41.Vibrazioni.

1.8K 88 10
                                    

Il ritorno a scuola fu altalenante, passava dal pesante al leggero in una frazione di secondo.
Anzi, direi che il pesante era praticamente automatico, nel senso che il lavoro era tanto e quindi rendeva l'atmosfera abbastanza pesante, invece la parte leggera la dovevamo creare noi e devo dire che ci stavamo riuscendo abbastanza bene.
Per un momento le lezioni, le tante canzoni da imparare e le ansie sparirono e tutto iniziò con una canzoncina. Avevamo trovato una canzoncina dove Chiara aveva inventato un balletto per idioti e ci stavamo divertendo a ballarlo tutti insieme.
Inutile dire che Lele sembrava un disagiato e mi faceva morire dal ridere ma anche io non ero da meno.
Il nostro momento da malati di mente finì presto e ritornammo alle lezioni. Provavo una delle canzoni della settimana quando Rudy venne a vedere come procedeva la mia preparazione e dopo avergli detto che per me faceva schifo come facevo questa canzone, lui mi disse che per lui era tutto il contrario.
Chi li capisce i professori!
Mi ha persino detto che il suo sarebbe un 'si' da subito per entrare al serale. Fu bellissimo sentirselo dire, quasi un sogno che pian piano si avvicina sempre di più. Tornai in sala relax felicemente e mi appostai affianco a Lele sul divano togliendogli una cuffia dall'orecchio.
«Indovina chi ha il 'si' di Rudy per accedere al serale?» non mi accorsi che stavo quasi urlando «Esatto! Proprio io!» affermai senza dargli nemmeno il tempo per rispondere «Non tu, non lui, non lei, ma..» feci un secondo di pausa «Io!» mi indicai da sola e lui scoppiò a ridere abbracciandomi.
«Sono felice per te, fragolina» rise lasciandomi un bacio sulla guancia. Si staccò subito ricordandosi sicuramente delle telecamere.
La sera nella scuola la utilizzammo per aiutare Gab a fare il nerd, anche in quell'occasione ci stavamo divertendo come pazzi. Lele che faceva il nerd era qualcosa di estremamente epico, sembrava più un ritardato, quando glielo dissi fece il finto offeso ma la sua espressione cambiò subito guardando Gabriele che apprendeva i consigli per diventare uno sfigato.
Quel giorno rimanemmo un'ora in più nella scuola per perfezionare i brani, dato che avevamo meno tempo delle altre settimane, inoltre ci avevano comunicato che per questa settimana la registrazione del venerdì l'avevano spostata a sabato mattina, per darci più tempo per preparare i pezzi.

Dopo aver cenato passai con Chiara in camera di Gab e Lele, eravamo tutti abbastanza stanchi quel giorno. Così Chiara ci abbandonò praticamente subito, doveva fare la doccia perché prima l'avevo occupata io.
Io rimasi ancora un po' da loro, stavo al centro tra loro due, la testa appoggiata sullo stomaco di Lele ed i piedi attorcigliati tra le gambe di Gabriele, la mia mano giocherellava con il bordo della maglietta di Lele mentre lui mi accarezzava la mia testa.
Avevamo smesso persino di parlare ed i miei occhi si chiusero da soli e mi lasciai andare in un sonno profondo.
La mattina dopo mi ritrovai ancora con la faccia sul petto di Lele ed un braccio suo cadeva sulla mia spalla mentre quello di Gab mi cingeva un fianco.
Appena sentii la sveglia aprii lentamente gli occhi mentre Lele alzò di scatto la testa evidentemente scosso, Gabo non diede nessun cenno.
«Gab» lo scossi leggermente e Lele mi aiutò a svegliarlo. Alzarsi fu un'impresa perché il letto e la posizione comoda che avevo assunto mi invitavano a dormire ancora, ma purtroppo il dovere ci chiamava e a malavoglia ci alzammo e ci preparammo per una nuova giornata.
Le lezioni di prima mattina andarono benino, era una settimana piuttosto difficile e questo mi rendeva particolarmente nervosa e di cattivo umore.
Dopo aver pranzato iniziammo le elezioni per i due caposquadra della settimana.
«Se mi volete votare bene, se no vaffangul» disse Alessio candidandosi. Solo per questo per me doveva già essere eletto ed infatti così fu, il primo caposquadra di questa settimana fu proprio Alessio.
Mentre il secondo fu Emanuele. Tutto procedeva bene, oltre un piccolo particolare ovvero che il signor Esposito aveva votato Arianna, lo trucidai con lo sguardo mentre lui rideva. 'Maledetto stronzetto che ama provocarmi' pensai osservandolo con un piccolo sorriso.
Dopo le elezioni ritornammo a lezione e dopo un'oretta tornai in sala relax, esausta.
Poco dopo entrò anche Lele catapultandosi alla macchinetta del caffè dove ero momentaneamente appostata.
«Indovina chi ha il 'si' di Rudy?» rise imitandomi «Non lui, non lei, non tu, anzi no tu ce l'hai» borbottò «E anche io!» esultò.
«Bravo spocchiosè» risi bevendo il caffè «Vuoi festeggiare con un caffè?» chiesi.
«Magari, grazie» sorrise. Preparai un caffè anche per lui e brindammo ai nostri primi 'si' per il serale.

Venerdì mattina tutti noi cantanti fummo convocati dal professor Braga per una lezione collettiva.
«Oggi parleremo delle vibrazioni» disse con due pezzi di non so cosa in mano.
Chiamò me, Lele, Cristiano e Stefano dei Nevenera per tenere la chitarra.
«Dobbiamo provare il primo esperimento, ci vuole qualcuno con la testa molto dura» dice.
«Beh, Cristiano» dico ridendo.
«Ah lui ce l'ha dura!» ride a sua volta Braga alludendo al fatto che anche io ho la testa dura. Senza fare altre storie sbatte sulla testa di Cristiano uno di quei cosi che aveva in mano e subito dopo inizia a fare un suono.
«Ma suona la testa di Cristiano!» esclama Daniele scatenando una risata generale.
«Oltre ad aver scoperto che la testa di Cristiano suona abbiamo anche scoperto che l'esperimento funziona» dice fiero «Facciamo un altro esperimento, mettetevi vicini voi due» ordina riferendosi a Cristiano e Stefano «Mettete le mani vicine ma non toccatevi» disse.
«Tipo i mimi» Cristiano era sempre in vena di scemenze.
«Guardatevi» ordinò ancora Braga.
«Ti amo» esclamò Cristiano rivolto verso Stefano facendo scatenare una risata persino al maestro.
«Come distruggere una poesia!» si lamentò il professore «Cosa sentite?» chiese poi.
«Vibrazioni» dice Cristiano ovvio senza nemmeno sentirle a parer mio.
«Formicolio alle mani» afferma Stefano.
«Va bene, via» dice mandandoli a posto «Lele e Elodie uno di fronte all'altro» ordinò a noi due. Mi avvicinai lentamente completamente imbarazzata, Lele fece lo stesso passandosi la mano tra i capelli anche lui altrettanto imbarazzato.
Ci avvicinammo osservandoci in silenzio.
«Mani» ci ricorda Braga.
Le nostre mani si posizionarono una di fronte all'altra senza mai toccarsi.
«Guardatevi negli occhi» ordinò Braga ma noi già lo facevamo, sorrisi spontanei uscirono dalle nostre bocche mentre continuavamo a stare in completo imbarazzo. Quasi esternati dal mondo. Le mie mani tremavano mentre il calore delle sue a pochi millimetri di distanza mi dava un senso di completezza. Sapevo bene il perché di questo esperimento, Braga non ci aveva mica scelto a caso. Lui sapeva, era al corrente di ciò che ci stava succedendo, almeno in parte. Dal giorno di capodanno sapeva delle cose che in pochi sanno. Stava cercando di capire ancora di più e ci stava riuscendo, sicuramente il nostro imbarazzo era visibile ai suoi occhi ed il suo esperimento stava funzionando.
«Cosa sentite?» disse interrompendoci.
Silenzio.
Era l'unica cosa che regnava, i nostri occhi non riuscivano a smettere di guardarsi come se ciò che aveva detto Braga su questo esperimento fosse vero. Tra noi, in quel momento, si era creato qualcosa di indescrivibile, quasi non umano.
Continuavamo a guardarci e sorridere senza un motivo apparente.
«Puoi dirlo, puoi essere sincero» disse a Lele.
«Vibrazioni» rispose lui in un sussurro.
«Di che tipo?» chiese «Intonate? Accordate? Stonate?» continuò ad elencare.
«Armoniche» interrompe lui.
Ecco cosa c'era tra noi, armonia.
Era un'armonia speciale, quasi si poteva sentire il suono armonico dei nostri respiri, dei nostri cuori che regnavano in quel silenzio che si era formato.
«Armoniche» ripeté Braga sorridendo. Era visibilmente compiaciuto del suo lavoro. Come se fosse riuscito nel suo intento. «Elodie?» chiese poi.
«Mh mh» annuì staccando leggermente le mani per l'imbarazzo che mi stava torturando.
«Cosa?» ridacchiò lui, amava mettermi in difficoltà e ci stava riuscendo.
«Sisi, va bene» affermai la risposta di Lele e mi allontanai definitivamente.

Dopo il pranzo iniziammo a creare le squadre.
Quella di Alessio era composta per ora dai La Rua e Andreas, mentre quella di Emanuele da Chiara e Gabriele. Io sono seduta accanto a Cristiano e Lele è dall'altra parte con Andreas seduto tra le sue gambe.
Emanuele prende Cristiano e Alessio Lele.
Poi finalmente anche io vengo presa in squadra da Alessio.
La giornata finì così e tornammo in albergo esausti.
Mi sdraiai sul letto appena tornata e senza rendermene conto mi addormentai. Non avevo nemmeno cenato e me ne accorsi solo la mattina dopo, quando la sveglia suonò. Mi preparai per la nuova puntata e la giornata non iniziò per niente bene. Arrivammo in ritardo a scuola perché mentre scendevamo le scale in fretta e furia Gabriele è caduto. All'inizio scoppiai a ridere ma poi vidi il sangue sul suo viso e lo riportai su per medicarlo, per fortuna aveva solo un piccolo graffio tra le sopracciglia, sul naso.
Ero semplicemente nervosa quel giorno ed infatti cantai di merda. Litigai persino con Braga e feci ridere addirittura Maria. Anche se vinsimo la sfida l'ansia e il nervosismo non mi abbandonò. Gabriele doveva affrontare la sfida immediata e con quella faccia da cucciolo impaurito mi provocava solo altra ansia. Con grande gioia vinse la sfida e fui leggermente più sollevata, ma ciò che sentivo dentro era una sensazione strana. Come se dovesse succedere qualcosa da un momento all'altro, era come se quella giornata così storta un senso ce l'aveva.
«Prima che vi dica il nome dell'altra sfida, mettiamo due cubi perfavore» disse Maria «Vieni Daniele» chiamò «Siediti su questo cubo e in un altro si siede Elodie» chiese ed io scesi le scale e mi sedetti sul cubo. Ecco, qualcosa stava sicuramente per succedere.

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora