59. Più che lezioni.

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'Lele vai in sala musica 9' diceva il messaggio non appena entrai nella scuola.
Aprí la porta della sala e trovai Emma ed Elisa a ballare, sicuramente non mi aspettavano così presto.
Scoppiammo a ridere tutti e tre non appena ci ritrovammo in quella situazione imbarazzante, più per loro che per me.
Le salutai entrambe con due baci sulle guance e poi mi sedetti a terra, di fronte a loro.
«Una cosa su cui lo voglio rassicurare è che ha una cosa» iniziò Elisa rivolgendosi a Emma «che se io fossi in te non mi vorrei fidare, di più, ma mi vorrei affidare ancora di più a quella cosa che tu hai, il fatto che puoi emozionare, con niente» continuò rivolgendosi a me.
«E più si affida all'emozione e meglio è» disse facendo spallucce.
«Quando hai fatto diamante avevi chitarra e qualche altro effetto ed hai emozionato tantissimo» la seguì. Emma.
«È difficile quello che state facendo, bisogna stare tanto concentrati però in alcuni momenti bisogna lasciar andare tutto ed essere i più vulnerabili del mondo» Elisa, sapeva sempre cosa dire, ad ogni occasione.
Continuammo a parlare e, dopo aver cantato 'Love me now', continuammo con l'assegnazione della settimana.
«Hold back the river di James Bay» disse Emma con l'agenda in mano.
«Ecco» sussurrai.
La faccia di Elisa si trasformò da felice a preoccupata per la mia affermazione.
«Cioè?» chiese subito Elisa.
«Non ti piace?» continuò Emma.
«Quell'album l'ho tipo distrutto da quanto l'ho ascoltato!» dissi scuotendo la testa ed Elisa fece un respiro di sollievo prima di battermi il cinque, fiera.
«James Bay è proprio figo» pensai ad alta voce.
«Eh si» concordò Elisa «Però si, fallo, rifallo, fallo, rifallo, rifallo, rifallo, deve uscirti dalle orecchie» disse «Che dopo lo fai guardando» prese una pausa mentre io ascoltavo attento «Elodie» disse poi ed Emma scoppiò a ridere, seguita da me e da Elisa.
«Dai mi è venuta benee!» esclamò Elisa «Per una volta io, ho detto una battuta» si indicò «Cioè, io ho detto una battuta!» rise.

Elodie.
Entrai a scuola insieme a Lele e dopo qualche secondo era già sparito.
Andai in sala relax, mi avevano detto di aspettare lì per una mezz'oretta, mi avrebbero avvisato loro con un messaggio quando mi sarei potuta spostare, pensai che i coach o qualche professore volesse vedermi e così fu.
Giusto il tempo di vedere Lele rientrare in sala relax per prendere gli spartiti che mi arrivò un messaggio dalla redazione, fecimo un pezzo di corridoio insieme mentre lui entrò in sala 6 ed io proseguii per la 9.
Entrai chiudendomi poi la porta alle spalle, ritrovando Emma e Elisa sedute sul pouf.
Si alzarono non appena mi videro per darmi due baci sulle guance.
Mi sedetti di fronte a loro e aspettai che parlassero.
«Questa settimana siamo state più brave nell'assegnazione del compito» iniziò a parlare Emma girando tra le mani il suo quadernino.
«Esatto» affermò Elisa «Il pezzo è 'Limit to your love' di James Blake» disse arrivando subito al dunque.
«Wow» esclamai «Non me l'aspettavo» ammisi.
«Notavo, sentendoti nelle prove e anche un po' prima che hai un timbro meraviglioso, è un dono della natura» continuò Elisa «Ma, una cosa che tu fai è che non sei tesa, ed è bellissimo, quando fai le note lunghe e si sentono queste meravigliose armoniche nella voce e in questo brano puoi far uscire quella roba lì» spiegò, ciò che probabilmente pensava veramente.
«Continua a lavorare così» consigliò Emma.
«Sentitela tua, sentiti libera di farla come vuoi tu, che ti deve proprio rappresentare» riprese Elisa ed io mi alzai in piedi piegandomi leggermente sulle ginocchia.
«Secondo me può venire una cosa bella, dipende da me» accennai o un sorriso «Quindi devo essere rilassata» finii.
«Certo» concordò Emma.
«Andrà meglio della settimana scorsa che avevo un po' il panico» dissi passandomi una mano sul viso.
«Guarda è positivo, a me piacciono le persone che hanno questo tipo di paura, è sempre meglio la paura alla spocchiosità» continuò Emma ed io accennai un sorriso, pensando subito a quello spocchiosetto del mio ragazzo.
Lui, però, non era spocchioso in senso negativo e questo l'avevo capito nel tempo. La sua non era spocchiosità era più che altro voglia di fare, di esplodere.
Dopo una mezz'ora di chiacchiere tra il significato della bellezza, modo di stare sul palco, ballo e capelli andai in sala 2 per iniziare a provare.

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora