20.Sogni.

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«Mi ha appena scritto Gab se scendiamo a salutare Antonio» dissi tra le sue braccia mentre ci facevamo le coccole di sabato mattina.
«Mmh» mormorò sul mio collo.
Scendemmo nella hall dopo dieci minuti e dopo aver salutato Antonio e gli altri della band andammo a pranzo tutti insieme.
Il sabato lo passammo tutti insieme in giro a divertirci come dei normali ragazzi e la sera andammo a vedere un film al cinema.

«Basta co sta discoteca» dissi alzando gli occhi al cielo mentre stavo seduta sulle gambe di Gabri nei divani della hall.
«Concordo, sono stanco» mi appoggiò Luca.
Alla fine dopo vari dibattiti rimanemmo in pochi in albergo mentre gli altri uscirono per andare non so dove.
Tra noi era rimasto anche il nuovo arrivato, Joshua così decidemmo di stare nella stanza mia e di Chiara.

«Ma che davvero volete dormire tutti qui?» sussurrai alle poche persone che erano rimaste sveglie in questa stanza.
Lele era addormentato affianco a me con la bocca leggermente aperta, Chiara aveva la testa sulle gambe di Lele ed anche lei era crollata ed infine Sergio dormiva per terra.
Joshua, Luca e Michele chiacchieravano con me cercando di rimanere svegli.
«Io dormirei qui» disse Luca appoggiando la schiena alla sedia in cui era seduto.
Mi addormentai anche io dopo qualche minuto.
A svegliarmi furono le voci di Chiara contro Michele e Joshua che la svegliarono a cuscinate, insieme a me si svegliò anche Lele completamente scosso mentre Sergio continuava a russare rumorosamente.
«Tutti sopra!» esclamò Chiara saltando addosso a Sergio accompagnata da Luca, Michele ed infine Joshua.
«Cosa succede?» sobbalzò lui spaventato mentre noi ridevamo.
«Ma siete matti?» disse ributtandosi per terra.
«Più o meno» rispose Michele ridendo.

«Non ti lascio qui da sola» replicò Gabriele dopo aver saputo che sarei rimasta in albergo per tutta la sera, Lele era uscito con suo padre che era qui per lavoro e Chiara era con Federico, non volevo disturbare nessun'altro ma Gab mi stava praticamente costringendo ad andare con lui da sua mamma e i gemelli che venivano per salutarlo e stare un pomeriggio insieme.
«Troverò qualcuno con cui stare» dissi cercando di convincerlo.
«Togliti il pigiama e vestiti, grazie» disse con un sorrisino da stronzo.
Dopo aver sbuffato mi alzai dal letto ed andai a cambiarmi e nel giro di mezz'ora mi ritrovai alla stazione.
«Dovrebbe arrivare da un momento all'altro» constatò guardando il piccolo televisore con gli orari.
Infatti ci ritrovammo i piccoli e la signora Tiziana davanti dopo poco.
«Buongiorno» dissi stringendo la mano della signora mentre lei mi strinse in un abbraccio.
«Dal vivo sei ancora più bella, Elodie» sorrise poggiando le mani sulle mie spalle.
«Ciao» dissi abbassandomi per salutare i gemellini.
«Piacere» disse il maschietto tendendomi la manina che strinsi delicatamente mentre Giorgia mi salutò con un abbraccio, erano adorabili.
La serata passò tranquillamente, i bambini erano dolci e giocherelloni, non si staccavano da Gab nemmeno un minuto mentre la signora Tiziana era una donna splendida, dopo aver accompagnato parte della famiglia Esposito in stazione tornammo in albergo stanchi morti.
«Non si fermano mai» dissi rivolgendomi ai suoi fratellini «Poi ti adorano» aggiunsi.
«Adorano anche te» rispose sorridendo.
«Oii» sbucò Lele da sotto il portico dell'hotel «Venite» ci fece segno con la mano per seguirlo ed io e Gab ci avvicinammo.
«Papà lui è Gabriele, il mio compagno di stanza» sorrise mentre l'uomo affianco a lui strinse la mano di Gabri.
«E lei..» mi guardò negli occhi e si voltò verso suo padre «È Elodie» disse con uno strano tremolio nella voce.
«Piacere» sorrise l'uomo porgendomi la mano.
«Piacere mio» ricambiai.
«Ci vediamo dopo» disse Gab prima di portarmi in albergo «Arrivederci» dissimo entrambi al padre di Lele.
«Che vergogna» mi portai una mano sul viso mentre Gabriele rideva.

Lunedì.
Mi alzai piuttosto scossa questa mattina, il letto era talmente comodo che ci sarei rimasta per l'eternità, feci una doccia per svegliarmi e decisi di passare in palestra per scaricare un po' i nervi.
Trovai Lele e Daniele che facevano pesi uno accanto all'altro entrambi con le cuffiette, ormai loro venivano ogni mattina ad allenarsi e a quanto pare oltre a far bene al corpo era anche un metodo speciale per scacciare via i pensieri, cosa che al momento mi stava disturbando.
Forse era dovuto al fatto che era da tanto che non facevo sogni, eppure stanotte avevo sognato e per mia grande sorpresa era anche un sogno con un senso. Di solito sognavo cose completamente idiote tipo capre che corrono o uccellini sul davanzale, il sogno di questa notte era diverso.
Ero con Lele in una spiaggia, solo io e lui e nessun'altro, un ombrellone, un telo da mare e tanta tanta felicità. Andammo a fare il bagno, la giornata era splendida, l'acqua calda e il sole che punzecchiava la nostra pelle.
'Lele vado a prendere il sole' avevo detto prima di avviarmi verso la riva ma delle voci mi fecero girare di scatto 'Aiutami Elo, aiutami' continuava a gridare il ragazzo che avevo appena avvisato quando da sotto l'acqua uscì Andrea che si portò via Lele, via da me, via dall'acqua e da quella splendida giornata.

Okai, magari non era un sogno sensato, però mi aveva comunque scombussolato e ci vuole poco per farmi alzare con il piede sbagliato.
Mi misi a correre un po' sulla ciclette con le cuffiette nelle orecchie mentre guardavo il ragazzo di fronte a me che faceva pesi senza fermarsi un secondo.
«Anche tu qui, fragolina?» si avvicinò dopo qualche minuto togliendomi una cuffietta.
«Si» risposi secca.
«Che hai?» chiese accorgendosi del mio nervosismo.
«Brutti sogni» dissi cercando di essere gentile.
«Vuoi raccontarmi?» chiese premuroso.
Inutile dire che scoppiò a ridere dopo averle detto per filo e per segno il sogno che mi era rimasto impresso nella testa.
«E quindi mi sogni pure?» sorrise strafottente, dopo averlo guardato male risposi «Sarà stato un caso» scrollai le spalle mentre lui si guardava intorno.
«Vado ad allenarmi» sorrise lasciandomi un bacio veloce sulle labbra e prima di andarsene appoggiò le sue labbra al mio orecchio «Dicono che quando sogni una persona è perché lei ti sta pensando» mi fece un occhiolino e sorridendo andò nella panca per gli addominali.
Era incredibile, fottutamente incredibile come un semplice ragazzino poteva farmi cambiare umore con un bacio e una frase.
Mi aveva migliorato la giornata nel giro di 30 secondi ed io non potevo esserne che felice o di più.

A love disaster./Lelodie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora