10 - Danger

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È meglio se facciamo letteratura oggi, parleremo domani di quello che volevi sapere.
Alle quattro in biblioteca con Nicole

Rileggo i messaggi che mi ha mandato Christopher.

Mi ero dimenticata che la presentazione di letteratura è dopodomani.

Faccio appena in tempo a passare da casa per uno spuntino a base di barretta di cereali al cioccolato, poi esco di nuovo di casa e mi dirigo verso la biblioteca.

I capelli sono in disordine, il trucco probabilmente è sbavato, e mi sento un po' stanca, ma è sempre questo il momento perfetto per incrociare persone che non vedevi dalla Seconda Guerra Mondiale.

Due miei compagni di classe delle medie mi hanno fatto un cenno di saluto e io prego che non mi abbiano nemmeno vista bene.

Quando sei più curata di Paris Hilton non c'è nessuno ad ammirare i tuoi sforzi; quando fai schifo spuntano fuori i fossili.

In biblioteca ci sono già sia Christopher sia Nicole, il che è strano. Pensavo che Nicole saltasse.

Lui è chino sul foglio a scrivere qualcosa in una grafia tipicamente maschile, ovvero incomprensibile, lei è intenta ad arricciare una ciocca scura intorno al dito con aria annoiata. Lo spesso strato di nero intorno agli occhi evidenzia l'azzurro particolarmente puro e brillante degli occhi.

Ho sempre l'impressione di non capire in che dimensione vive questa ragazza.

Mi sento a disagio.

- Ehm... Ciao. - saluto timidamente.

Siedo di fronte a Nicole, Christopher alla mia sinistra che alza la testa proprio ora.

- Joyce. - mormora.

Tiro fuori il quaderno degli appunti e Cime Tempestose, il libro che ho deciso che presenteremo.

Lo sguardo annoiato di Nicole degna appena un millesimo di secondo al libro.

- Che merda. Dobbiamo proprio fare questa cosa? - sbuffa.

Sto per risponderle che può anche andarsene se non le interessa, ma Christopher è previdente e mi precede.

- Sì, Nicole. Presenteremo Cime Tempestose e prenderemo un bellissimo voto. Giusto, Joyce?

Annuisco, guardando la ragazza dagli occhi azzurri davanti a me. Sembrano lontani, assenti.

- Che palle. Ditemi cosa devo ripetere e ciao ciao, potrete continuare a fare i piccioncini senza di me.

Ah già, lei pensa che mi drogo.

Le lancio un'occhiataccia, mentre Christopher è di nuovo chino sul foglio a scrivere.

Non riesco a decidere se i suoi capelli siano color caramello o color miele... Ad ogni cambio di illuminazione sembrano diversi.

Improvvisamente mi guarda con i suoi occhi azzurri.

Anche Sean ha gli occhi azzurri, ma fanno più contrasto con i capelli scuri. Mi piace di più quell'effetto.

- Iniziamo?

***

Alle sette sono finalmente a casa, stanchissima per le ore di studio in gruppo.

Se non altro, abbiamo impostato tutto per bene e ognuno ha la sua parte da presentare.

Ho cercato di fermare Christopher prima che se ne andasse per chiedergli della domanda di oggi, ma è corso via dicendo di avere ancora da studiare per un test di domani.

Essendosi trasferito a fine quadrimestre, ha ancora degli esami iniziali da fare e quindi più cose da studiare concentrate nel tempo.

Ammollata sul letto con il telefono in mano, apro subito il messaggio che mi arriva in quel momento da Ben.

Pizza con Sean e Ruth sabato?

Che palle, io quella non la voglio vedere. Si spalma sempre sul ragazzo di cui sono cotta e arrostita.

Invece del solito "sì" passivo, decido di rispondere in modo diverso stavolta.

Solo se viene anche Christopher :)

Già sorrido immaginando la sua faccia.

Aspetto con ansia la risposta.

Mh che venga pure quello

Scoppio a ridere.

In questo caso sembra addirittura geloso, ma non so mai dire con certezza cosa prova per me. È maledettamente bravo a destreggiarsi tra amicizia e flirt.

- Joy, posso? - bussa mio padre.

Getto il telefono sotto le coperte e prendo un libro a caso dal comodino, facendo finta di leggere.

Ai miei non piace che io passi tanto tempo sul telefono, quindi di solito cerco di metterlo via quando sono nei paraggi.

- Entra. - dico ad alta voce.

Sento la maniglia abbassarsi e i passi di mio padre in camera.

Alzo lo sguardo su di lui.

Nei suoi occhi scuri lampeggia la preoccupazione, la fronte aggrottata e le mani sui fianchi ne sono una chiara conferma.

- Come stai, tesoro? - domanda dolcemente.

- Bene. - rispondo neutrale.

Se mostrassi troppa gioia o troppo poca, indagherebbe sulla causa e non ho voglia di affrontare una discussione del genere in questo momento.

- Ecco, so che Margot è mancata da poco... una settimana appena... ma penso sia giusto informarti...

La mia postura si irrigidisce e scatto sull'attenti.

Margot non è un tema di cui si può parlare deliberatamente in questa casa, sono riuscita a farlo capire chiaramente.

- Devi sapere che Margot non è arrivata da sola all'overdose. Qualcuno ce l'ha portata. - dice con calma mio padre.

Ascolto attentamente.

- Stiamo ancora cercando di capire chi è questo qualcuno. - conclude.

- In che senso... stai dicendo che qualcuno ha ucciso Margot inscenando un'overdose? - inorridisco alle mie stesse parole.

Sembra surreale. Chi avrebbe potuto avercela così tanto con Margot da ucciderla? Quale pazzo psicopatico?

Mio padre annuisce e mi lancia un'occhiata profonda, poi esce dalla stanza.

Le pareti della stanza sembrano girare, gli oggetti sovrapporsi a vicenda... Un assassino è a piede libero?

I miei occhi pizzicano per il brivido profondo che ho avuto.

E se fosse uno di quelli che uccidono un individuo e la cerchia di persone più vicine? Io sicuramente sarei in pericolo.

Io mi sento in pericolo.

__________

Buongiorno!

Sono ancora a letto 😴

Qualcuno mi dia la forza di alzarmi. E mamma dice che dobbiamo pure uscire. Ma io devo leggere Città del Fuoco Celeste!
(Sì, mia madre è una di quelle che pensano che i figli sono dipendenti dai libri e che devono darsi una calmata; niente di nuovo ahah)

#staystrong che aggiorno anche domani 😘

ConfidentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora