Rileggo la lettera innumerevoli volte, finché le goccioline di pioggia non iniziano a bagnarla.
La piego e la metto in borsa, poi mi siedo su una panchina.
Le gocce cadono sempre più spesse, sempre più grandi. Bagnano la pelle del mio viso, i miei capelli scuri, rendono l'aria umida.
Le foglie degli alberi diventano più scure, il terreno appiccicaticcio.
Il suono lieve e rilassante della pioggia è l'unico rumore in questo triste silenzio.
La mia mente è in confusione, e mi sento stanca per stare lì a districare i nodi.
Decido di svuotarla.
Mi alzo, malinconica, e faccio lentamente ritorno all'ospedale.
Le mie ciglia sono umide, perciò suppongo di avere il mascara sbavato. I capelli sono appiccicati ai lati del viso. L'umido e il freddo penetrano nelle mie ossa.
Rimango sorpresa nel vedere Chris uscire dall'ospedale proprio in questo momento.
Mi nota e avanza nella mia direzione.
Io resto ferma, aspettando che mi raggiunga.
Come i suoi occhi trovano i miei, mi si forma un groppo in gola.
- Joy. - sussurra, ansioso.
Lo fisso, immobile.
- Ti prego.
Le lacrime sono radunate tutte nei miei occhi, pronte a sgorgare.
- Ho bisogno di te. - mormora, talmente piano che capisco solo tramite il movimento delle sue labbra.
Mi getto tra le sue braccia e lui mi stringe forte.
Piango.
Piango perché mi mancava questa sensazione, così simile ad un pezzo di puzzle che trova il suo incastro.
Piango perché i suoi occhi mi dicono che mi ama, ma come faccio a credergli?
Piango perché l'unica persona di cui mi posso fidare è Ben, ma non lo amo.
Vorrei che non fosse tutto un casino così grande.
Che cosa dovrei fare adesso?
Denunciare Ruth per omicidio e Sean per complicità?
Il flash del viso cereo di Nicole mi colpisce forte la mente.
Mi aggrappo con tutte le mie forze a Chris e verso delle lacrime anche per lei.
Non è giusto.
Niente di tutto questo è giusto.
Aveva tanti anni davanti, per farsi aiutare ad uscire dal giro di droga, per rimediare agli errori, per crescere.
Aveva bisogno di qualcuno che le facesse capire il significato e il valore della vita.
Ora è troppo tardi.
- Torniamo dentro?
Chris mi guarda, con il viso serio e triste.
La mia testa sta per scoppiare.
Gli prendo le mani tra le mie.
- Spero con tutto il cuore che Jamie stia bene e che l'intervento vada nel migliore dei modi, ma... non me la sento di tornare in ospedale. Ho bisogno... di stare un po' da sola. - dico, con voce tremante.
Annuisce.
- Mi perdonerai, Joyce?
Stringo le labbra, in difficoltà.
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Confident
Teen FictionJoyce non capisce niente di matematica, salta gli allenamenti in palestra appena può ed è cotta del suo amico Ben dall'inizio del liceo. Christopher è il figlio del nuovo sceriffo, nato per giocare a football e per risolvere problemi di matematica c...