43 - Panic

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La tavola è anche meglio di quanto avessi intuito: tre pile di pancakes caldi e fumanti, sciroppo d'acero, fette di pane morbido con Nutella accanto, tre tipi di biscotti diversi e tutti dall'aspetto buonissimo, panettone, pandoro, dolce simile al pandoro ma ripieno e ricoperto di cioccolato, aranciata, latte e caffé.

Non so quanto si mangi in questa casa, ma di sicuro mi sentirò libera di ingozzarmi.

- Joyce, tu sposerai Chris, non è vero? - domanda la piccola Jamie.

Le rivolgo un'occhiata benevola. E' un po' pallida a dire il vero, ma per il resto sembra stare bene. L'entusiasmo sicuramente è lo stesso e ne sono contenta.

- Certo, anche contro la sua volontà. - ridacchio.

- Sarò consenziente, non ti preoccupare. - ride anche lui.

La bambina aggrotta la fronte.

- Che cosa vuol dire con-cons... Quella parola?

- Significa che sarò d'accordo. - le sorride il fratello.

Osservo i loro occhi e non trovo davvero alcuna differenza, non nel colore né nella forma. Sono praticamente gli stessi.

La lieve spruzzata di lentiggini sul viso di Jamie rende più caratteristica la sua bellezza, perché lei è davvero una bella bambina. D'altronde, non potevo aspettarmi una sorella brutta da parte di Chris.

- Che bello! Io voglio fare la damigella! - batte le mani tutta felice.

Un sorriso spontaneo si fa spazio sulle mie labbra e quando incontro lo sguardo di Chris, si allarga.

Non so dove sarò tra dieci anni, ma spero seriamente che Chris faccia ancora parte della mia vita.

Ora come ora, non riesco a concepire una realtà che abbia senso senza di lui.

E sarò ancora più felice se anche Jamie farà parte della mia vita. Sono sicura che diventerà una ragazza fantastica.

- Joyce, ma a te piacciono le Winx? - domanda.

- A chi non piacciono le Winx?

***

Ci sbagliavamo: Sean non si è fatto vivo al terzo giorno dal bigliettino.

E neanche al quarto.

Neanche al quinto.

È la sera dell'epifania e sono tornata da poco dall'ospedale, dove sono stata per assistere Jamie con Chris.

Non hanno ancora capito che cosa abbia e questo mette in allarme sia Chris, sia lo sceriffo, sia Jamie stessa.

E preoccupa anche me.

Per stasera avevamo pensato di riunirci io, Chris, Ben e Ruth, ma Chris mi ha fatto capire che non si sentiva di lasciare sua sorella. Questa specie di riunione va comunque fatta, alla luce degli avvenimenti più recenti, e io ho deciso di partecipare.

Sono quindi diretta a casa di Ben, dove si terrà la serata più imbarazzante di tutta la storia delle serate imbarazzanti.

È anche vero che abbiamo un argomento preciso da discutere e se non altro questo salverà la situazione. Credo.

Indosso un semplice paio di jeans neri e una felpa verde scuro sopra, giusto un po' di mascara e sono pronta per uscire.

- Dove vai? - chiede mio padre, vedendomi allacciare le scarpe.

- Da Ben. - rispondo, con un tono che implica "non rompere con le tue insinuazioni scomode".

Lui però sembra non cogliere l'implicazione.

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