Rosalinda era in pericolo, le voci giravano a corte.
E a Ferseo era stata lanciato un incantesimo che lo costringeva a non mettere piede fuori dal piccolo regno.
La notte stessa si buttò tra le braccia di Ferseo e pianse amaramente. Si scambiarono un lungo bacio.
- Vi prometto che vi raggiungerò. Troverò il modo di fuggire da qui, scioglierò l'incantesimo. Non è un addio, questo. Tenete il mio cuore al caldo, giacché vi appartiene, e servatelo con amore con questa stella. - sussurrò Ferseo.
Rosalinda prese la stella e la strinse forte tra le dita. Al suo interno, oltre il vetrino, c'era l'ago di una bussola.
- Così saprete sempre che ci sono e che vi troverò, perché non mi serve una bussola per trovarvi. Siete la mia stella e vi vedrò brillare anche dalla grotta più buia nei ghiacci più nascosti dell'Universo.
La voce bassa di Ferseo fu seguita dai passi di una guardia.
- Presto, prendete la borsa e fuggite. Dietro le cucine vi è appostato un cavallo nero, docile come un vitellino: cavalcate più forte che potete verso sud, così tornerete al castello da vostro padre. - fece una pausa - Vi amo.
- Immensamente. - completò lei, carezzandogli la gota.
La principessa filò via silenziosamente da una porticina di legno e scese le ripide scale, completamente al buio.
Fu introdotta poi in un corridoio ampio e risonante, dove l'eco dei passi si sentiva tre volte più forte.
Scattò a sinistra e fece pochi passi prima di sbucare nelle cucine.
La luna risplendeva alta nel cielo, ben visibile dalle finestre.
Rosalinda fu percorsa da un brivido.
Corse alla porta di legno massiccio, che fece un tonfo sordo quando la richiuse dietro di sé.
Un cavallo nero voltò lievemente il muso e le puntò gli occhi addosso.
Lei prese un profondo respiro prima di balzare in sella e scoccare un colpetto al fianco, dando inizio ad una delle avventure più spericolate della sua vita.
Si augurò di non dover rifare tutto quanto di nuovo.
Non era sicura di aver preso la strada giusta, ma sperò con tutta se stessa di sì. Non aveva intenzione di correre altri pericoli inutilmente.
Cavalcò per ore, fino alle prime luci dell'alba.
Ormai stanca, scese dal cavallo e lo condusse con sé alla riva di un piccolo corso d'acqua.
Cadde nel sonno al poggiare il capo su un letto di foglie.
***
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Confident
Teen FictionJoyce non capisce niente di matematica, salta gli allenamenti in palestra appena può ed è cotta del suo amico Ben dall'inizio del liceo. Christopher è il figlio del nuovo sceriffo, nato per giocare a football e per risolvere problemi di matematica c...