afferrò il polso e mi trascinò fuori.
Nonostante le telecamere fossero spente ebbe la brillante idea di portarmi dietro la casetta.
«Non vi posso vedere così» sbuffò «È straziante anche per noi vedervi così stanchi e bisognosi dell'affetto l'uno per l'altra» spiegò «Quindi vai a chiamare Elisa» rise.
Aveva senza ombra di dubbio un'idea, le serviva solo l'aiuto della sua amica e poi me ne avrebbe parlato, o almeno credo.
Corsi in casetta, Elisa parlava con Lele e Gabriele sul divano mentre Daniele versava del succo nei bicchieri.
«Eli ti vuole Emma» sorrisi e la accompagnai dove si trovava la bionda poi rientrai in casetta.
«Che succede?» mi chiese Lele, curioso.
«Non ne ho idea» feci spallucce e lui annuì confuso.
«Piccioncì!» sentimmo urlare da fuori, Lele scattò dal divano ed io lo seguii.
«Viè quà» mi sussurrò Emma.
Mi avvicinai il più possibile e così fece Lele.
«Dato che me sembrate du anime in pena, abbiamo deciso di farvi evadere da qui per una notte, non deve saperlo nessuno oltre a noi e ai ragazzi che ci sono in casetta o rischiamo troppo» iniziò Emma.
Il mio sorriso e quello di Lele fu immediato alle sue parole.
«Vi mettete un giubbotto in testa e correte nella macchina di Elisa, noi arriviamo» continuò.
Guardai Lele con gli occhi lucidi, questo si che era un regalo.
Mi prese la mano e corse dentro.
Prese il giubbotto e lo mise sopra le nostre teste, poi pian piano uscimmo dalla casetta notando subito la macchina blu notte di Elisa.
Ci infilammo nei sedili posteriori con i cuori che battevano all'unisono, era davvero una gran cazzata quella che stavamo facendo.
Pochi minuti dopo Emma ed Elisa ci raggiunsero.
«Vi portiamo nella casa a Roma di Emma, lei rimarrà da me per oggi» ci informò Elisa.
Lele spalancò la bocca incredulo, avevano fatto tutto per noi.
«Grazie, grazie, grazie!» mi sporsi dal sedile posteriore e lasciai un bacio sulla guancia di entrambe.
Lele si limitò a ringraziare una ventina di volte.
«Se mi sfasciate la casa vi ammazzo!» rise Emma.
«Non ne avremo il tempo Emma» rise Lele al mio fianco.
«Stupido!» lo ammonì con un pugno sulla spalla che lo fece ridere ancora di più accompagnato da Elisa ed Emma.
«Occhio a quello che fate» rise ancora Emma.
«Io non mi fiderei» continuò Elisa.
«Grazie ragazze, voi si che mi aiutate» sorrisi sarcastica.
«A domani» disse Elisa fermando la macchina.
«Veniamo a prendervi alle 7:30 prima che si accendano le telecamere» ci informò Emma passandomi le chiavi di casa.
«Grazie amori miei» dissi uscendo velocemente dalla macchina insieme ad un Lele sorridente.
Avevano avuto un'idea brillante.
Portarci in un hotel avrebbe causato troppi casini e la voce si sarebbe sparsa nel giro di pochi minuti.
Attraversammo il cancelletto ed entrammo in casa.
Lele non perse nemmeno un secondo per avventarsi sulle mie labbra, mi era mancato così tanto il nostro amore.

Ed ecco il penultimo capitolo di questa storia, nei prossimi giorni vi posterò l'ultimo e poi potremo finalmente iniziare la nuova storia! Intanto vi chiedo di dirmi tutto ciò che non mi avete mai detto in questi ultimi due capitoli, soprattutto nell'ultimo😛 Ci terrei molto, a presto❤

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora