66 - Good boy

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Rileggo la lettera innumerevoli volte, finché le goccioline di pioggia non iniziano a bagnarla.

La piego e la metto in borsa, poi mi siedo su una panchina.

Le gocce cadono sempre più spesse, sempre più grandi. Bagnano la pelle del mio viso, i miei capelli scuri, rendono l'aria umida.

Le foglie degli alberi diventano più scure, il terreno appiccicaticcio.

Il suono lieve e rilassante della pioggia è l'unico rumore in questo triste silenzio.

La mia mente è in confusione, e mi sento stanca per stare lì a districare i nodi.

Decido di svuotarla.

Mi alzo, malinconica, e faccio lentamente ritorno all'ospedale.

Le mie ciglia sono umide, perciò suppongo di avere il mascara sbavato. I capelli sono appiccicati ai lati del viso. L'umido e il freddo penetrano nelle mie ossa.

Rimango sorpresa nel vedere Chris uscire dall'ospedale proprio in questo momento.

Mi nota e avanza nella mia direzione.

Io resto ferma, aspettando che mi raggiunga.

Come i suoi occhi trovano i miei, mi si forma un groppo in gola.

- Joy. - sussurra, ansioso.

Lo fisso, immobile.

- Ti prego.

Le lacrime sono radunate tutte nei miei occhi, pronte a sgorgare.

- Ho bisogno di te. - mormora, talmente piano che capisco solo tramite il movimento delle sue labbra.

Mi getto tra le sue braccia e lui mi stringe forte.

Piango.

Piango perché mi mancava questa sensazione, così simile ad un pezzo di puzzle che trova il suo incastro.

Piango perché i suoi occhi mi dicono che mi ama, ma come faccio a credergli?

Piango perché l'unica persona di cui mi posso fidare è Ben, ma non lo amo.

Vorrei che non fosse tutto un casino così grande.

Che cosa dovrei fare adesso?

Denunciare Ruth per omicidio e Sean per complicità?

Il flash del viso cereo di Nicole mi colpisce forte la mente.

Mi aggrappo con tutte le mie forze a Chris e verso delle lacrime anche per lei.

Non è giusto.

Niente di tutto questo è giusto.

Aveva tanti anni davanti, per farsi aiutare ad uscire dal giro di droga, per rimediare agli errori, per crescere. 

Aveva bisogno di qualcuno che le facesse capire il significato e il valore della vita.

Ora è troppo tardi.

- Torniamo dentro? 

Chris mi guarda, con il viso serio e triste.

La mia testa sta per scoppiare.

Gli prendo le mani tra le mie.

- Spero con tutto il cuore che Jamie stia bene e che l'intervento vada nel migliore dei modi, ma... non me la sento di tornare in ospedale. Ho bisogno... di stare un po' da sola. - dico, con voce tremante.

Annuisce.

- Mi perdonerai, Joyce? 

Stringo le labbra, in difficoltà.

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