43. Nervosismo.

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«Dai usciamo?» continuò a chiedermi Chiara.
Ero tornata al residence da poco e stavo cazzeggiando con il telefono sul letto mentre Chiara sceglieva cosa mettersi stasera, come ogni dopo puntata saremo usciti ma per oggi decisi di saltare la cena e la serata in discoteca tutti insieme.
Le troppe emozioni mi avevano portato una sorta di stanchezza e così la voglia di uscire era completamente svanita.
Mi sarei fatta portare qualcosa in camera da mangiare e poi sarei andata a dormire presto.
«A domani» disse lasciandomi un bacio sulla guancia ed uscendo.
«A domani» ripetei.

«Chi è?» chiesi dopo aver sentito un leggero ticchettio alla porta.
«Sushi consegne» risposero, così aprii la porta e dopo aver pagato e ringraziato il ragazzo delle consegne rientrai in stanza con il mio buon sushi.
Il silenzio che regnava nella stanza era quasi fastidioso, misi un po' di musica da spotify e mangiai con più tranquillità.
Feci anche una doccia e risistemandomi sul letto andai a fare un giro sui social. Prima Facebook e poi Instagram.
Rispondevo in direct ai fan quando decisi di aprire l'ennesima notifica.
'*** ti ha taggato in una foto.'
Era da stasera che questo genere di notifiche erano di più del solito ed incuriosita andai a controllare.
La foto mia e di Lele mentre lui mi abbracciava era ormai ovunque.
Sorrisi istintivamente vedendola.
Era strano stare di sabato sera a guardare foto in camera mentre tutti gli altri stavano in giro a divertirsi. Quella giornata era stata parecchio pressante per me, la registrazione la mattina che si era prolungata sino all'ora di pranzo per la sfida di Cristiano e poi lo sfogo in bagno, l'esame di Arianna, l'esame di Nick, la ramanzina ad Andreas.
Tutta la sera l'avevamo passata nella scuola come se non fosse sabato, ma un semplice giorno della settimana.
Mi faceva ancora più strano notare come le persone avessero notato la vicinanza mia e di Lele nonostante noi stessimo molto attenti a non metterlo in evidenza.
Ma per il momento non mi importava cosa pensavano, guardai bene la foto e mi sentii in colpa. Era così dolce e comprensivo con me ed io così stronza.
Scaricai la foto e la misi come sfondo, poi la pubblicai su Instagram 'Buonanottee' scrissi semplicemente, a lui avrebbe fatto piacere vederla pubblicata da me.
Dopo aver postato la foto, mi coricai e cercai di addormentarmi. Erano circa 20 minuti che mi giravo e rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno, quando un rumore mi fece alzare di scatto la testa.
Qualcuno stava bussando alla porta, subito pensai che Chiara avesse dimenticato la carta così mi alzai e aprii la porta ritrovandomi davanti un esemplare di panda affaticato.
«Lele, che ci fai qua?» chiesi sorpresa.
«Ho visto la foto e sono venuto anche io a darti la buonanotte» sorrise.
Rimasi a guardarlo come un ebete contraccambiando il suo sorriso.
«Vieni, entra» dissi poi riprendendomi.
«Stavi dormendo?» chiese notando le luci spente.
«Ci provavo ma senza risultati»
«Aspettavi me» disse togliendosi le scarpe.
«Rimani qua?» dissi facendo finta di niente per la sua frase precedente.
Annuì semplicemente.
«Dovrei avere qui una tua maglietta» dissi frugando nella valigia.
Gli porsi la maglietta, si sfilò i jeans e rimase in boxer cambiandosi la maglietta e andando sotto le coperte.
Lo raggiunsi subito e non ci mise tanto ad attirarmi tra le sue braccia.
«Come mai sei qui?» chiesi lasciandogli un bacio sul suo braccio avvolto nel mio collo.
«Sai che mi annoio in discoteca» spiega con voce annoiata «Così ero su Instagram, ho visto la foto e sono venuto qui» continua accarezzandomi la spalla.
«Correndo» aggiunsi io e lui ridacchiò.
La mia schiena aderiva con il suo petto ed il suo fiato mi accarezzava dolcemente la pelle.
«Beh, non mi dai la buonanotte?» chiese malizioso.
«Nah» ridacchiai.
«Allora te la do io» rise spostandosi e mettendosi quasi sopra di me reggendosi con le braccia.
Si piegò leggermente lasciandomi un bacio che diventò poi una serie di baci.
«Buonanotte Didì» disse alla fine abbracciandomi da dietro.
«Buonanotte amò» risposi.
«Come mi hai chiamato?» alzò la testa di scatto e potei percepire il suo sorriso.
«Lele» risi e lui si riappoggiò accanto a me intristito.
Risi interiormente sino a quando lui non riparlò «E daaiii» chiese con la voce da cucciolo.
«Buonanotte amò» ripetei ricevendo una scia di baci sul collo, sorrisi e mi lasciai cullare dai suoi baci umidi sulla mia pelle.
Il giorno dopo io e Lele ci svegliammo piuttosto tardi, quasi sincronizzati. Era quasi ora di pranzo ed io, dato che era domenica, dovevo andare a pranzare a casa di mio padre. Ci sarebbe stata anche mia sorella e non vedevo l'ora di rivederla, mi mancava tanto.
«Io vado, a stasera» dissi lasciandole un bacio a fior di labbra mentre lui si sistemava i capelli.
«A stasera Didì»

Quella settimana passò veloce, ero felice e particolarmente motivata. Avevo praticamente tutti i buoni propositi per fare il capitano, mi sentivo pronta e sicura di me stessa, per questo decisi di autocandidarmi. Insieme a me si candidarono Arianna, Sergio e Nick. La prima ad essere eletta sono stata io ed il secondo è stato Sergio. Io e il mio gigante buono uno contro l'altra, sarebbe stata sicuramente una bella sfida con sana competizione.
Insieme guardammo tutte le esibizioni e poi iniziammo a formare le squadre, il mio primo nome fu quello di Alessio. Quella settimana aveva spaccato e mi sarebbe piaciuto tanto averlo in squadra, peccato che il discorso di Sergio lo colpì molto e finì per andare da lui.
Dopo qualche scelta la squadra di Sergio era composta da i Nevenera, Andreas, Alessio, Cristiano e Arianna mentre la mia da Gabriele, Alessio Gaudino e Chiara, mi mancavano ancora due nomi.
«Vabbe, Lele» dissi ovvia «E Michele» finì completando la mia squadra.
Guardai i ragazzi non scelti e subito mi venne in mente una cosa «Mi dispiace per Emanuele perché Benedetta l'ha penalizzato» dico sincera «Io ti avrei scelto altrimenti» anche Sergio concorda con me e dopo che i ragazzi non scelti proposero le loro sfide tornammo al residence, domani ci sarebbe stata la registrazione, era già arrivato venerdì.

«Ultima prova» dice Maria.
«Schiero Lele in Come Together, la prova comune» dico convinta di vincere questa ultima sfida e di vincere così la puntata, Lele canta contro Nick e assolutamente non c'è paragone. Per quanto voglia bene a Nick, Lele è nettamente superiore.
Canto insieme a lui mentre lo vedo fare movimenti con il ventre verso il pubblico, scuoto la testa divertita e mi viene in mente Lele che fa il donnaiolo. Mi aveva accennato della sua vita da play boy prima di amici ma non ho mai saputo niente di più.
Nick canta il pezzo completamente scordinato in confronto a Lele, ha persino stonato molto spesso.
«Lele tu ci metti sempre l'anima, qualsiasi cosa canti mi è arrivata sempre dritta allo stomaco» dice Moro e sembra sincero, ma il suo tono non mi piace.
«Grazie» sussurra lui veloce.
«Sto aspettando il però» abbassa la testa.
«Non c'è un però» risponde Moro «Sei» dice attribuendogli un voto per niente giusto per la sua esibizione.
«Eccolo» risponde lui con una risata isterica, nervosa riferendosi al 'però' che intendeva.
Dopo un breve dibattito sul fatto che il sei sia un bel voto Maria interrompe «Invece Nick?» chiede.
«Sono felice» risponde Fabrizio mentre Lele abbassa la testa «Mi sono accorto che il gioco di squadra ha vinto, sette» dice facendo esultare Nick.
Lele torna affianco a me abbattuto, questo è troppo.
«Posso dire una cosa?» dico innervosita «Ha fatto un casino! Scusa se mi permetto a dire una cosa del genere ma ha sbagliato tutto, mi dispiace dirlo ma non me ne frega niente! Poi l'impegno è buono per carità, ma ha fatto un delirio!» mi innervosisco urlando.
«Ti è piaciuto molto come ha cantato Lele?» chiede Maria.
«Magari Lele non è stato eccezionale, però mi sembra assurdo» parlo a vanvera dal nervoso che non riesco a trattenere.
«Il sacrificio di Cristiano è valso a qualcosa perché Nick secondo me ha fatto una bellissima performance» dice Moro «Sono punti di vista, perché ha fatto un casino?» mi chiede.
«Perché intanto si è inventato tutto» dico.
«Elodie ho sbagliato la prima riga» controbatte Nick verso di me.
«La prima riga? Ma per favore!» continuo a blaterare contro questa assurdità e continuo a litigare contro Moro che dopo poco si alza e torna a posto.
«Tre della squadra di Elodie vanno in sfida» dice Maria «Due sfide di canto e una di ballo» spiega e dopo aver fatto vedere un filmato torna all'argomento precedente. «Va in sfida Elodie» dice ed io mi alzo nervosa e prendo la maglia, lei si avvicina verso di noi con altre due felpe «Va in sfida Lele» dice porgendogli la felpa ed il nervoso si alza ancora di più «E va in sfida il nuovo arrivato» dice infine dando la maglia ad Ale.
Maria dà la pubblicità.
Lui si avvicina a me mettendo una mano sulla mia schiena, dovrei essere io a consolare lui ed invece è il contrario.
Dovrei chiedergli scusa per aver aperto un dibattito così acceso quando ci stava di mezzo lui e dovrei chiedergli scusa per aver fatto sì che lui ora sia in sfida.
Mi alzai per sistemarmi meglio la felpa della sfida e lui fece lo stesso, mi abbracciò ed io lo strinsi forte.
«Scusa» fu l'unica cosa che riuscii a dire, ero troppo nervosa per poter fare un discorso ora, lui si limitò a stringermi più forte e lo ringraziai mentalmente per questo, sapeva sempre come reagire.
Lele abbracciò anche Ale mentre io gli diedi una pacca sulla spalla, era il massimo che riuscii a fare.
«La prima ad andare in sfida sei tu Elodie» dice Maria appena torniamo dalla pubblicità.
Mi alzo in piedi e mi sistemo un po' per stemperare i nervi «La tua sfidante si chiama Alessia» dice prima di far entrare una ragazza riccia. Al momento non ho voglia e non sono in vena di andare a salutarla così salgo sulla mia pedana e aspetto l'arrivo della persona che ci giudicherà. L'unica cosa che voglio in questo momento è fare questa sfida e uscire da qui al più presto, che sia da vincente o da perdente. Non mi interessa se dovessi uscire oggi, non me ne frega niente del giudizio delle persone o di questo giudice di fronte a me, che vadano tutti al diavolo.

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora