Non mi sono mai sentita così tanto studiata da quando nonna ha deciso di parlarmi delle sue vicende d'amore di quando era giovane. Era una boss tra parentesi.
Christopher mi fissa con i suoi dolci occhi azzurri, poi scuote la testa.
- Se fosse per me ti direi tutto quello che so, ma penso che a Nicole non piacerebbe. Preferisco che sia lei ad aprirsi. E forse ci sono cose, nel profondo, che non so neanch'io. È pur sempre una donna, no? Avete sempre qualche segreto da portare nella tomba. - dice, con l'ombra di un sorriso.
Una cosa che ho imparato ad amare di Christopher è questa sua capacità di riuscire a trattare ogni tema con equilibrio e la giusta leggerezza. È proprio una caratteristica sua: la sua dolcezza innata gli permette di non rovinare mai niente.
Ma poi... c'è qualcosa che non posso amare di lui? È come un quadrotto di torta preso dal centro: perfetto in ogni sua parte.
- Secondo te... Nicole potrebbe c'entrare con... - esito.
La sua espressione cambia radicalmente, in un istante.
Cazzo.
- Non posso credere che tu... l'abbia anche solo pensato... pensi che non lo saprei? Pensi che te l'avrei conoscere altrimenti?
È deluso, lo sento in ogni nota della sua voce, in ogni curvatura del suo viso.
Stupida stupida stupida.
Perché non sono capace di stare zitta quando dovrei?
- Da te non me l'aspettavo, Joyce. - mormora, senza nemmeno guardarmi.
Prende lo zaino e mi lascia sola con la mia bile da ingoiare.
***
L'errore commesso con Christopher mi perseguita durante spagnolo e quando la prof fa "Qué pasa por tu mente?" rimango a fissarla come un pomodoro spelato, senza buccia a fare da protezione.
Che poi ha proprio ragione Shawn Mendes, che schifo i pomodori. Io faccio schifo.
Devo trovare il modo di sistemare le cose con Christopher.
Quando esco da scuola, intravedo Ben che esce dal parcheggio con la sua auto superfiga, degna del proprietario, e mi giro dall'altra parte con il telefono in mano.
Faccio finta di chiamare qualcuno.La sua auto si ferma giusto dietro di me, sento il motore rombare.
Conosco troppo bene il rumore che fa la sua auto per confonderlo.
Non oso girarmi.Suona il clacson.
Ripeti, Joyce, ripeti come un mantra: non ti devi girare, non ti devi girare, non ti devi girare, non ti devi girare.
Tra un attimo se ne andrà e potrai continuare a cercare Christopher.- Joyce? - picchietta le dita sulla mia spalla.
Cazzo, non stavo parlando. Si accorgerà che fingevo la chiamata!
- Oh, santo Cielo! Mi hai spaventata. - sorrido ad un Ben confuso.
- Stavo... fa niente, tanto non risponde. - sbuffo, come se fossi rimasta ad aspettare per ore che qualcuno mi rispondesse al telefono.
- Chi? - domanda il mio angelo.
- Ahm... Mio padre. Dovevo... dovevo dirgli una cosa. - faccio un sorriso.
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Confident
Teen FictionJoyce non capisce niente di matematica, salta gli allenamenti in palestra appena può ed è cotta del suo amico Ben dall'inizio del liceo. Christopher è il figlio del nuovo sceriffo, nato per giocare a football e per risolvere problemi di matematica c...