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Adele, Love in the Dark

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Harry's POV

"Oh, e quando la invitai a ballare, a quella festa" racconta Niall estasiato, mentre noi rimaniamo in cerchio ad ascoltarlo.

"Mi disse di no, ma poi la beccai a fissarmi tutto il tempo mentre ballavo con Eleanor" continua con un ghigno.

"Ma dai, probabilmente nemmeno le importava" commenta Josh con una risata, colpendolo piano sul braccio.

È uno degli ultimi arrivati, è qui da poco più di un mese.

"Certo che le importava, era rossa di rabbia" insiste Niall. "Comunque è stata lei a dirmi di no, che cosa si aspettava, che non avrei ballato con nessun altra? Donne!"

"Ma se poi l'hai sposata!" continua Josh.

"Già" annuisce Niall, con un sorriso che lascia trasparire un po' di malinconia.

"E tu?" chiede ancora Josh, riferendosi a me. "Non ci racconti mai niente di..."

"Perché non c'è niente da raccontare" lo interrompo, più brusco di quanto intendessi.

"Okay" mormora lui mortificato.

Lo guardo per un momento, poi sbuffo. "Senti, mi dispiace, è che... non sono dell'umore giusto."

"Non te la prendere, è così con tutti" aggiunge Niall, guadagnandosi un'occhiata torva da parte mia.

"Io e Harry andiamo a prendere qualcosa da bere" aggiunge poi, trascinandomi con sé prima che abbia il tempo di replicare.

"Allora, è tornata?" mi chiede piano, una volta raggiunto un angolo poco affollato, non lontano da dove Seth serve da bere.

"Chi?" chiedo, fingendo di non sapere a chi si riferisce. È che non ho voglia di parlarne, in questo momento.

"Sul serio?" Sbuffa. "Capelli scuri, occhi da cerbiatto, faccino triste?"

Mi sfugge un sorriso per come l'ha descritta. "Sì, è tornata."

Niall annuisce, e apre bocca come per dire qualcosa, ma cambia idea subito dopo.

"Cosa?" chiedo.

"No, niente" dice semplicemente lui, come se non fosse qualcosa di importante.

Lo guardo, sapendo che questo suo silenzio non durerà ancora a lungo.

"Tu... pensi che possa essere lei?" mormora.

Rimango completamente spiazzato da questa sua domanda, e per un po' non dico niente, non sapendo bene come rispondere.

"È impossibile" sentenzio alla fine.

"Comunque si assomigliano" continua lui. "Diavolo, sembrano la stessa persona."

"Ma non lo sono" puntualizzo. "Non eri tu il primo a dirlo?"

"Sì, hai ragione. Non lo sono..." ripete lui, come cercando di imprimere queste parole nella sua mente.

Rimaniamo in silenzio per un po', io calciando sassolini a terra con le mani in tasca e lui puntando lo sguardo ovunque tranne che verso di me.

"Pensi che tornerà?" domanda dopo un po', a voce bassa.

Lo guardo e per un attimo penso che si riferisca a Elizabeth. Sarebbe totalmente impossibile. Lei non può essere qui. Cerco di convincermene, lottando contro una parte della mia mente che mi suggerisce che nulla sia impossibile. Non qui, almeno.

"Jane, intendo" si affretta ad aggiungere Niall.

"Credo che lo farà."

*

Jane's POV

Gli ultimi giorni sono stati estremamente monotoni, l'unico luogo in cui mi è stato concesso di andare per tutta la settimana è stato la scuola, a causa della punizione di mio padre.

Ed ora che posso finalmente uscire, il primo luogo in cui non vedo l'ora di tornare è il bosco.

Attraverso la strada e mi inoltro fra gli alberi, ad accogliermi il familiare fruscio del vento tra le foglie e un leggero odore di primavera che mi è invece nuovo. A dire il vero, l'inverno non è ancora ufficialmente giunto al termine, ma il passaggio alla nuova stagione comincia già a essere in atto.

Oltrepasso le file di alberi fino a raggiungere il ruscello. Trovo Harry seduto su una roccia accanto all'albero contro cui mi ero sdraiata l'ultima volta, e mi prendo un momento prima di fargli notare la mia presenza.

Il suo profilo, messo in controluce dalla luce del sole che oltrepassa i rami che ricoprono il cielo, è una visione unica. Indossa la sua solita t-shirt bianca, che lascia intravedere parte del suo petto, e un paio di jeans scuri. È concentrato sulle pagine di un libro, quindi non mi nota neanche quando esco dagli alberi e mi avvicino a lui.

"Avevi detto che non leggevi" dico sorridendogli.

Lui alza lo sguardo dal libro e lo rivolge verso di me. Mi sembra leggermente sorpreso di vedermi, ma per il resto non mostra alcuna reazione.

"Lo so, ho cambiato idea" dice in tono piatto.

"Okay" mormoro, prendendo posto sulla radice sporgente e piatta della scorsa volta.

"Che leggi?" chiedo.

"Un libro."

Mi acciglio. "C'è qualcosa che non va?"

"No."

Sbuffo. "Senti, sei stato tu a volere che venissi qui, e ora ti comporti come se la mia presenza ti desse fastidio, mi spieghi che cosa ti ho fatto?"

Lui sospira e finalmente si decide a chiudere quel dannato libro e guardarmi. "Lo so, ma è stato stupido. Dimenticalo e basta."

"Non puoi fare così." Sbuffo. "Che cos'è cambiato dall'ultima volta, me lo spieghi?"

"È passata più di una settimana, possono cambiare un sacco di cose in sette giorni" borbotta.

Ma certo. "Allora è questo" mormoro, alzandomi dal tronco e avvicinandomi a lui. "Credevi che non sarei tornata."

Non posso fare a meno di arrossire e di abbassare lo sguardo, subito dopo averlo detto. Non so neanche come diavolo mi sia venuto in mente.

Almeno, in tal modo mi sono guadagnata la sua attenzione. Si alza dalla roccia, lasciandovi sopra il libro chiuso, e viene verso di me, fermandosi a pochi passi di distanza dal mio corpo.

Mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e un brivido mi attraversa la schiena al contatto con la sua pelle fredda come il ghiaccio.

Quando interrompe il breve contatto, torno a respirare, senza essermi resa conto di aver trattenuto il fiato.

"Certo che saresti tornata" sussurra, facendo leva sul fatto che sono così sensibile al suo tocco.

In qualunque altra occasione, con qualunque altra persona, detesterei il contatto fisico, mi metterebbe a disagio. Ma con lui è diverso. Tutto lo è con Harry; quando gli sono vicina è come se trattenessi il fiato sperando che mi tocchi.

E, quando lo fa, il mio corpo va in fibrillazione. È abbastanza anche solo che mi sfiori, per far sì che sulla mia pelle si irradino brividi e che il mio controllo sia messo a dura prova.

"Non per te" riesco a mormorare, nonostante con lui mi senta così in soggezione.

Lui sorride un po' a queste mie parole, guardandomi come se fossi un'ingenua.

"E per cosa allora? Non c'è niente qui."

"C'è la pace" riesco a sussurrare.

Lui sorride, come intenerito dalla mia risposta. "È bello che almeno tu lo creda."

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