Flashback

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Sean's POV

Colpisco la testa della bionda con il primo vaso che mi capita sottomano e la afferro subito per evitare che cada e che tutti se ne accorgano.

Il bello di una festa come questa è proprio la confusione: ecco perché abbiamo scelto questo momento per mettere in pratica il nostro piano.

Arrivo in cortile, sul retro, con Margot in braccio.

- Hai fatto? - domanda Nicole.

Deglutisco.

- Insomma... È successo un po' un casino. - esordisco.

Metto giù Margot e la appoggio delicatamente contro il muro. Sembra quasi paradossale, dato che due secondi fa l'ho colpita con un vaso.

Però non potevo permettere che spifferasse tutto.

Dal suo sguardo ho capito che aveva capito. E che stava per rovinare le cose.

- Che cazzo hai fatto? È morta?! Cristo, Sean! Volevo soltanto che svenisse! - strepita la mora.

- Shh, abbassa la voce. Non è morta. 

Pare sollevarsi.

- Bene. Ora chiamiamo la polizia, diciamo che siamo passati qui per cercare una nostra amica e le diamo la colpa di tutta la roba illegale che gira là dentro. Come da protocollo. Dieci anni se li farà dietro le sbarre, no?

La leggerezza di Nicole mi mette ansia, perché non sono riuscito a seguire il protocollo.

- Ecco, le cose non sono andate esattamente come volevamo. - la interrompo.

Si fa guardinga.

- La roba... La roba che avevamo preparato per Margot se l'è sniffata Lane. - dico piano.

I suoi occhi di ghiaccio si fossilizzano e da lì sembra partire un impulso di pietrificazione in tutto il corpo.

È chiaramente sconvolta.

- Lane... Il mio Lane... Come sta? L'hai visto? Dov'è ora? - chiede a raffica.

Fa per correre verso la casa, ma la blocco.

Scuoto la testa.

Un grido disumano esce dalle sue labbra e per un attimo mi sento veramente un mostro.

- Come cazzo hai potuto! Non era questo il piano! Com'è potuto succedere?! - singhiozza.

La abbraccio e cerco di darle conforto, perché so che spiegarle adesso non avrebbe senso.

Ha bisogno di alcuni minuti per riprendersi.

- Shh... Non so come sia successo, perché sono arrivato quando era già... ecco, quando non respirava più. Ho dovuto rincorrere lei per evitare che dicesse tutto a Ben. Ci è mancato poco.

Nicole sembra non ascoltarmi.

- E ora che ne facciamo di lei? - domanda poi.

Le lancio un'occhiata.

Il vaso l'ha colpita abbastanza forte da farle perdere i sensi, ma non sanguina né riporta ferite gravi.

- Aspettiamo che si svegli e scopriamo che cosa ricorda. Se abbiamo fortuna, non ricorderà niente e le diremo che è andata a sbattere da sola contro una porta che si apriva. Se siamo sfigati e ricorda tutto... 

- Ho capito. Speriamo che non ricordi un cazzo. Tanto il danno è fatto, non ho più nessuno per cui soffrire a causa sua. - sussurra, con voce rotta e fragile.

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