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Christina Perri, arms

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Ogni volta che sono in quel bosco, passeggiando fra quegli alberi, mi sembra di trovarmi in una specie di mondo parallelo, dove posso staccare completamente dalla realtà.

Non credo di conoscermi un granché - ho così poca esperienza e così tanto da imparare - ma quello di cui sono certa è che, nel contesto quotidiano, non mi piace quello che sono. È come se la società mi imponesse degli schemi nei quali non riesco a rientrare, semplicemente per il fatto che non sono fatta per farlo. Ma in un'altra realtà, in un'altro contesto, forse riuscirei ad essere quello che dovrei e per cui sono nata. O, più semplicemente, fatico ad esprimere completamente quello che sono o che credo di essere.

E, ogni volta, uscendo da quel bosco, è come se mi venisse rovesciato un secchio d'acqua fredda, è un brusco ritorno alla realtà. Ma ci sono volte in cui essa tarda a richiamarmi a sé, lasciandomi in uno stato di trance, in cui mi sento come se camminassi su un filo, barcollando fra la mia realtà e quella circostante.

Mi dispiace un po' che l'ultima volta che ho visto Harry lui sia stato così freddo con me, anche se a lui non lo direi mai, perché io stessa sono la prima ad essere distaccata e chiusa.

Mi avvolgo nel mio cappotto scuro, mentre cammino per il piccolo centro di Hambledon, passando davanti alle vetrine dei pochi negozi del paese e per le vie poco affollate. Nonostante l'inverno ormai sia quasi al termine, pare che le giornate gelide come quella di oggi non siano ancora del tutto trascorse.

Finalmente raggiungo la libreria ed entro, un po' esitante, lasciandomi avvolgere dall'aria dell'interno scaldata dal camino acceso, che mi investe piacevolmente in viso, scaldando in breve tempo la mia pelle raffreddata dal gelo all'esterno.

Noto Louis in piedi su una scala, intento a sistemare alcuni libri su uno scaffale, così lo raggiungo. Negli ultimi giorni non è venuto a scuola, così ho pensato di venire a fargli visita per chiedergli di Edgar, e se posso dargli una mano in qualche modo, magari in libreria.

"Ciao" lo saluto, guardando in alto, e lo vedo sobbalzare leggermente, senza però perdere l'equilibrio, fortunatamente.

Lo vedo abbassare la testa e cercarmi con lo sguardo. "Ehi" esclama di rimando quando riesce a individuarmi, e immediatamente le sue labbra si incurvano in un adorabile sorriso.

Finisce di sistemare alcuni libri sullo scaffale, poi scende dalla piccola scala di legno e mi si para davanti.

"Allora, che cosa ci fai qui?" chiede amichevolmente, mentre il sorriso che gli dona anche una particolare luce negli occhi ancora non lascia le sue labbra.

"Mh... a scuola non ti ho visto negli ultimi giorni, così ero venuta a vedere come stavi" spiego, sorridendogli a mia volta.

"Sul serio? Grazie!" esclama lui, evidentemente un po' sorpreso dal mio gesto, ma comunque lusingato.

"Di... di nulla" farfuglio imbarazzata, mentre sento le guance accaldarsi un po'.

Lui annuisce con la testa, poi solleva la scala e inizia a camminare per spostarla da qualche altra parte, mentre io lo seguo.

"Comunque sto bene" inizia a dire, mentre la appoggia contro un altro scaffale, iniziando a salirci.

"E anche Edgar si sta riprendendo" aggiunge poi, probabilmente immaginando che glielo avrei domandato o che sono qui anche per questo.

So che razionalmente non ha alcun senso, ma non posso fare a meno di sentirmi in parte responsabile per quello che è successo a Edgar. Credo sia anche per questo che tengo ad aiutare Louis e a sapere come sta suo nonno, oltre che ovviamente per il fatto che lui è un buon amico, a cui tengo davvero.

"Mi fa piacere" dico sinceramente, mentre Louis continua a spostare di posto alcuni libri per sistemarli altrove.

"Hai... hai bisogno di aiuto?" chiedo poi, e lui mi rivolge uno sguardo che mi sembra di gratitudine.

"Sicura? Non vorrei trattenerti" replica lui, ma io lo liquido con un cenno della mano.

"Non devo andare da nessun'altra parte, e poi lo faccio volentieri" insisto io. "Davvero."

Lui sembra ancora un po' esitante, ma poi sospira e indica un punto alle mie spalle. "Potresti sistemare quelli" dice, ed io mi volto per scoprire che sta indicando una pila di libri disordinatamente poggiati su una mensola.

"Okay" annuisco, avvicinandomi ad essi. "Come... ?"

"Devi metterli in ordine alfabetico e di genere" spiega Louis, prima ancora che abbia il tempo di terminare la domanda. "Quelli dovrebbero essere tutti di fantascienza, ma se ne trovi qualcun altro mettilo da parte, va su un'altro scaffale."

"Capito" dico, e mi metto subito al lavoro.

La libreria sembra un po' più disordinata e disorganizzata del solito, e immagino che la causa sia che non c'è più Edgar ad occuparsene.

"È più grande di quanto sembri" constato, mentre sistemo i libri nel grande scaffale, lasciando da parte quelli che vanno dove non riesco ad arrivare e un paio di altri di diverso genere.

"Già" concorda Louis, mentre scende dalla scala, avendo terminato.

La sposta nella mia direzione e, dopo essere risalito, gli passo i libri da sistemare.

"Credo che tornerò fra un paio di giorni" inizia Louis, e io sposto lo sguardo su di lui. "A scuola. Mio nonno per ora non può occuparsene e i miei genitori lavorano, quindi la libreria sarebbe rimasta chiusa, così sono rimasto io."

"È carino da parte tua" commento, rivolgendogli un sorriso amichevole.

"Già, ma non durerà per molto" replica lui, un po' mortificato. "Io ho la scuola e non-"

"Stai facendo quello che puoi" dico sinceramente. "Sono sicura che tuo nonno te n'è già molto grato."

"Lo spero" mormora lui, e nel frattempo ha finito di sistemare gli ultimi libri, così scende dalla scala.

"Per oggi direi che può bastare" commenta osservando l'intero scaffale messo completamente in ordine. "Grazie per essere venuta."

"Ultimamente non fai che ringraziarmi" commento scherzosamente, sorridendo e alzando gli occhi al cielo.

"Ultimamente non fai che farmi favori" esclama lui di rimando, imitando le mie parole.

"Sono una buona amica" affermo, con una nota di divertimento nella voce.

"Lo so" esclama lui, facendosi più serio, dunque mi guarda per qualche secondo e mi sorride, come grato che io sia qui.

Lo aiuto a sistemare le ultime cose, poi entrambi usciamo e lui chiude il negozio.

"Allora io vado" dico.

"Okay" annuisce lui.

Quindi mi volto e inizio a camminare, ma lo sento richiamarmi alle mie spalle dopo pochi passi.

"Jane..." inizia, ma poi sembra che gli manchino improvvisamente le parole.

"Sì?" rispondo con un sorriso.

Lui mi guarda per qualche secondo, come se fosse indeciso se dirmi o meno quello che ha in mente, ma poi scuote lentamente la testa. "Non... non importa. Ci vediamo."

"Certo" dico, e torno a camminare verso casa.

Impiego una decina di minuti ad arrivare alla strada che costeggia il bosco, e lì decido di fermarmi. Potrei dire che voglio rilassarmi, godermi la natura o cose del genere, ma mentirei se lo facessi.

La verità è che voglio vedere Harry.

Domanda random: qualcuna di voi shippa Lou e Jane per caso?

Volevo dirvi che sto lavorando a una nuova storia, che penso di pubblicare molto presto, si chiamerà "Blame" e sarà sempre una ff su Harry. Per ricevere la notifica di questa e magari di altre storie future, vi consiglio di seguirmi sul profilo, se ancora non lo fate. Grazie x

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M.

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