62 - Pool party

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Ruth ha deciso di festeggiare il suo compleanno con una festa in piscina, nella sua lussuosa villa.

Ha fatto costruire un capannone di legno per evitare che troppa gente entri in casa e ha messo lì vagonate di alcol e stuzzichini, nonché il DJ.

Luci blu e viola si proiettano sulla piscina.

Si balla, si ride e si scherza, ma tutti attendono il momento in cui si potranno tuffare in piscina, ovvero dopo il tuffo della mezzanotte di Ruth.

Assaggio qualche stuzzichino e azzarderei a dire che ha assunto Gordon Ramsey per il cibo che gira. È buonissimo.

- Ehi, come siamo colorate stasera! - commenta Ben, avvicinandosi.

Faccio un piccolo sorriso: indosso un top nero aderente e una gonna a vita alta verde acqua. Sotto ho il costume nero a fascia.

- Grazie.

Forse si aspetta che gli faccia un complimento anch'io, ma non lo ritengo necessario.

Primo, è probabile che sappia già quanto è figo.

Secondo, dal bacio di ieri partita mi sono imposta di essere più fredda con lui.

- Senti, possiamo parlare un secondo? Giusto per mettere in chiaro due cose. - gli domando.

- Ahm... certo.

Mi segue fuori dal capannone, in giardino.

È molto più buio qui.

- Ho già detto a Christopher che la sua reazione è stata esagerata, ma la tua provocazione non è giustificata. Innanzitutto, io continuo a ripeterti che siamo solo amici e tu continui a non capire. E poi è questione di tempo prima che io e lui ci rimettiamo insieme, dato che non sono i sentimenti il problema. Riesci a capire quello che ti sto dicendo?

Lui mi fissa serio.

- È più forte di me, Joyce. - ammette, malinconico.

Mi sembra quasi di vederlo con gli occhi incollati al soffitto, la sera, a sognare di noi due. Di me. Come io ho fatto per innumerevoli notti fino a pochi mesi fa.

- Non puoi avermi, Ben. Hai sprecato la tua occasione e lo sai, non voglio tornare su quell'argomento. - dico, stanca.

- Tutti meritano una seconda possibilità. - sussurra, venendo più vicino.

Faccio un passo indietro.

Scuoto la testa.

- Io sono innamorata di Chris, tu lo devi capire. Dov'è finito il "voglio che tu sia felice"?

- Vi siete lasciati. Voglio provare ad essere io a renderti felice.

Che testa di legno.

- Stiamo ancora insieme, a livello psicologico e sentimentale. Solo, non possiamo esprimerlo. Non sarà una dicitura a fermare quello che c'è tra di noi. - spiego.

- Joyce, per favore... - implora.

Porco tofu.

- No, tu hai sbagliato e non lo devi più rifare. Intesi?

- Rifare cosa? - alza un angolo della bocca - Questo?

Si avvicina e preme le labbra... sulla mia guancia.

Col cavolo che mi baci ancora senza che io lo voglia! Cosa sono, un giocattolino?

Lo spingo via e mi allontano di diversi passi.

- Prega che Christopher non decida di cavarti gli occhi. - dico, gelida.

E me ne vado.

***

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