C'è qualcosa nel lunedì mattina che, masochisticamente, lo rende più bello della domenica ai miei occhi.
Non è sicuramente la tazza di cereali.
E non è l'outfit, scelto accuratamente la sera prima a differenza degli altri giorni.
- Joyce, ti posso chiedere un favore? - domanda mia madre, allungandomi il cucchiaino per i cereali.
Sì, li mangio con il cucchiaino da té da quando ero piccola e mi fa strano usare un cucchiaio normale.- Mmh-mmh.
- Ho incontrato Pauline al supermercato ieri e ho saputo che la matematica è un universo indecifrabile per te. Non che sia una novità, ma la situazione sta diventando drammatica in vista de...
- Oh, ma la smettete tutti di parlare dell'esame? Manca un anno e mezzo! - la interrompo, irritata.
- Il punto è - continua imperterrita - che devi trovare un modo per acquisire le nozioni fondamentali della matematica, con o senza Ben nella testa.
Spalanco la bocca.
E lei come ha fatto a collegare le cose? Quando è diventata una mamma intelligente?
- E non provare a negare, signorina. Ha tutto perfettamente senso da questa prospettiva.
Quello che non ha senso è la lentezza di Ben nel cadere ai miei piedi.
Saranno i capelli?
Non gli piace la mia faccia?
Mi trova ridicola?
Okay, questo è discutibile.- Non ce la faccio, mamma. È un'ossessione. - crollo sul tavolo spostando la tazza di cereali di lato.
Lei mi si avvicina e mi accarezza i capelli.
- Tesoro, si accorgerà di te. Forse devi fargli capire che l'amicizia non ti basta. - posa un bacio vicino all'orecchio.
- Mamma... Perché non ci arriva? - mi lagno.
- Gli uomini sono stupidi. Dobbiamo essere noi a guidarli, ad incoraggiarli. Non perderti d'animo, tesoro.
- Ma dove sono finiti i cavalieri di una volta?!
- Non sono mai esistiti, sono tutte leggende. Dietro c'erano sempre le regine e le donne di potere a dirigere questo tipo di affari. - continua ad accarezzarmi.
Sospiro.
- Mamma, confortami. Non posso iniziare una settimana di scuola con questo spirito. - mi lamento.
Mia madre si distanzia leggermente e mette le mani sui fianchi.
- Allora alza la testa e marcia forte là fuori, così che anche in Cina sentano quanto vali. E non abbi paura, i rimorsi per non aver agito sono peggiori di qualunque caduta.
Annuisco, un po' più rincuorata.
Mi alzo e la abbraccio. - Ti voglio bene.
- Anch'io, tesoro. Ora vai, altrimenti farai tardi. - risponde dolcemente.
In momenti come questo mi piacerebbe che ci fosse anche papà per legare un po' di più, dato che è al lavoro tutto il giorno e la sera ci vediamo poco.
Saltando la parte di Ben, ovviamente. Mio padre ci shippa più di quanto io shippo le coppie nelle serie TV.
La cosa rischia di essere imbarazzante.I pensieri mi accompagnano durante il tragitto fino a scuola, per interrompersi all'inizio della lezione di letteratura, quando riesco a dedicare tutta la mia attenzione alla spiegazione.
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Confident
Teen FictionJoyce non capisce niente di matematica, salta gli allenamenti in palestra appena può ed è cotta del suo amico Ben dall'inizio del liceo. Christopher è il figlio del nuovo sceriffo, nato per giocare a football e per risolvere problemi di matematica c...