[ Ready? Go 😈 ]
Christopher's POV
Il ritorno a scuola è sempre qualcosa di traumatico, sotto ogni punto di vista, anche per gli studenti più brillanti.
Abituarsi di nuovo a svegliarsi presto, a prepararsi con la vitalità di un novantenne in carrozzella e a seguire le lezioni con l'interesse che ha Joyce per la matematica, non sarà affatto facile.
Joyce.
Sempre lei, sempre nella mia testa.
Mi avvio verso l'ingresso della scuola e cammino lentamente nell'ampio corridoio, in cerca della ragazza dai capelli color cioccolato e il visetto dolce e malizioso allo stesso tempo.
Giuro che ero tentato di andare oltre qualche sera fa a casa sua, ma mi è sembrato che non volesse e non ho insistito in quella direzione.
Però, Dio se mi tenta... C'è un affiatamento fisico tra noi che non si può ignorare.
E non capisco come la pensi lei su questo punto.
Mi toccherà chiedere direttamente.
La individuo davanti al suo armadietto, con Sean.
Che cozza questo oh.
Non mi è mai piaciuto e se devo dirla tutta, non mi fido neanche un po' della sua faccetta da santarellino e amichetto friendzonato. Un altro, tanto per cambiare.
- Buongiorno, piccola Joy. - saluto, in tono velatamente acido.
Spero che il belloccio si levi di torno in un nanosecondo.
- Chris! - esulta lei, avvicinandosi per un bacio a stampo.
Io, volutamente, prolungo il bacio e lo rendo leggermente passionale.
Leggermente.Quando si stacca, la vedo modersi il labbro inferiore con un sorriso.
Amo l'effetto che ho su di lei.
- Quindi, ricorda: modulo cinque, sei e sette. Però avresti potuto studiare qualcosa prima. - la rimprovera Sean.
Gli lancio un'occhiataccia, infastidito. Probabilmente non è la prima volta che le parla in questo modo, ma io riesco a malapena a sopportare che si parlino.
È palese il fatto che lui le muoia dietro.
- Eh ma la chimica è...
- Una cosa infame, già. - ridacchia Sean.
Roteo gli occhi.
- Esatto. Con quale voglia tu pensi che io mi sarei dovuta mettere a studiare cosa hanno fatto idrogeno e ossigeno con gli altri zozzoni del bordello?
Scoppio a ridere per la sua descrizione dei fenomeni chimici.
È unica per davvero.
Quando Sean si separa da noi per andare a lezione di letteratura, accompagno Joyce verso quella di matematica, la sua piaga, e tento di offrirle conforto.
- Non ce la posso fare, Chris. Quella mi odia e io sono riuscita a fare tre esercizi su venticinque! - si lagna.
Osservo il movimento delle sue labbra e mi viene voglia di baciarle di nuovo.
- Ci sarà pur qualche buon samaritano che correggerà i compiti alla lavagna al posto tuo, no?
- Ceeeeerto. Potrei giusto pagare Ben perché lo faccia. - sbuffa.
- Non penso che Ben abbia bisogno di soldi per farsi convincere da te a fare qualcosa. - commento.
- Oh, piantala. Ben ha capito come stanno le cose e non ci proverà di nuovo. - chiarisce.
Ho i miei dubbi, ma lascio correre.
La campanella suona e mi focalizzo sull'inizio delle lezioni.
- Comunque, che Dio te la mandi buona. A dopo, piccola Joy. - la saluto dolcemente, con un bacio sui capelli.
- A dopo, eroe che non può salvarmi.
- Come sei tragica.
- Sempre. - ridacchia.
Si vede che è una donna.
Solo loro sono capaci di trovare il lato tragico delle cose e di elevarlo all'ennesima potenza.
Joyce in particolare è divertente quando lo fa.
Il mio sguardo si sofferma per qualche secondo sul suo lato B fasciato dai jeans scuri, mentre cammina, e mi costringo a tornare con la mente alla lezione di spagnolo se non voglio arrivare in ritardo.
Però è sodo...
Anche se salta gli allenamenti in palestra metà delle volte.
E mangia biscotti per un continente intero.Dio, devo smetterla di pensare a lei.
I corridoi sono quasi vuoti, segno che ho pochissimo tempo per raggiungere l'aula senza farmi segnare assente.
Affretto il passo.
Svolto l'angolo e delle voci provenienti dal bagno delle ragazze catturano la mia attenzione.
Sono voci familiari.
Mi appiattisco contro il muro.
- Come sarebbe a dire che non lo sai? Vuoi farmi incazzare?
- Sai cosa me ne faccio della tua rabbia. Sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, come sempre.
Una risatina isterica.
- Ah sì? E perché non hai ancora usato questo coltello? Sentiamo, piccolo genio incompreso.
Poco sarcasmo, devo dire.
- Forse voglio qualcosa da te.
- Hah, ma tu guarda! Vuoi pure qualcosa? Dammi quelle dannate foto e tieni la bocca chiusa. O la prossima volta che la aprirai sarà per spiegare a Margot come hai fatto a raggiungerla.
Non mi aspettavo tanta cattiveria, devo essere sincero.
E quanto sono subdoli questi due!
- Già, a quanto pare voglio qualcosa. In un accordo i benefici vanno da entrambe le parti, no?
- Hai già il tuo beneficio: il diritto alla vita. In cambio del silenzio. Mi sembra più che equo. - è la replica serrata.
Segue un attimo silenzio.
- Quello che tu mi chiedi è duplice, però. Vuoi le foto e il mio silenzio, in cambio del solo diritto alla vita.
- E ti sembra poco?
- Iniquo, sicuramente.
Il mio shock sta rasentando l'assurdo.
Vorrei andarmene subito, ma i miei muscoli rimangono incollati alla parete, schiavi della mia curiosità.
E la curiosità eccessiva non porta mai a nulla di buono.
- Ti dispiace se vado un attimo fuori? Mi sembra di aver visto qualcuno.
Oh, cazzo.
I passi si avvicinano e io scatto lontano dal muro, iniziando ad allontanarmi velocemente.
Non abbastanza, però.
- Ti diverti a fare la spia? Peccato che tu non ne sia capace...
Peccato.
__________
So che mi amate per la fine del capitolo 😇
Ovviamente, voglio sapere chi pensate che siano i due interlocutori.
PER FAVORE SONO CURIOSA 😂😂Il vostro libro preferito tra i classici?
Io Orgoglio e Pregiudizio, seguito a ruota da Cime Tempestose e Jane Eyre 💘
Love you 🍭
P.S. Sono l'unica a beccare tutte le prof di chimica stronze?
STAI LEGGENDO
Confident
Teen FictionJoyce non capisce niente di matematica, salta gli allenamenti in palestra appena può ed è cotta del suo amico Ben dall'inizio del liceo. Christopher è il figlio del nuovo sceriffo, nato per giocare a football e per risolvere problemi di matematica c...