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Kelly Clarkson, Stronger

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Controllo per l'ennesima volta il mio riflesso davanti allo specchio, facendo correre lo sguardo lungo tutta la mia figura.

Indosso un semplice tubino nero che avvolge il mio corpo in modo piuttosto aderente, corredato da un paio di sneakers scure e da un paio di collant. L'abito esalta al punto giusto le forme un po' scarse del mio corpo snello, ma in questo momento quello che mi preoccupa di più è di riuscire a camminare fasciata qui dentro senza creare qualche imbarazzante strappo.

Modello con l'aiuto della mia piastra i capelli, creando una serie di boccoli ampi che mi ricadono lungo le spalle, dunque passo al trucco.

Non senza fatica, riesco a tracciare una linea di eyeliner lungo le palpebre, dopodiché passo un po' di mascara per allungare le ciglia. Lo sguardo mi cade su un vecchio rossetto appartenuto a mia madre, sui toni del rosso, e decido di osare. Ne passo una generosa quantità sulle labbra, poi lo ripongo in borsa per eventuali ritocchi.

Afferro quest'ultima e finalmente libero il bagno, dirigendomi all'ingresso. Qui trovo mio padre ad aspettarmi, dunque mi trattengo per un breve momento per salutarlo.

"Sicura che non vuoi che ti accompagni?" domanda.

Io annuisco con un sorriso. "Non preoccuparti, ha detto che mi accompagna..."

Il suono di un clacson lascia la mia frase in sospeso per un momento.

"... Louis" concludo, indicando la porta d'ingresso con un cenno del capo. "È arrivato, devo andare."

"Allora stai attenta" raccomanda lui per l'ennesima volta. "E non fare tardi."

Riesco a percepire una nota di preoccupazione malamente celata nel tono della sua voce, e la mia mente va subito a Edward, ma mi sforzo di reprimere il tutto prima che sia troppo tardi e che riesca a rovinarmi l'intera serata.

"Certo, papà" dico, prima di uscire finalmente di casa.

Una volta all'esterno, l'aria fresca della notte mi fa rabbrividire per qualche secondo, ma avanzo comunque verso l'auto di Louis. Il suo proprietario vi è cautamente appoggiato con la schiena dritta, mentre indossa una camicia bianca e un paio di jeans scuri.

"Però" commento, in riferimento all'auto scura, la cui carrozzeria è apparentemente piuttosto nuova.

"Ti piace?" Sorride. "È nuova, l'ho appena comprata. Un piccolo regalo che ho deciso di farmi."

"È carina" commento, lasciando che Louis mi apra la portiera per poi entrare in auto.

Lui la chiude e fa il giro del veicolo per raggiungere il posto di guida, dunque fa partire il motore, e l'auto sfreccia lungo la strada, diretta al luogo della festa di Jace.

Il viaggio in auto trascorre rapidamente, fra le chiacchiere mie e di Louis e qualche divertente battuta di lui, e prima che me ne accorga stiamo camminando in direzione dell'enorme casa situata in fondo a un vialetto.

Più ci avviciniamo al luogo della festa e maggiori sono i segni dell'evidente presenza di questa. Bicchieri di plastica gettati per terra, che non mi è difficile schivare grazie alle mie scarpe comode, la musica che si fa sempre più alta, il brusio delle voci e le urla delle persone divertite che si fa sempre più chiaro.

"Vedrai, ci divertiremo" esordisce Louis, guardandomi con un sorriso.

Apro bocca come per rispondere, ma è in quel momento che una strana agitazione si impossessa del mio petto, e per me non c'è maniera di mandarla via. Il cuore comincia ad accelerare il suo battito, finché esso è così forte che mi pare di udire il suo continuo pulsare fin sopra alle orecchie. Mi pare di perdere completamente il controllo del mio corpo, come se qualche filo fra la mia mente e quest'ultimo si fosse improvvisamente spezzato. E poi è come se fossi attirata da una strana forza verso un'altra realtà, lontana e parecchio diversa da quella di cui faccio parte.

Lost Souls | H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora