46 - Spy

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[ Ready? Go 😈 ]

Christopher's POV

Il ritorno a scuola è sempre qualcosa di traumatico, sotto ogni punto di vista, anche per gli studenti più brillanti.

Abituarsi di nuovo a svegliarsi presto, a prepararsi con la vitalità di un novantenne in carrozzella e a seguire le lezioni con l'interesse che ha Joyce per la matematica, non sarà affatto facile.

Joyce.

Sempre lei, sempre nella mia testa.

Mi avvio verso l'ingresso della scuola e cammino lentamente nell'ampio corridoio, in cerca della ragazza dai capelli color cioccolato e il visetto dolce e malizioso allo stesso tempo.

Giuro che ero tentato di andare oltre qualche sera fa a casa sua, ma mi è sembrato che non volesse e non ho insistito in quella direzione.

Però, Dio se mi tenta... C'è un affiatamento fisico tra noi che non si può ignorare.

E non capisco come la pensi lei su questo punto.

Mi toccherà chiedere direttamente.

La individuo davanti al suo armadietto, con Sean.

Che cozza questo oh.

Non mi è mai piaciuto e se devo dirla tutta, non mi fido neanche un po' della sua faccetta da santarellino e amichetto friendzonato. Un altro, tanto per cambiare.

- Buongiorno, piccola Joy. - saluto, in tono velatamente acido.

Spero che il belloccio si levi di torno in un nanosecondo.

- Chris! - esulta lei, avvicinandosi per un bacio a stampo.

Io, volutamente, prolungo il bacio e lo rendo leggermente passionale.
Leggermente.

Quando si stacca, la vedo modersi il labbro inferiore con un sorriso.

Amo l'effetto che ho su di lei.

- Quindi, ricorda: modulo cinque, sei e sette. Però avresti potuto studiare qualcosa prima. - la rimprovera Sean.

Gli lancio un'occhiataccia, infastidito. Probabilmente non è la prima volta che le parla in questo modo, ma io riesco a malapena a sopportare che si parlino.

È palese il fatto che lui le muoia dietro.

- Eh ma la chimica è...

- Una cosa infame, già. - ridacchia Sean.

Roteo gli occhi.

- Esatto. Con quale voglia tu pensi che io mi sarei dovuta mettere a studiare cosa hanno fatto idrogeno e ossigeno con gli altri zozzoni del bordello?

Scoppio a ridere per la sua descrizione dei fenomeni chimici.

È unica per davvero.

Quando Sean si separa da noi per andare a lezione di letteratura, accompagno Joyce verso quella di matematica, la sua piaga, e tento di offrirle conforto.

- Non ce la posso fare, Chris. Quella mi odia e io sono riuscita a fare tre esercizi su venticinque! - si lagna.

Osservo il movimento delle sue labbra e mi viene voglia di baciarle di nuovo.

- Ci sarà pur qualche buon samaritano che correggerà i compiti alla lavagna al posto tuo, no?

- Ceeeeerto. Potrei giusto pagare Ben perché lo faccia. - sbuffa.

- Non penso che Ben abbia bisogno di soldi per farsi convincere da te a fare qualcosa. - commento.

- Oh, piantala. Ben ha capito come stanno le cose e non ci proverà di nuovo. - chiarisce.

Ho i miei dubbi, ma lascio correre.

La campanella suona e mi focalizzo sull'inizio delle lezioni.

- Comunque, che Dio te la mandi buona. A dopo, piccola Joy. - la saluto dolcemente, con un bacio sui capelli.

- A dopo, eroe che non può salvarmi.

- Come sei tragica.

- Sempre. - ridacchia.

Si vede che è una donna.

Solo loro sono capaci di trovare il lato tragico delle cose e di elevarlo all'ennesima potenza.

Joyce in particolare è divertente quando lo fa.

Il mio sguardo si sofferma per qualche secondo sul suo lato B fasciato dai jeans scuri, mentre cammina, e mi costringo a tornare con la mente alla lezione di spagnolo se non voglio arrivare in ritardo.
Però è sodo...
Anche se salta gli allenamenti in palestra metà delle volte.
E mangia biscotti per un continente intero.

Dio, devo smetterla di pensare a lei.

I corridoi sono quasi vuoti, segno che ho pochissimo tempo per raggiungere l'aula senza farmi segnare assente.

Affretto il passo.

Svolto l'angolo e delle voci provenienti dal bagno delle ragazze catturano la mia attenzione.

Sono voci familiari.

Mi appiattisco contro il muro.

- Come sarebbe a dire che non lo sai? Vuoi farmi incazzare?

- Sai cosa me ne faccio della tua rabbia. Sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, come sempre.

Una risatina isterica.

- Ah sì? E perché non hai ancora usato questo coltello? Sentiamo, piccolo genio incompreso.

Poco sarcasmo, devo dire.

- Forse voglio qualcosa da te.

- Hah, ma tu guarda! Vuoi pure qualcosa? Dammi quelle dannate foto e tieni la bocca chiusa. O la prossima volta che la aprirai sarà per spiegare a Margot come hai fatto a raggiungerla.

Non mi aspettavo tanta cattiveria, devo essere sincero.

E quanto sono subdoli questi due!

- Già, a quanto pare voglio qualcosa. In un accordo i benefici vanno da entrambe le parti, no?

- Hai già il tuo beneficio: il diritto alla vita. In cambio del silenzio. Mi sembra più che equo. - è la replica serrata.

Segue un attimo silenzio.

- Quello che tu mi chiedi è duplice, però. Vuoi le foto e il mio silenzio, in cambio del solo diritto alla vita.

- E ti sembra poco?

- Iniquo, sicuramente.

Il mio shock sta rasentando l'assurdo.

Vorrei andarmene subito, ma i miei muscoli rimangono incollati alla parete, schiavi della mia curiosità.

E la curiosità eccessiva non porta mai a nulla di buono.

- Ti dispiace se vado un attimo fuori? Mi sembra di aver visto qualcuno.

Oh, cazzo.

I passi si avvicinano e io scatto lontano dal muro, iniziando ad allontanarmi velocemente.

Non abbastanza, però.

- Ti diverti a fare la spia? Peccato che tu non ne sia capace...

Peccato.

__________

So che mi amate per la fine del capitolo 😇

Ovviamente, voglio sapere chi pensate che siano i due interlocutori.
PER FAVORE SONO CURIOSA 😂😂

Il vostro libro preferito tra i classici?

Io Orgoglio e Pregiudizio, seguito a ruota da Cime Tempestose e Jane Eyre 💘

Love you 🍭

P.S. Sono l'unica a beccare tutte le prof di chimica stronze?

ConfidentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora