Prendo un sorso di Coca Cola e poggio la testa sul divano. Luna si è addormentata con i capelli lunghi che pendono di fuori. E' bella come Anna e incasinata come me. Dio Luna, cosa darei per non averti fatto avere questa vita.
Prendo il cellulare e mando una foto ad Anna, la visualizza subito.
Non preoccuparti, passo a prenderla subito.
Mi risponde lei e io le dico che non c'è problema e che avevo una stanza in più in casa perché in fondo speravo che succedesse questo. Sto mettendo a posto il casino che abbiamo fatto con la cena e poi mi arriva una chiamata.
"Hey Anna" rispondo con un sorriso da ebete. Cazzo Kian riprenditi.
"Kian dico davvero, domani ha scuola, è distrutta ed è tardi. Arrivo in due minuti" dice affrettata.
"Ho una stanza in più che in teoria sarebbe per lei ma se preferisci..."
"Arrivo" mi risponde e un po' ci rimango male.
"Quando torno in salotto dalla cucina Luna è dritta che si stropiccia gli occhi.
"Ma che ora è?" mi chiede.
"Quasi mezzanotte" le sorrido.
"Io me ne vado a dormire" dice tranquillamente. Vedo che fa come se fosse a casa sua e la cosa mi piace, Anna si arrabbierà.
"Credo che tua madre sia quasi qui" la avviso.
"Si, tu lasciala perdere, dille che mi sono riaddormentata, vedrai che mi fa rimanere" borbotta di spalle mentre percorre il corridoio.
Infatti nemmeno due minuti dopo Anna bussa alla porta.
"Hey" le sorrido.
"Non guardarmi così" mi punta un dito contro ed entra.
"Così come?" ridacchio chiudendo la porta.
"Kian non ho più l'età di Luna, non mi incanti con quel sorriso da dannato" incrocia le braccia.
"Beh io ci provo" allargo le braccia e la sorpasso, tornando in cucina.
"Dov'è Luna?" mi chiede poi allarmata.
"In camera, non ne ha voluto sapere di svegliarsi e tornare a casa" faccio spallucce.
"Vuoi?" le mostro una birra ma lei rifiuta così la verso solo per me in un bicchiere.
"Kian..." sospira lei.
"Cosa?" per una volta che non c'entro.
"Non rendermi le cose difficili ok? Sono contenta che andiate d'accordo ma è un periodo difficile per entrambe, non confondermi" si passa una mano fra i capelli.
"Anna lo sai, sono tornato per rimanere, aspetterò e poi Luna già mi vede come un.... una figura di riferimento" inciampo nelle mie parole.
"Stavi dicendo altro" credo abbia capito.
"Intendevo quello che ho detto" mi difendo. Adesso siamo entrambi seduti alla penisola della cucina.
"Austin?" le domando dopo e lei cambia espressione, distoglie lo sguardo.
"Non lo hai nemmeno sentito eh? E' proprio finita" non riesco a nascondere un sorriso.
"Tranquillo, non c'è bisogno che fai finta che ti dispiaccia" alza il sopracciglio. Dio stiamo per litigare di nuovo, come una volta. Ancora per Austin.
"Oh ma a me non dispiace per niente che vi siate lasciati." ammetto "Si, mi dispiace per Luna ma non dirmi che tu lo ami sul serio, andiamo Anna" mi alzo innervosito.
"Secondo te cos'ho fatto l'ho preso in giro per tutti questi anni?" lei alza la voce, così sveglieremo Luna. Ecco perché non saremmo potuti essere dei buoni genitori insieme.
"No, infondo ci hai sempre tenuto a lui e questo mi faceva incazzare perché intendevo i suoi secondi fini" butto via anche la birra "Ma non dirmi che il vostro amore è o era come il nostro perché dannazione Anna guardaci ora! Continuiamo a litigare per cose del genere, capisci che siamo ancora legati? E non parlo solo di Luna, mi basta guardarti negli occhi"
"Oh mio Dio non cominciare per favore" è più stanchezza che rabbia la sua.
"Cazzo mi sono rotto di questa situazione, ci tremano le mani a stare a un metro di distanza" mi avvicino piano a lei "Adesso dimmi che non vuoi che ti tocchi" le sfioro un braccio.
"Vedi sei tutto un uragano, sei un groviglio di emozioni e ogni tanto ne esce fuori una e distrugge tutto, bella o brutta che sia. E non è giusto capisci? Quando dovrei odiarti ti desidero da morire!"
Non mi serve sapere altro, perché con noi funziona così, perdiamo tempo a parlare. Per questo amo baciarla nel bel mezzo di un litigio, finisce sempre tutto nel migliore dei modi.
"Mi rendi pazza te lo giuro" sussurra vicino al mio viso, ancora con gli occhi chiusi.
"Sei sempre stata un tale casino Anna Brooks, non dare la colpa a qualcuno più incasinato di te solo perché ne sei innamorata"
La stringo a me perché ci stiamo ancora calmando da quello che lei definisce il mio uragano. passo una mano fra i suoi capelli e lei accarezza il mio fianco
"Io sono sempre stata un casino ma tu sei sempre stato più bravo a fingere il contrario, a nasconderti" mi risponde sorridendo.
"Dobbiamo iniziare di nuovo a bisticciare? Sveglieremo Luna" scherzo.
"Hai ragione, è meglio che vada" si stacca da me e prende la sua borsa.
"La accompagno domani mattina presto così può andare a scuola" le dico provando a mettere le braccia da qualche parte. Voglio solo abbracciarla di nuovo.
"Va bene allora a domani" mi sorride andando verso alla porta.
"Anna?" la richiamo prima che esca.
"Si Kian?"
"Siamo ancora quella sfumatura scura di questo posto, solo che ce ne siamo scordati" mi appoggio al muro e la guardo complice.
E' ancora la mia Anna, i suoi occhi brillanti, il sorriso vivace e il viso intrigante.
"Lo so, non abbiamo mai avuto una vera e propria possibilità. Magari è arrivato il momento"
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Surfers Paradise
FanfictionVi ricordate di Gold Coast, delle comitive, dello skate park, dei litigi, della spiaggia, delle canzoni, della storia dal profumo estivo? Se avete letto Summer Shade e Dark Shade e vi siete affezionati alla popolazione di Gold Coast, beh eccovi un...