13 - The Blonde Salad

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[spazio insulti 😈]

La presentazione di letteratura è andata piuttosto bene, tra le migliori della classe.

Non potevano aspettarci che Nicole esponesse la sua parte con uno stile troppo curato e una forma di alto livello, ma almeno ha dimostrato di aver studiato e le sono grata per l'ottimo voto che abbiamo preso.

È stato difficile a non pensare a cosa è successo in corridoio prima della lezione di biologia, ma durante l'esposizione sono riuscita a restare concentrata.

Come entro in mensa, cerco con lo sguardo Ben e Sean, riflettendo al contempo su cosa potrei dire loro.

Li individuo in mezzo ai tavoli con Ruth.

Sempre in mezzo quella. Perché non può semplicemente sparire?

Una piccola parte del mio subconscio sussurra "come Margot", ma mi rifiuto di pensarlo davvero. Non posso essere così meschina e cattiva.

- Ciao ragazzi. - saluto, neutrale.

Devo tastare il terreno.

Ruth mi fa un cenno e si mette a leggere le notizie su Twitter, Ben e Sean hanno gli occhi bassi sui loro vassoi.

Sospiro.

- Andiamo, seriamente non mi volete parlare? Come fa a darvi fastidio che... - mi blocco.

Il pensiero che si forma nella mia mente è terrificante.

Non è scientificamente possibile che io piaccia ad entrambi, giusto? Ben manco mi calcola, Sean è praticamente il mio parabatai in questo inferno sentimentale. 

Eppure qualcosa nella loro persistenza a non rivolgermi la parola comincia a preoccuparmi.

Sean è il primo ad alzare gli occhi.

E li riabbassa dopo uno sguardo glaciale.

- D'accordo. Ditemi qual è il problema. Questa cosa che mi guardate come se vi avessi trapanato un rene mi fa diventare matta. - sbotto.

- Il problema è Daniels, lo sai. Ci puzza il fatto che stia appiccicato a te - solo a te - con tutta la gente che c'è a scuola. In fin dei conti, non è proprio il tipico sfigatello che elemosina amici. - spiega Ben.

La cosa incuriosisce anche me, a dire il vero. Ecco perché oggi pomeriggio andrò da lui per una spiegazione sensata.

- Christopher è uno a posto, ve lo assicuro. Sul perché ha socializzato solo con me sto ancora lavorando.

- E poi se ne va in giro con Nicole... - butta lì Sean, alludendo a Nicole come ad un tipo ben preciso di ragazza.

- È suo cugino. - dice Ruth con tono piatto, senza staccare gli occhi dal telefono.

Perché Christopher non me l'ha detto?

Ora si spiega come mai sia andato subito da lei per la presentazione di letteratura.

- Allora siamo a posto. - Sean fa una risata di scherno.

Ben mi guarda con un misto di curiosità e fastidio, come se non riuscisse a capirmi.

Vorrei dirgli che non sono poi così complicata...

Ma cosa sto a rivolgergli la parola! Dovrei sotterrarmi negli inferi e non farmi più vedere per quanto sono stata idiota a non baciarlo.

Dio, questa cosa mi perseguiterà in eterno.

Appena suona la campanella, Ruth infila il telefono nella tasca della giacca e ci guarda per la prima volta da quando ci siamo seduti.

- Ci si vede sabato bastardelli. Ciao ciao. - fa un sorrisino falso e un occhiolino a Ben, per il quale la ucciderei, e se ne va.

- Perché sabato? Domani non viene? - mi ritrovo a chiedere.

- Ha l'appuntamento dall'estetista. Non chiedere altro, so solo che aspetta questa seduta da mesi e mi ha fatto due coglioni così. - borbotta Ben, chiaramente disinteressato.

Glielo chiedo o non glielo chiedo?

Fanculo. Una figuraccia più, una meno, cosa cambia?

- Ma come diamine fai a sopportarla?

L'ho detto.

Ahh, che liberazione.

La mia intonazione è stata acida al punto giusto e ne vado fiera.

Sia Ben sia Sean scoppiano a ridere.

- Ehi, io sono seria! - sorrido.

Ben si ricompone e mi guarda negli occhi.

- A modo suo è simpatica... Almeno quando non ci prova. È faticoso tenerla a bada.

Ne parla come se fosse una gran rottura di scatole, ma non la allontana. Perché?

- Intanto ci passi insieme tutto il tempo... - gli faccio notare.

In mensa siamo rimasti solo noi tre e l'eco delle nostre voci rende l'atmosfera più tesa, ma allo stesso tempo più intima.

Il volto di Ben acquista gravità.

- Non è facile, Joyce. Ruth è mia amica da quando eravamo bambini, sono un punto fisso per lei...

- Un chiodo fisso, direi. - lo interrompo.

- ... dicevo, sono un punto di riferimento per lei. Nonostante lei voglia più di una semplice amicizia da me, non sono capace di tagliare i ponti. Mi farebbe male essere così stronzo, esserlo con lei che è cresciuta insieme a me.

E io che pensavo che Ben non si fosse accorto del tutto delle avance di Ruth. Invece è molto più avanti, sta già convivendo con una scelta difficile, cioè quella di tenerla accanto senza spezzarle il cuore.

Non mi sono mai soffermata a pensare a come si sente Ruth, ma non dev'essere facile vivere ogni giorno con una persona che rifiuta il tuo amore.
Anzi, io più di tutti dovrei capirla...

Chissà come questo pensiero tortura Ben dal momento in cui si è reso conto di come stanno le cose.

- Quando hai capito che lei... ? - domando piano.

Al contempo, mi chiedo se sappia di me. Mi sembra assurdo, a questo punto, che non sappia.

- Non lo so. Pian piano ho iniziato a notare dei dettagli che mi hanno portato a questa conclusione, difficilmente equivocabile. Quando le ho detto che le donava l'azzurro, ha comprato un sacco di vestiti e accessori azzurri, quando noto che ha tagliato i capelli sorride per tutto il giorno, quando le mando messaggi mi risponde spesso con bacini o cuori rossi...

- E così all'infinito. Bla bla bla. - Sean rotea gli occhi, annoiato.

Ridacchio. Poverino, probabilmente si sorbisce le lamentele di Ben per la rottura che rappresenta Ruth.

Quando incontro lo sguardo di Ben, però, non ho la sensazione che mi veda come Ruth. È come se sperasse... non so in cosa.

Un senso di inadeguatezza mi pervade mentre usciamo dalla mensa.

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Come promesso, ecco l'aggiornamento 🍭

Cosa ne pensate della scelta di Ben nei confronti di Ruth? Secondo voi sa che Joyce gli muore dietro?

A domani ❤

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