68.Stringimi forte.

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«Aspetta qui un attimo tesoro» disse la signora Linda mentre scendeva gli scalini del ristorante con cautela. Si fermò davanti all'auto che avevo guidato mesi prima per la sorpresa a Lele e aprendo lo sportello estrasse una bustina bianca, poi tornò da me.
«Ho parlato tanto in questi mesi con mio figlio, più di quanto lo avessimo fatto in tutti questi anni» sorrise amareggiata «In tutti i suoi discorsi faceva riferimento ad una ragazza, poi un giorno scoprì il suo nome» sorrise di nuovo «Era il tuo, Elodie, non saprei come ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per Lele, l'hai cambiato in meglio e te ne sono davvero grata. Per questo volevo darti questo piccolo pensiero, spero ti piaccia» mi porse la busta con un fiocchetto blu.
La ringraziai e sorrisi, intimidita poi aprii la busta.
All'interno c'era una scatolina, anch'essa bianca, la aprii pian piano rivelando una collana in oro bianco, era una chiave.
«Solo tu Elodie, hai la chiave del cuore di Lele» spiegò il motivo della sua scelta ed io, spontaneamente la abbracciai.
«Grazie mille» dissi stringendola forte a me.
«Grazie a te Elodie» si staccò per lasciarmi un bacio sulla guancia. Mi sentivo amata da lei e fu una sensazione bellissima.
Sentii poi una mano dietro la mia schiena e subito la sua voce.
«Tutto apposto?» chiese il mio ragazzo stringendomi il fianco con il braccio.
«Si caro» mi anticipò Linda.
«Te la metto?» domandò Lele alludendo al regalo di sua madre, probabilmente lui ne era al corrente.
Annuì e gliela porsi.
«Che carina» disse guardandola mentre mi voltavo, poso le mani al mio collo e la chiuse poi mi lasciò un bacio sulla fronte.
«Quanto siete belli» rise Linda «Ancora mi ricordo quando Lele era un ragazzino a cui tutte le ragazzine andavano dietro» sorrise la mamma ricordando.
Lele si grattò il retro della testa, imbarazzato.
«Era un latin lover?» domandai io ridendo.
«Abbastanza, ma mai aveva trovato una persona con cui condividere tutto» spiegò «Stava con una, poi un'altra e così via» disse sua madre sincera.
A Lele sembrava turbasse il fatto che sua mamma mi raccontasse le sue vecchie avventure.
«Non avevo nemmeno mai conosciuto una ragazza come sua fidanzata, tu sei l'unica» disse mostrando un sorriso che mi fece notare quanta somiglianza ci fosse tra lei e Lele.
A quelle parole, il moro mi strinse di più a sé, sembrava contento di avermi scelto nella sua vita.
Eravamo così diversi che mai mi sarei aspettata che tutto ciò potesse succedere a noi.

Stavo stretta nel mio cappotto, le gambe tremavano dato che erano ricoperte da un leggero strato di calze velate.
«Ho freddo» continuavo a ripetere mentre camminavo con le mani in tasca.
«Vieni» disse allargando il braccio per avvolgermi «Siamo quasi arrivati» continuò ad accarezzarmi il braccio per cercare di scaldarmi in qualche modo.
Mi appoggiai a lui, potevo sentire il suo cuore battere.
Appena entrammo in albergo l'aria calda si scontrò contro la mia pelle ghiacciata.
«Finalmente» sorrise lui strofinandosi le mani.
Avevamo salutato i nostri genitori per l'ultima volta prima di entrare nelle casette, mi sarebbero mancati tantissimo.
So che a Lele pesava ancora di più non vederli, ma ci saremo ricompensati l'uno con la presenza dell'altro.
«Gab non c'è?» domandai sapendo già la risposta.
La verità è che volevo trovare un pretesto per stare insieme a lui, oggi sarebbe stata l'ultima notte senza le telecamere.
Anche se Emma mi aveva avvisato che le telecamere di notte si sarebbero spente nonostante al pubblico raccontassero il contrario, si sarebbero accese attorno alle 7:30/8:00 in base ai giorni della settimana e rispente intorno all'una.
Il tutto mi provocava parecchia ansia, dato che le telecamere mi avrebbero ripreso praticamente in ogni momento della giornata.
«No è a Napoli amo» rispose con tono ovvio.
Annuì semplicemente, in silenzio e continuai a camminare accanto a lui fino ad arrivare all'ascensore.
Quando fummo dentro mi guardò e mi sorrise come solo lui sapeva fare, mi prese il polso e fece scontrare il mio petto al suo stringendomi forte con le braccia che coprivano la mia schiena.
Allacciai le mie braccia attorno alla sua schiena bassa, considerata la mia altezza poteva sembrare che fossimo più o meno uguali ma lui sembrava essere un gigante. Appoggiai la guancia al suo petto, lasciandomi cullare dal suono del suo battito.
Sarei rimasta così per ore intere, ma l'ascensore si fermò.
Mi lasciò un bacio sui capelli per poi staccarsi, camminai davanti a lui per circa tre passi poi si attaccò da dietro circondandomi il collo con le braccia, mi baciò la guancia e camminò così attaccato a me fino ad arrivare alla porta della sua stanza.
Ero intenta a cercare la carta della sua porta mentre lui si divertiva a mordicchiarmi l'orecchio.
«Smettila» risi quando mi leccò la guancia e poi scoppiò a ridere.
«Mh buona» continuò a ridere, spostò il suo braccio per mordicchiarmi il collo.
«Lele» sussurrai.
«Mmh» mugulò baciandomi ancora senza fermarsi.
Aprii la porta e dopo essere entrati entrambi mi voltai verso di lui facendo, finalmente, scontrare le nostre labbra. Gli diedi un paio di baci a stampo poi morsi il suo labbro inferiore mentre lui sorrideva sotto il mio gesto. Poi prese in mano la situazione e riprese a baciarmi con più foga questa volta, era comunque tutto molto tranquillo, naturale e lento.
«Ti desidero» mormorò imbarazzato guardandomi fisso negli occhi, mi ribaciò di nuovo e caddi sul letto, trascinai anche lui che fece attenzione a non schiacciarmi.
«Questo vestito ti sta da Dio» sussurrò poi guardandomi attentamente, poi lo tolse delicatamente con il mio aiuto.
Sbottonai la sua camicia e dopo poco ci ritrovammo a guardarci l'un l'altro senza proferire parola.
Entrambi sapevamo che sarebbe stata dura vivere in casetta senza essere noi stessi, sapevamo che non potevamo sbilanciarci più di tanto, ci tenevo ad essere rispettosa nei confronti delle persone che ci avrebbero guardato ma era difficile.
Sarebbe stato difficile guardarlo senza poterlo baciare ogni volta che mi sarebbe passato per la testa.
Sarebbe stato difficile non sentirlo più mio per tutto quel tempo.
E se tutto fosse cambiato dopo questa esperienza?
Che ne sarebbe stato di noi?
Mentre passavo la notte che ci avrebbe segnato in tanti sensi pensavo al futuro e a ciò che poteva succedere una volta che tutto sarebbe finito.

Eccoci qua ragazzi, volevo comunicarvi una cosa molto importante. Sono arrivata alla conclusione, in tutti i sensi. Penso che non abbia tanto senso continuare questa storia e parlare dei fatti accaduti al serale perché sarebbe monotono, quindi ci saranno due capitoli (gli ultimi) di chiusura, che riassumeranno i mesi del serale, dopodiché finirà questa fan fiction. Ciò significa che al più presto spero di iniziare la nuova, spero davvero che voi mi capiate e la leggiate, sarà sempre su Lele e Elodie come mi avete richiesto ma sarà molto diversa e basata sulla mia fantasia e non su i fatti che sono realmente accaduti. Ditemi ciò che pensate come sempre e spero vi piaccia un bacio😘❤

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora