In macchina Chris accende la radio.
Io la spengo.
Lui la riaccende.
Io la spengo di nuovo.
- Abbiamo bisogno di parlare. - affermo.
Sbuffa. - Parliamo, allora.
- Ti sembra giusto quello che hai fatto a Ben?
- Ovviamente. Se lo meritava.
Resto a bocca aperta.
Pensavo che avesse qualche sano senso di colpa.
- Ma lo hai pestato a sangue! Un pugno ben piazzato bastava! - obietto.
Siamo fermi davanti al semaforo rosso.
È una legge che sia sempre rosso?
- Ho visto quello che ha fatto, Joyce. Tu forse no. Mi ha lanciato uno sguardo di sfida, ha sogghignato e poi ha incollato le sue schifose e luride labbra sulle tue. Era un chiaro gesto di sfida. - spiega, alterato.
Sto in silenzio per qualche istante, per dargli tempo di calmarsi.
- Era una provocazione. Non avresti dovuto reagire così.
- E come avrei dovuto reagire? Spiegamelo! Ti sta intorno come un cane ogni fottuto giorno e tu non hai idea di quanto sia difficile per me sopportare questa situazione! Che ti baci però no. Questo non lo posso accettare. - sbotta.
Non avevo mai pensato in questi termini il suo stato d'animo.
Sapevo che non era felice di come stavano le cose, ma non lo ero nemmeno io.
Se è una persona che desideri, le altre non potranno mai sostituirla, perché è unica al mondo. E tu ti sei innamorata di ogni singola parte di quella persona.
- Forse non sembra, ma è difficile anche per me. Essere l'ago della bilancia in un gruppo di persone che vogliono solo litigare e prendersi a cazzotti non è così semplice. - replico, fredda.
Lui percepisce il mio cambio d'umore e si volta a guardarmi, dolcemente.
I suoi occhi azzurri sono uno spettacolo di luci.
- Perdonami, Joyce, ma sono geloso. Lui può starti vicino. - confessa.
Sento le lacrime salire agli occhi.
Mi fa una tenerezza immensa.
- Giugno non è lontano, dobbiamo aspettare solo un po'. - mormoro, cercando di confortarlo.
Due mesi. Mancano due mesi. Paiono un'eternità.
Fa un piccolo sorriso.
- Sono contento che anche tu stai aspettando con ansia. Questa attesa mi uccide.
Annuisco, completamente d'accordo.
Segue qualche attimo di silenzio.
- Sai...
- Sì?
- Pensavo che... insomma, prima avevi questa cotta assurda per Ben e ora che siete così vicini... Temevo...
- No. - lo interrompo - Quello che gli ho detto mesi fa non è cambiato. Io sono innamorata di te e lui deve farsi da parte. Ha avuto la sua occasione.
Sorride.
- Ti amo, Joyce.
- Ti amo anch'io. - rispondo, con un sorriso sofferto.
Vorrei tanto baciarlo.
È un crimine osare?
Mi sporgo verso di lui e lo vedo trattenere il respiro.
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Confident
Teen FictionJoyce non capisce niente di matematica, salta gli allenamenti in palestra appena può ed è cotta del suo amico Ben dall'inizio del liceo. Christopher è il figlio del nuovo sceriffo, nato per giocare a football e per risolvere problemi di matematica c...