P!nk, Just Give Me a Reason
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Scruto il mio riflesso allo specchio, mentre raccolgo i miei capelli in una coda alta.
Indosso la divisa blu e annodo il cravattino, tentando di ignorarne la scomodità.
Ripongo i libri nello zaino, poi lo metto in spalla e mi dirigo in cucina, dove trovo papà intento a fare colazione.
Lo saluto e prendo una scatola di cereali dalla dispensa, versando il contenuto in una ciotola.
"Vuoi che ti accompagni?" chiede.
Lo osservo per qualche secondo. È ancora in pigiama e la sua tazza è piena di latte, e manca poco più di un quarto d'ora all'inizio delle lezioni.
Non che io abbia fretta di arrivare, comunque.
"Non fa niente, vado a piedi" rispondo.
"Sicura?"
Annuisco, mentre ingurgito i cereali il più velocemente possibile.
Pochi minuti dopo sono fuori di casa.
Una folata d'aria fredda mi investe in pieno viso, mentre cammino a passo spedito verso la scuola, situata a pochi minuti da casa.
Quando giungo di fronte all'ingresso, non posso fare a meno di sentire tutti gli occhi puntati su di me, e di credere che le voci che si sovrappongono fra loro, accompagnate da qualche risata, siano rivolte a me.
Mi sento estremamente a disagio, sola in mezzo alla folla di studenti riuniti in vari gruppi.
Il suono della campanella annuncia l'inizio delle lezioni, così, quando il vecchio cancello arrugginito viene aperto con uno stridio, gli studenti iniziano a varcare la soglia.
Io rimango in disparte, osservando la scena da lontano, con la consapevolezza che non c'è modo di evitare questa situazione.
Quando ormai sono rimaste fuori solo tre o quattro persone, mi avvicino ed entro.
Gli studenti, sparsi lungo il corridoio, sono intenti a chiacchierare fra loro o a frugare nei loro armadietti.
Nonostante cammini a testa bassa e tenti in ogni modo di evitare di attirare l'attenzione, le voci si abbassano gradualmente fino a ridursi a sussurri, e decine di sguardi si fissano su di me.
Accelero il passo e attraverso il corridoio, sentendo più volte sussurrare il mio nome seguito da altre frasi che non riesco a cogliere, ma che immagino riguardino il mio ricovero, e raggiungo il mio armadietto.
Sorprendentemente, ricordo ancora la combinazione, e ne sono sollevata, perché ciò riduce notevolmente il tempo che sono costretta a trascorrere sotto gli sguardi indiscreti di gran parte della scuola.
Ripongo i libri nell'armadietto e mi affretto a raggiungere la classe, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
Quando entro, constato con sollievo che è quasi del tutto vuota, dunque opto per un banco in fondo e lo occupo sistemandovi le mie cose.
Tiro fuori un libro e lo apro ad una pagina a caso, cominciando a leggere, mentre spero che in tal modo a nessuno venga la malsana idea di venire a parlarmi.
Ovviamente le mie preghiere non vengono ascoltate, perché qualcuno mi si para davanti, costringendomi ad alzare lo sguardo.
"Jane, sei tornata."
Merda.
Fra tutte le persone di questa dannatissima scuola, proprio lui devo vedere.
Zayn Malik si staglia davanti a me in tutta la sua bastardaggine. La barba scura gli ricopre il mento, i capelli neri sono acconciati in un ciuffo e l'espressione è seria e indecifrabile.

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Lost Souls | H.S.
Fanfic«Ci sono persone a cui la morte concede un'altra possibilità.» Jane Dawson ha sofferto molto più in diciassette anni di quanto la maggior parte delle persone faccia in una vita. Il fratello è morto in un misterioso incidente, la madre ha abbandonato...