17.Spensierata.

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Tornai in camera prima che Lele potesse uscire dalla doccia, non volevo farlo preoccupare o deprimere per le mie lacrime.
Domani sarebbe iniziata una nuova settimana all'interno della scuola ed io mi stavo già occupando la testa di pensieri non inerenti al mio percorso là dentro. Sono entrata in questa scuola quasi per caso, perchè le mie amiche mi avevano detto di riprovarci, nonostante il mio provino ad x-factor nel 2008 non andò per il verso giusto, sentivo che quest'anno niente mi avrebbe fermato, avevo iniziato bene questa strada ed ora che mi stavo abituando a stare qui, non sarei andata via nemmeno con la forza. Oltre ad aver capito che la musica era essenziale nella mia vita e che volevo vivere di questo lavoro, avevo trovato persone stupende che mi avevano capito in un mese, cosa che nemmeno le persone più vicine a me avevano mai fatto. Era per questo che mi trovavo a mio agio, in fondo quando le persone che ti circondano ti fanno sentire a casa diventano un po' la tua seconda famiglia.
Mi addormentai così a pensare a quello che stava diventando la mia vita, a quanto stava cambiando e a come stavo cambiando io.
Il rumore fastidioso della sveglia di Chiara mi svegliò facendomi voltare dall'altra parte del letto con il cuscino sulla testa.
«Dieci minuti» brontolai alzando un braccio.
«Elo è passato un quarto d'ora» la mano di Chiara mi toccava la spalla dopo un tempo che mi sembrarono due secondi.
Mi sedetti sul letto ancora assonnata e andai a fare una doccia per svegliarmi, Gessica era già vestita e stava scendendo a fare colazione con Benedetta mentre Chiara cercava qualcosa nell'armadio per il tragitto residence-scuola.
«Pronta!» dissi infilando la cuffietta in testa.
Il freddo di dicembre iniziava a farsi sentire così mi ero preparata.
Scesi nella hall insieme a Chiara e ci dirigemmo con gli altri ragazzi nella scuola, Lele non c'era probabilmente era in palestra.
«Buongiorno» disse venendomi incontro e abbracciandomi «Perchè sei scappata ieri?» chiese senza darmi il tempo di rispondere al suo buongiorno.
«Ero stanca» inventai.
La giornata nella scuola passó tranquillamente, tornai in albergo abbastanza stanca e feci subito una doccia.
Rimasi un po' sul letto con il telefono, stavo un po' su Instagram e messaggiavo con le mie amiche di Lecce mentre Chiara e Gessica si lavavano.
*Scendiamo insieme a cena?* diceva il massaggio di Lele che mi era appena arrivato.
*Va bene* scrissi.
*Vieni ora, Gab è in doccia* rispose subito e andai nella 316.
Bussai alla porta e ad aprirmi fu un Lele sorridente che mi avvolse subito tra le sue braccia.
Passammo un po' di tempo insieme sul letto, senza baci, solo coccole.
Eravamo strani noi.. Timorosi di noi stessi e dei nostri comportamenti, riuscivamo ad essere noi stessi solo quando sapevamo che nessuno ci stesse vicino, quando eravamo veramente soli, solo io e lui.
Insieme a Gab scendemmo a cena e dopo aver finito risalimmo.
«Venite da noi?» chiese Lele.
«Mi devo fare la tinta» dissi toccandomi i capelli.
«Vabbe la fai in camera loro» disse Gessica e andai a prendere la tinta in camera.

«Lele?» mi affacciai alla porta del bagno per chiamarlo e lui mi fece uno sguardo strano per farmi capire di togliere una scusa per le persone presenti in stanza.
Anche se con Gessica e Chiara avevo un bellissimo rapporto non me la sentivo di dire le mie cose per ora.
«Non riesco ad aprire la tinta» inventai la prima stupidaggine e lui venne in mio 'soccorso'.
«Non riesci ad aprire la tinta?» rise chiudendo la porta del bagno e sedendosi sul bordo della vasca intento a guardarmi.
Presi la ciotola e misi la tinta dentro mescolandola con l'ammoniaca e i vari prodotti.
«La mescoli?» dissi porgendole la ciotola.
«Ma che bravo» sorrisi guardandolo mentre era concentrato a girare la tinta.
«Te la faccio io?» chiese.
«Falla bene eh» dissi mentre iniziò a tingere i miei capelli del mio fucsia.
«Fatto» disse mettendo la ciotola nel lavandino.
«Perfetto possiamo aspettare anche in camera con gli altri» dissi andando verso la porta.
«Non mi dai nemmeno un bacio dopo tutto questo lavoro?» fece il labbruccio e lasciandole un bacio sulla guancia uscì dal bagno.
«Stronza» sbottò ridendo dietro di me.

Finalmente è arrivato il giovedì, il giorno prima della registrazione ovvero il giorno dell'elezione dei caposquadra e della formazione delle squadre.
Ero seduta sul divano e Lele era messo inn terra con la schiena appoggiata al divano tra le mie gambe che ogni tanto massaggiava, alla mia destra avevo Gess e alla mia sinistra Gabri quando entrarono in sala relax Stefano e Marcello con le fasce per i capitani della settimana. Ci dissero di scegliere bene dato che la settimana scorsa non è andata proprio bene, ci informarono anche del fatto che chiunque della squadra può ritrovarsi in sfida e non solo il capitano.
Il primo capitano eletto fu Sergio con la maggioranza dei voti ed il secondo Michele.
Dopo essere stati sia in sala canto che in sala ballo per vedere tutte le esibizioni i capitani iniziarono a formare le loro squadre.
«Elodie» fu il primo nome che disse Michele.
«Io anche voglio Elodie» propose Sergio ed ovviamente senza nessun dubbio andai con Sergio che non potevo tradire nonostante Michele sia un mio caro amico.
«Gabri» scelse Sergio ed anche Michele.
Gabriele venne con noi e Michele prese Lele, per mia disgrazia. Sergio non lo scelse e lo maledissi mentalmente in quel momento. Lo vidi lì seduto a pochi centimetri da me ma dall'altra sponda.
Per questa settimana saremo stati rivali o almeno qui nella scuola.
Le squadre alla fine erano così formate:
Michele: Lele, La Rua, Metrò, Luca e Benedetta, Floriana e Paolo.
Sergio: Me, Gabriele, Gessica, Nick, Luca e Andreas.
Le squadre si erano formate ed eravamo divisi in due gruppi a parlare dello speciale di domani, vedere Lele nell'altro gruppo e lontano da me mi fece venire un senso di nostalgia, come se domani nella puntata io e lui non fossimo niente, solo due semplici ragazzi che stanno in due squadre diverse, niente di più e niente di meno.
«Ragazzi venite in studio» dissero i professori e fecero avanzare la squadra di Michele rendendo inschierabili i Metrò e Floriana.
Tornai in albergo con la mia squadra ed entrai insieme a Gabriele nella sua stanza.

«Ci sono due intrusi in questa stanza» urlacchiò il moro entrando nella sua stanza e vedendo me e Gab sul letto a parlare.
«Sei tu l'intruso» lo accusai.
«Domani vi stracciamo» rise Gab e io le schiacciai il cinque.
«A te» disse riferendosi a Gabriele «Ti butto fuori dalla stanza a calci» rise per la sua frase «E a te» indicò me «Ti si schiariscono i capelli sentendomi domani cantare» ridemmo tutti e tre.
«Sei convinto Esposito» continuai a ridere «Ti si abbasserà il ciuffo dalla batosta che vi diamo» dissi.
«Ma che vuoi fà?» si avvicinò pericolosamente mentre Gabriele urlava a caso come uno scemo.
Con uno scatto mi prese dalle gambe e dalla schiena e mi lanciò su Gabri che continuava a ridere e urlare contemporaneamente.
«Tu vuoi la guerra» si alzò Gabriele sul letto.
Prese Lele per un braccio buttandolo sul letto e scompigliandoli i capelli.
«Attacca Elo» urlò poi ed io mi buttai su Lele mordendogli il collo.
«Aaah» urlò. Era da tanto che non mi divertivo così, senza pensare a niente.. Risi tantissimo che mi faceva male la pancia, mi divertivo da matti con quei due scemi.

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora