11 - Chemistry & Maths

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Quando esco di casa la mattina dopo, dedico qualche carezza al mio piccolo ghiro che dorme nella tana alla base dell'albero che abbiamo in giardino.

Mi rialzo e cammino sull'erba ghiacciata per raggiungere l'auto, ripromettendomi di insistere per far aggiustare il condizionatore.

Lo specchietto retrovisore mi dà un'ultima immagine di me stessa, con il berretto grigio e il pon pon colorato sulla punta, i capelli mossi che risentono dell'aria umida e la pelle candida a contrasto. Grazie al Cielo esistono cose come il mascara e il lucidalabbra per migliorare l'effetto generale.

Perdo qualche altro secondo a osservare l'effetto della luce sulle unghie che ho smaltato ieri sera di un blu astrale, tutto glitterato.

Mi richiamo all'ordine e faccio mente locale: sono le sette e quaranta di mercoledì mattina, le materie di oggi non includono l'umiliante matematica ma l'odiata chimica e mi aspettano due ore emozionanti di storia sulla rivoluzione americana; nel pomeriggio Christopher mi darà una risposta e poi mi tocca studiare letteratura.

E io che volevo fare la maratona di Supernatural stasera. Povera illusa.

Metto in moto l'auto e guido a velocità irrisoria fino a scuola, dove mi trascino fino al laboratorio di chimica. Per mia fortuna, Sean si è già preoccupato di scegliere un banco.

- Buondì. - sorride.

Uno dei motivi per cui il mercoledì per me fa più schifo del lunedì o del martedì è che non ho nessuna lezione con Ben. Questo fatto mi deprime.

- Ciao Sean. Come va la vita? - domando pigramente.

Lo vedo pensarci su.

Oltre i suoi capelli castani tirati artisticamente su, vedo che fuori ha iniziato a nevicare.

Con la neve ho sempre un rapporto di amore-odio: è stupenda quando cade e tinge di un bianco lucente i tetti delle case e delle auto, le cime degli alberi, ma fa schifo quando si scioglie e diventa fanghiglia color cacca su cui i piedi fanno ciac-ciac.

- Penso vada tutto bene. Andrebbe meglio se Ruth non avesse sporcato la mia macchina con i suoi stivali lerci quando ci è salita su stamattina.

- Da quando accompagni Ruth a scuola scusa? - faccio con tono infastidito.

- Da quando la sua macchina non parte. Cioè stamattina. Mi ha mandato un messaggio. - sbuffa.

Sono felice che non sia contento di doverla scarrozzare di qua e di là.

- E com'è che non ha chiamato Ben? Di solito gli fracassa i coglioni senza farsi problemi a qualsiasi ora.

Il mio tono di voce forse è un po' troppo acido, ma se lo merita quella stronza. Non sa quanto mi rode il fegato. Anzi, sono persino sorpresa di avercelo ancora un fegato.

Sean ridacchia.

- Penso che Ben l'abbia ignorata. Non è poi così felice che lei gli stia incollata.

Nel momento in cui quelle parole mi entrano nell'orecchio, è come seavessi ricevuto un'iniezione spaventosa di caffeina. Potrei quasi saltare sullo sgabello.

Purtroppo, la Field entra in classe e inizia l'appello, cui segue una scritta terrificante sulla lavagna:

LE REAZIONI CHIMICHE: COME SI FORMANO I COMPOSTI?

Già le parole come appaiono sembrano difficili, figuriamoci entrare nel merito.

La nostra carissima professoressa, bassa e minuta, con i capelli castano chiaro a lunghezza spalle e il completo gonna-camicia, inizia a scrivere delle reazioni alla lavagna.

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